martedì, novembre 09, 2010

Veggenza e visione elettromagnetica





Nel corso delle antiche iniziazioni, l'adepto, dopo aver creato nel corpo astrale gli organi adatti per la visione spirituale, era condotto dallo ierofante in una dimensione simile alla morte nella quale il suo corpo eterico era allontanato dal complesso fisico-eterico.
Il corpo fisico-eterico, che poteva mantenere in vita la struttura fisica per non più di tre giorni, era in una condizione tale di cui si poteva dire che l'adepto era morto. Ma era solo un'apparenza.
Per tre giorni dunque il corpo eterico, libero in massima parte dai legami con il corpo fisico-eterico, era irradiato dagli organi astrali dell'iniziando, precedentemente elaborati con la meditazione e gli esercizi spirituali. Durante la "morte iniziatica" gli organi astrali producevano un'impronta nel corpo eterico ed al risveglio l'iniziando era in grado di ricordare quanto aveva percepito nel mondo spirituale e continuare a percepirlo come manifestazione astrale–eterica.

Un processo d'iniziazione simile a questo non avviene più: l'ultimo risale all'iniziazione di Lazzaro con il Cristo ierofante.


La visione elettromagnetica
Durante la cosiddetta morte clinica, può verificarsi uno stato di coscienza analogo a quello dell'antica iniziazione con effetti che possono sembrare simili a quelli di allora ma in genere non lo sono.
Il corpo fisico è compenetrato da quello eterico (fig.1) ma una parte di quest'ultimo "deborda" in modo che si ha un corpo fisico-eterico ed un corpo eterico. Tra i due si manifesta lo spazio elettromagnetico quantico.(1)
La morte (fig.2) compare quando tutto corpo eterico abbandona quello fisico.
Durante il sonno (fig.3) il corpo astrale e l'organimo dell'Io si distaccano dal corpo eterico,che resta con quello fisico-eterico ma privato della coscienza di veglia.
Nella morte clinica (fig.4) il corpo fisico-eterico è privato della parte debordante di quello eterico ed il fisico-eterico continua a vivere ed a mantenere i fenomeni vitali, sebbene con un'intensità talmente ridotta che è molto difficile comprendere se si tratti di una vera morte. Ma una cosa è certa: se si tratta di morte clinica, il corpo fisico, per quanto sia difficile metterlo in evidenza, non è morto; se è veramente morto non può resuscitare.
La condizione di coma (fig.5) è un sonno prolungato dal quale è impossibile uscire per la presenza di uno "smog elettromagnetico" che impedisce al corpo astrale ed all'organismo dell'Io di ricongiungersi con il corpo eterico.
Durante la morte clinica il corpo fisico-eterico è irradiato da tutte le frequenze elettromagnetiche presenti nel cosmo e ciascuna delle frequenze del corpo, accresce la sua ampiezza d'onda e si amplifica la sua naturale attitudine di trasduttore elettromagnetico.

L'entità umana
Fig. 1 - L'ENTITA' UMANA

Di conseguenza, si amplifica anche la capacità di vibrare e di risonare dello spazio elettromagnetico quantico poiché entra in risonanza con quelle frequenze che normalmente restano al disotto della percezione durante la veglia.

La morte
Fig. 2 – MORTE

Questa circostanza consente al "tornato in vita" di percepire la controimmagine elettromagnetica degli archetipi soprasensibili, non soltanto i propri, ma anche quelli del cosmo intero corrispondenti a quelli attivi, nel suo spazio elettromagnetico quantico, nel qui ed ora.

