martedì, novembre 09, 2010

PARADIGMA OLISTICO



Che cos’è l'olismo?
Il termine olismo risale a Smuts, che lo coniò negli anni 1920, e negli ultimi decenni, ha registrato uno straordinario sviluppo e ha influenzato profondamente la nuova cultura planetaria. In ogni parte del globo sono nati movimenti, gruppi, filosofie che rifiutano l'imperante "cultura della frammentazione" e tendono ad una visione unitaria del mondo e dell’essere umano; in modo particolare l’intera gamma delle nuove medicine alternative che infatti tendono sempre più a chiamarsi "olistiche", la nuova ecologia, le nuove forme di ricerca del sacro e di spiritualità, dallo yoga allo sciamanesimo, la nuova cultura globale, dalla musica, ai film, ai libri, fino alla filosofia new age.
La pubblicazione dei principali testi antichi e moderni sulla spiritualità, la medicina e la cultura di ogni paese del pianeta (cinese, indotibetana, etnica, sciamanica, ecc.), ha portato ad una vasta conoscenza dei presupposti olistici in esse presenti, lo sviluppo dello Yoga, del T'ai Ci, delle medicine orientali e delle tecniche energetiche in occidente ha contribuito a fertilizzare la nostra cultura medico-scientifica di tipo materialista.



Negli ultimi decenni il paradigma olistico ha acquistato maturità e complessità grazie ad una serie di scoperte scientifiche e di ipotesi (ologramma, Gaia, vuoto subquantistico, non località, teoria dei sistemi, coerenza elettrodinamica quantistica, psiconeuroendocrinoimmunologia, stati di coscienza, ricerche sulla meditazione, ecc) che non solo confermano i presupposti filosofici olistici del passato dando loro dignità scientifica e sperimentale ma ne espandono ancor più le possibilità e le applicazioni.
Tra queste scoperte assumono particolare importanza quelle relative ai seguenti campi:
1. Miti e cosmogonie: che narrano dell’unità di coscienza da cui nacque ogni cosa (vedi campo 2° - Miti, le tre matrici archetipiche).
2. Antiche religioni: che considerano l’anima individuale unita alla coscienza cosmica, che parlano dei differenti piani di realtà e dei livelli di coscienza e dell’evoluzione umana (vedi campo (vedi campo 2° - Spiritualità; Atman-Brahman; Corpi e livelli, etc.) .
3. Scienza: - la "teoria generale dei sistemi", la teoria olografica, la non località, la sincronicità, la cibernetica olistica, etc. (vedi campo 3° - la nuova scienza olistica, etc..).
4. Medicine tradizionali: che parlano della relazione profonda tra essere umano e dimensione sacra (vedi campo 4° - medicine olistiche tradizionali).
5. Neurofisiologia: una vasta serie di scoperte scientifiche di psiconeuroendocrinoimmunologia e neurofisiologia, che comportano una riunione funzionale e informatica tra corpo, cellule, sistemi, cervello e coscienza (vedi campo 4° - medicina olistica).
6. Psicologia transpersonale: che offrono una concezione spirituale dell’essere umano e della patologia psichica (vedi campo 5° - psicologia transpersonale).
7. Ecologia profonda: che considera la terra un immenso organismo vivente formato da infinite reti di relazione, catene alimentari, cicli biochimici perfettamente coerenti, (vedi campo 6° - l’ipotesi Gaia)
8. Culture etniche e sciamaniche: basate su di un profondo legame spirituale tra uomo e natura (vedi campo 4°)
9. Arte: molte forma di arte contemporanea – film, musiche, balletti, teatro, libri - riprendono antichi temi di fusione tra materiale e spirituale e propongono contenuti con finalità evolutive (vedi Campo 7° - arte, nuova cultura. Films, etc.)
10. Nuova Spiritualità: vedi campo 2°
11. Economia Etica: Vedi campo 6°
12. Educazione globale: le nuove direzioni dell’evoluzione propongono un concetto di essere umano multidimensionale che debba essere educato in modo coerente nelle sue varie dimensioni umane e spirituali (vedi Campo 7° - educazione globale)
13. Cultura Planetaria: personaggi pubblici che hanno una visione olistica ed evolutiva dell’essere umano e del pianeta: ad esempio capi di stato come Gorbachev (Russia), Vaclav Havel (Repubblica Ceca), Vigdis Finnbogadòttir, (presidente dell'Islanda), Capo Seattle, grandi artisti, scrittori, registi, musicisti (vedi campo 1° e Campo 7°).


Il paradigma olistico emergente si propone di superare la visione dicotomica e meccanicistica da secoli dominante nella cultura e nella scienza occidentale, che ha prodotto un pericoloso senso di separazione dell'uomo da se stesso, dagli altri e dalla natura. Ciò ha prodotto e produce non solo sofferenza psicologica nei singoli individui ma anche gravi conseguenze che si ripercuotono su tutta l'umanità e sull'intero pianeta, quali una scienza "senza anima", una conoscenza a compartimenti stagni, e una concezione del mondo meccanica, senza etica né finalità. Il risultato di questa politica cieca e inconsapevole della globalità dei processi e delle relazioni ha causato i drammatici effetti di devastazione degli ecosistemi, dell’inquinamento delle acque, dei cibi, dell’aria, la dispersione delle scorie radioattive, il disboscamento selvaggio, la sovrappopolazione, lo sfruttamento del terzo mondo, l’estrema povertà, gli abusi umani. Anche l'essere umano è stato ridotto a macchina, così che il corpo viene curato dai medici, la mente dagli psicologi e l’anima dai preti, come se si trattasse di entità distinte e non di aspetti interconnessi di un unico sistema-uomo. Nessuno insegna, né a scuola né nelle università a prendersi cura dell’essere umano nella sua totalità, nessuno lo educa all’unità.
Per risolvere questo stato di crisi sociale ed ecosistemica è necessario passare dalla separazione all'unità, cioè prendere consapevolezza che il nostro pianeta è un unico grande sistema interconnesso, dove ciò che avviene ad esempio in Amazzonia o sopra l'Antartide, in ex Yugoslavia o in medio oriente, non è separato e isolato ma si può ripercuotere su altre parti del sistema e anche sul sistema nel complesso. Parimenti, anche l'essere umano va visto come sistema intedipendente, in cui il corpo non è indipendente dalla mente, un organo non è isolato dagli altri e dal tutto, la coscienza e lo spirito si riflettono sulla realtà materiale, emozionale, mentale. Solo tale processo unificante potrà rappresentare un punto di svolta nell’attuale crescita storica industriale aprendo le porte ad un futuro più umano e sostenibile.


Qual'è il rapporto tra visione olistica e scienza?
Come è noto, la scienza attuale è suddivisa in molteplici campi disciplinari, ciascuno ulteriormente articolato in settori e sottosettori, spesso incomunicanti gli uni con gli altri. Ne consegue che di ogni fenomeno si hanno molteplici visioni particolari, specialistiche ciascuna delle quali si sofferma su singoli aspetti, livelli, parti, ma non sul fenomeno nella sua totalità. Questa separazione arbitraria dell'intero in parti comporta innegabili vantaggi, ed ha permesso alla scienza di conseguire importanti traguardi, ma diventa un ostacolo formidabile se dimentichiamo — e abbiamo purtroppo dimenticato — che prima o poi l'intero va ricomposto.
Il paradigma dominante nella scienza è stato definito meccanicistico-riduzionista: meccanicistico, perché tende a concettualizzare e rappresentare ogni realtà (ivi compresi gli organismi viventi, l'uomo, la psiche, la società) come se fosse un congegno meccanico; riduzionista perché ritiene che ogni fenomeno possa essere ricondotto (o ridotto) all’azione di unità elementari, studiabili una per una isolatamente dalle altre e dal tutto.
Per studiare il funzionamento dei fenomeni fisico-chimici è appropriato (entro certi limiti) utilizzare un metodo di studio riduzionistico,e difatti, grazie a questo metodo di riduzione della complessità la scienza aveva, già nel XIX secolo, conseguito risultati importantissimi quali l’equazione di stato dei gas, la tavola periodica degli elementi e via dicendo. Ed è in virtù di tali risultati che anche le altre scienze — quelle del vivente, dell’uomo e della società — hanno ritenuto vantaggioso adottare tale metodo ed il paradigma cui si ispira. Come però ha osservato Ashby W. R., (1971): "Agli inizi del secolo, con gli esperimenti di Ronald Fischer sui suoli coltivati, si è visto chiaramente che esistono sistemi complessi che non permettono in alcun modo di variare un fattore alla volta, perché sono così ricchi di interconnessioni dinamiche che la variazione di un singolo fattore provoca la variazione immediata di altri fattori, e probabilmente di molti altri fattori." Problema analogo si pone nello studio degli organismi viventi, e soprattutto dell'uomo e delle "sfere" ad esso inerenti: psicologica, socioculturale, politica, religiosa etc.
Da alcuni decenni a questa parte sta crescendo il numero di studiosi che manifestano una posizione critica verso il meccanicismo e il riduzionismo, auspicando un nuovo paradigma che non si ispiri più al dispositivo meccanico come modello del reale, o alla "anatomia" — alla scomposizione analitica pezzo a pezzo, aspetto per aspetto — come modello di riferimento per le varie metodologie di indagine. Non si può più a lungo ignorare che ciò che è stato analizzato, scomposto, ridotto appunto, debba prima o poi essere ricomposto e che fino a quando una scienza non riesce a completare il processo conoscitivo — a tornare all’intero, alla globalità da cui è partita — non può dirsi realmente soddisfacente.
Si rende dunque necessario un ampliamento degli orizzonti della scienza, che consenta di produrre non solo una miriade di immagini settoriali ma anche una visione d'assieme di ogni realtà studiata. Questo è, appunto, ciò che si propone il paradigma olistico emergente, che non intende prescindere dai preziosissimi contributi della scienza riduzionista, impegnandosi però a collegarli tra loro, evidenziandone l'interdipendenza e ricomponendo così l'intero da cui si era partiti. L'obbiettivo è di accogliere sia la visione razionale-matematica-materialista sia la visione intuitiva-artistica-spiritualista, non più viste come antagoniste, ma conciliandole e coordinandole tra loro. Come infatti ha dimostrato la fisica quantistica, è inevitabile che coesistano modelli diversi della realtà — oggettuale e processuale, corpuscolare e ondulatorio, riduzionistico e olistico — e il punto è di dargli pari dignità e impegnarsi a trovare i ponti di collegamento tra i due, le vie attraverso le quali sia possibile tradurre dall'uno all'altro e quindi pervenire ad un modello integrato di livello superiore, insomma ad un metamodello.