Il sonno
Fig.3 - SONNO

Morte clinica
Fig. 4 – MORTE CLINICA

Il coma
Fig. 5 - COMA
La visione elettromagnetica del "tornato in vita"" ha di solito inizio con un tunnel di luce, che origina dallo spazio elettromagnetico quantico e si estende fino al corpo eterico.
Tutte le immagini visionarie, che si manifestano in questa condizione, provengono dagli spazi elettromagnetici quantici presenti nel cosmo intero e appartengono alle energie unite con la materia fisica. Questo fatto esclude la visione degli archetipi spirituali, che si osservano invece con la veggenza soprasensibile com'era quella delle antiche iniziazioni.
L'esclusione del mondo spirituale da questa visione non consente al "tornato in vita" di percepire la natura e la presenza dell'Io, che è di sostanza spirituale e quindi la conoscenza, che si configura nella sua coscienza al risveglio, sarà priva della cognizione dell'Io operante spiritualmente nella manifestazione cosmica. Senza l'Io il suo pensiero, legato alla terra ed alla dimensione temporo-spaziale, lo induce al riconoscimento della volontà incomprensibile ed autopoietica del Tao.(fig.6)
Dopo il risveglio, il "tornato in vita" può conservare, per il resto della sua vita terrena, o per un periodo più o meno lungo di questa, la facoltà di percepire l'aura elettromagnetica ed i fenomeni della stessa natura (scrittura automatica, chiarudienza, immagini medianiche e simili) e di far risuonare in maniera più o meno intensa l'energia elettromagnetica, presente nello spazio elettromagnetico quantico degli esseri viventi e nelle manifestazioni autopoietiche della vita.
La morte clinica non ha nulla a che vedere con gli effetti visionari dell'antica iniziazione perché la parte del corpo eterico, che si libera dai legami con il fisico-eterico, non riceve l'impronta degli organi astrali se non sono stati precedentemente elaborati, come faceva l'antico adepto con la massima intenzione del suo Io. Inoltre il "tornato in vita" è, quasi sempre, un individuo che mai, prima di quell'evento, ha preso in seria considerazione la realtà soprasensibile. Un tale soggetto pertanto non riceve una manifestazione del mondo spirituale e la visione elettromagnetica dell'accaduto potrà o meno indurlo in una ricerca conoscitiva successiva che attrae la sua coscienza, per i motivi appena esposti, in una grandiosa concezione fisico-cosmica dell'energia presente panteisticamente in ogni cosa come realtà soprasensibile (fig.6).
L'accrescimento energetico del "tornato in vita", se non si esaurisce nel corso del tempo può raggiungere un'intensità simile a quella dello sciamano.
Per conoscere ed operare, dentro un'incarnazione terrena, come individuo provvisto di un Io, l'essere umano deve unire nella sua coscienza percezione e pensiero. Senza una di queste due parti non può esservi né conoscenza né autocoscienza secondo l'umano terrestre.
Lo sciamano ha una percezione elettromagnetica di grado elevato perché percepisce con la vastissima gamma di vibrazioni attive nel suo spazio elettromagnetico quantico. Operando attraverso il mondo della visione elettromagnetica lo sciamano non sceglie in base ad una conoscenza degli archetipi, ma secondo la sua vibrazione, senza ritenere di conoscere il perché degli accadimenti che sperimenta o di quelli da lui stesso provocati con l'intervento di un suo impulso energetico inconscio. Nella sua coscienza sono assenti gli archetipi originari, quelli che coesistono nella materia e nel pensiero, e l'unica forma di conoscenza operante, tramite la magia od il rito, è il confronto sensibile tra il sé energetico corporeo e l'esterno energetico.
La visione elettromagnetica è in sostanza una percezione senza il pensiero centrato sull'Io. Al suo posto subentra la forza inconscia dei processi cognitivi dei sistemi viventi indicati dagli archetipi eterici che, nell'ambito dello spazio elettromagnetico quantico di tutto il cosmo visibile, sembrano dirigere autonomamente lo schema e la struttura della realtà manifesta.