Quali sono le implicazioni spirituali del paradigma olistico?

Molte culture e religioni, sin dalla più remota storia umana, considerano l’esistenza come una Unità, un Tutto, un’unica infinita divinità che nelle differenti culture viene chiamata Tao, Dio, Logos, Brahman, Coscienza Cosmica, Infinito, Grande Spirito.
Questa unità cosmica - nelle antiche tradizioni - veniva raffigurata con un cerchio raffigurante l’infinito,


il Tao


o simboleggiata nei miti da un "uovo d’oro"
o uovo cosmico
L’universo materiale diventa Brahman una infinita Coscienza Cosmica dai mille volti e dalle mille membra a significare le molteplici dimensioni materiali e spirituali della creazionne, diventa uno Shiva Nataraj che danza roteando nelle galassie. La Terra diventa Gaia, la Grande Madre che anima e dà sacralità alla vita.


Brahman
Shiva Nataraj
Gaia
Secondo il paradigma olistico l’infinita intelligenza del Tutto si realizza concretizzandosi fisicamente nel grande gioco dell’evoluzione della vita e della coscienza. Così ogni creatura, ogni unità vivente rispecchia in sé il Tutto con differenti livelli di consapevolezza e libertà di arbitrio.
Il paradigma olistico si basa quindi su un modello unitario dell’essere umano che ha come centro interiore l’unità della coscienza e come espressione fisico-energetico manifesta la complessità dei piani di realtà, dai livelli somatici ai più sottili livelli mentali e spirituali.
Il paradigma olistico è un gioco circolare di conoscenza: il suo assunto di base è che, essendo il Tutto nel tutto, conoscere se stessi è la chiave per la conoscenza globale della grande vita di cui si è parte integrante e, attraverso questa autorealizzazione, diventare così co-creatore del processo di crescita e di evoluzione.



IL PARADIGMA OLISTICO
L’anima comune della cultura emergente
 
Olos in greco significa “il Tutto”, l’Unità Globale”


Cos'è un paradigma?                                                                                                  
Ma che cos'è un paradigma, e perchè è così importante in questo momento storico?
Un paradigma è uno schema collettivo di interpretazione della realtà, un modello dell'essere umano e del mondo, che può condizionare – positivamente o negativamente - il modo di pensare e di vivere di una piccola parte della società o di un'intera civiltà.
Il paradigma che ha dominato la nostra civiltà negli ultimi secoli è un paradigma dicotomico. La base filosofica di questo paradigma si basa sulla divisione o dicotomia cartesiana tra scienza e coscienza, tra materia e spirito, tra res extensa e res cogitans(2). Questa dicotomia tra scienza e coscienza ha creato una biologia priva del concetto di vita, un concetto di evoluzione casuale senza intelligenza, una medicina senza anima, una psicologia senza coscienza, una logica economica senza etica.

fonte:encicopledia olistica

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