La veggenza soprasensibile
La veggenza spirituale presente nel nostro tempo deriva, se il karma lo consente, da un consapevole proposito interiore dell'Io, diretto sul corpo astrale, che ricorda quello dell'antica iniziazione ma senza l'intervento dello ierofante.
Esiste una veggenza immaginativa, mediante la quale le immagini spirituali si affollano nella coscienza, secondo la loro natura archetipica. E' il primo stadio della conoscenza del mondo spirituale.
Vi è poi una veggenza ispirativa mediante la quale le immagini parlano di sé stesse, rivelando la loro natura archetipica interiore .
Infine c'è la veggenza intuitiva, che consente l'immersione dell'Io dentro gli archetipi e la conoscenza della loro intima essenza in relazione con l'insieme degli archetipi. Nella veggenza intuitiva si rivelano essenza, forma e funzione, pricipio e fine, evoluzione e trasformazione. In essa si fondono dunque pensiero e percezione e si ha la conoscenza scientifica del mondo spirituale.(2)
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Fig. 6 - METAMORFOSI DELL'ENERGIA E COSCIENZA DELL'IO
Questa conoscenza è in funzione dell'Io, ovvero l'Io diviene il centro stesso della conoscenza e fonte di libertà, nel pensare, nel sentire e nel volere. L'Io sperimenta consapevolmente la sua vera individualità all'interno di un tutto cosmico.
Per l'evoluzione della coscienza umana è importante conoscere e distinguere queste due forme di visione tra le quali è posto l'Io come l'ago di una bilancia.
La visione elettromagnetica permette di conoscere nel corpo fisico-eterico quanto riguarda essenzialmente la matrice eterica ancestrale (3), che è la matrice fisica-eterica della discendenza ereditaria, soprattutto quella dei genitori, e riguarda solo in minima parte ciò che, dentro la sostanza, dipende dall'attività del corpo eterico individuale.
Questo fatto spiega le caratteristiche di tale visione che si estende fino alla percezione cosmica dell'evoluzione della materia. Ciò conduce ad una matrice umana comune per tutta l'umanità, ovvero alla visione dell'opera della Divinità, Padre o Madre, del Nirvana, del Tao.
Si tratta di una visione in cui l'Io non appare e del quale si perde anche la coscienza in quanto mostra unicamente il cammino evolutivo della materia cosmica realizzato dalla saggezza divina.
Di conseguenza il corpo fisico-eterico è percepito come saggezza cosmica, in quanto è ovviamente compenetrato della saggezza cosmica, che tutto crea e muove e nel quale l'Io di tanto in tanto ha preso dimora collaborando evolutivamente in rapporto al suo grado di moralità. Quanto più elevata è questa moralità, tanto più un essere umano, secondo questa visione, è ritenuto un Avatar.
La presenza spirituale del Cristo risorto non appare nella visione elettromagnetica, perché la sostanza del Suo corpo fisico-eterico, resuscitata transustanziata dopo la morte, non appartiene alla matrice dell'uomo cosmico.(4)
Con la visione elettromagnetica si risveglia una memoria spazio-temporale delle "gesta divine", dell'opera degli Dei dalla quale si ritiene escluso l'Io, a meno che non sia quello di un Avatar, anche perché tale opera è stato compiuta soprattutto dalla volontà di Entità superiori all'Io umano. L'Io è stato ed è ancora la parte meno progredita dell'essere umano.
Nella coscienza del visionario elettromagnetico non affiora l'Io individualmente operante ma la divinità che compenetra il cosmo e tutto quello che ne deriva, come concezione filosofica od esoterica, si fonda su questa coscienza. (fig.6)
In definitiva si trovano le azioni divine ma nulla si può sapere delle intenzioni evolutive che sono rivelate soltanto dalla veggenza spirituale. E' come se, aprendo la cassa di un orologio, si potesse percorrere a ritroso l'attività dell'inventore, ma alla fine non si riescisse a capire a che cosa serva un orologio.
Il principio dell'indeterminatezza e l'ipotesi del bootstrap sono una prova tangibile di quanto siano lontane, dalla conoscenza umana, le intenzioni divine mentre se ne risconoscono gli atti nella loro manifesta e meravigliosa complessità.
Dal riconoscimento di questi atti non emerge nulla dell'Io individuale, che rimane sommerso dalla preponderanza delle gesta divine e pertanto s'impone, nella coscienza umana visionaria la grandezza del macrocosmo e del suo riflesso olografico nel microcosmo.
Anche il microcosmo, percepito dalla visione elettromagnetica, non può rivelare altro che il passato, le proprie origini cosmiche, alle quali l'Io non ha ancora preso parte integrante, fin dentro la sostanza fisic,a come avverrà mediante la transustanziazione (5).
Durante l'incarnazione fisica, l'Io vive dentro il suo fantom corruttibile e mortale. Il fantom non sopravvive alla morte ed è per questo che non appare nella visione elettromagnetica, che per questo sollecita la coscienza umana ad abbandonare teleologicamente l'Io con il suo fantom e ad accettare soltanto la realtà cosmica riflessa dal corpo fisico-eterico.
L'unico fino ad oggi che sia stato incarnato in un corpo terreno, in presenza di tutti gli effetti ancestrali dell'evoluzione umana, per strappare il fantom alla corruzione della morte del corpo fisico-eterico, è il Cristo. Egli ha il potere di transustanziare cosmicamente la sostanza prodotta dal Padre concedendo all'individuo, all'Io, la possibilità di diventare il principale conduttore dell'evoluzione della propria sostanza fisica dentro la nuova matrice cristica, individuale ed universale. Ma tutto ciò non è visibile con la visione elettromagnetica; tanto che la dimensione cosmica del Cristo è ridotta razionalmente a quella di un Avatar.
Per riconoscere l'Entità del Cristo occorre la veggenza spirituale individuale, perché è suscitata dall'Io cosciente ed è attiva nella dimensione astrale-eterica dell'individuo e dell'universo.
Con la visione elettromagnetica si può seguire il cammino formativo del corpo fisico- eterico fino alle cellule embrionarie e da qui il cammino prende la via del passato comune a tutti gli uomini fino alla rappresentazione cosmica di cui ho detto finora. Questa visione non può incontrare il corpo eterico individuale, né quello proprio del visionario né quello altrui. La visione spirituale, che appare invece nella dimensione astrale-eterica, dove è scritta la cronaca dell'akasha (6), penetra nel mondo spirituale delle intenzioni divine e non soltanto nelle opere divine.
La visione elettromagnetica non consente d'identificare un corpo eterico individuale, né un corpo astrale individuale, né tanto meno un Io. Questa conoscenza è invece propria della veggenza spirituale.
La visione elettromagnetica non mostra un corpo eterico individuale bensì un corpo fisico-eterico appartenente a quello cosmico, né mostra un corpo astrale individuale bensì gli effetti del corpo astrale e degli archetipi della stessa sostanza, senza la manifestazione delle intenzioni archetipiche corrispondenti a quegli effetti.
Nella visione elettromagnetica, il chakra rappresenta la matrice fisico-eterica ancestrale. E' quindi "grossolana" e "riconoscibile" attraverso forme simili a quelle visibili nel mondo fisico come composizioni di figure geometriche. (fig.7)
Nelle immagini della veggenza il chakra riceve forma e movimento dalle forze del corpo eterico individuale e da quello del corpo astrale individuale; contiene quasi nulla della visione elettromagnetica. Appare quindi come un'immagine multicolorata (6) di piani complessi etremamente mobili e non riconducibili ad alcuna di quelle visibili nel piano fisico. (fig.8). Non fa pensare né a spirali né a coni ed estendendo la visione attraverso di essa, come attraverso ad una porta, si penetra in un mondo di processi in costante mutamento che si estendono agli estremi limiti del cosmico eterico e del cosmico astrale.
Visione elettromagnetica del chakra
Fig. 7 - VISIONE ELETTROMAGNETICA DEL CHAKRA

Visione soprasensibile del chakra
Fig. 8 - VISIONE SOPRASENSIBILE DEL CHAKRA
Mentre la visione elettromagnetica svela la storia del mondo fisico e delle sue implicazioni con la sostanza eterica cosmica e la sostanza astrale cosmica, quella della veggenza spirituale svela la storia del corpo eterico, del corpo astrale, dell'Io e delle loro origini lungo la linea delle trascorse incarnazioni della Terra a partire da Saturno.
L'antroposofia nasce da questa veggenza.
La visione elettromagnetica dello sciamano origina dal suo corpo fisico-eterico e dal suo spazio elettromagnetico quantico, mediante i quali sperimenta tutto ciò che nell'uomo e nel cosmo è della stessa natura delle sue frequenze elettromagnetiche. Da questa visione non nasce l'antroposofia ma la cosmosofia, la teosofia, l'esoterismo del microcosmo e del macrocosmo.
Al termine di un viaggio conoscitivo, che prescinda dai corpi sottili e dall'Io cosciente, non s'incontra lo Spirito operante ma una rappresentazione fenomenica del Tao, mentre la veggenza spirituale rivela le intenzioni creatrici che hanno origine con la meditazione di Chi ha posto, all'inizio dell'Universo, il Tao.
Con la visione elettromagnetica un organo si presenta atomizzato nelle singole frequenze elettromagnetiche portate dalle particelle-onda, che oscillano tra materia ed antimateria come avviene nel corso di reazioni nucleari. L'apparente indeterminatezza dei fenomeni rivela, dentro lo spazio elettromagnetico quantico, le manifestazioni frammentarie dell'energia, a metà tra il fisico-eterico e l'eterico. Le immagini sono frammentate, come pezzi di un puzzle in continua composizione e scomposizione di forme, dove ogni pezzo prende parte ora ad una forma ora ad un'altra che necessiti dello stesso pezzo per un tempo più o meno breve per poi sparire dalla dimensione spaziale del piano complesso.
E' come se si presentassero le vorticose immagini di molteplici superfici dell'organo, che si sostituiscono molto rapidamente l'una all'altra e che solo il loro arresto potrebbe consentire di riconoscerne la forma indicata dall'archetipo eterico.
Dalla riunione mnemonica dell'insieme di queste superfici sorge una composizione frattalica, alla cui base vi è la forma cosmica archetipica dell'organo che unisce la Terra al Cielo.
Lo sciamano può cogliere quella forma archetipica frattalica, la cui vibrazione fondamentale è identica a tutti i multipli di essa ed è informata della rete di tutte le superfici frattaliche corrispondenti. E' sufficiente coglierne quell'unica vibrazione per sentire quella dell'intero organo.
In tal modo, una frequenza-vibrazione può essere definita sana o malata solo confrontandola con la frequenza-vibrazione corispondente dello sciamano; ma tutto il processo di malattia e di guarigione rimane sostanzialmente occultato. Può soltanto essere rimesso alla saggezza cosmica od alle leggi karmiche. Per questo lo sciamano è irresponsabile rispetto a ciò che opera; esso osserva soltanto ciò che avviene e si fa tramite di una volontà che lo trascende.
Con la veggenza spirituale è possibile conoscere come un organo sia coinvolto processualmente con l'energia della Terra, dei Pianeti e delle Costellazioni fino a raggiungere le stesse Entità spirituali che sono alla sua origine. Questa conoscenza non conduce soltanto alla contemplazione dell'Opera del Padre, ma anche all'impulso del Figlio-Cristo ed al senso della Sua incarnazione terrena, avvenuta per sostenere l'Io umano e confermarlo nella responsabilità terrena delle sue scelte evolutive.
Fonte:Esonet

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