giovedì, marzo 27, 2014


"I poteri divini dell'Azione vivente in noi, tendono niente meno che ad aprire il nostro centro interiore della nostra anima a tutti i "fratelli" passati, presenti e futuri, per stringere, tutti insieme, il Patto col Divino, e finalmente schiuderci tutti i tesori spirituali e naturali sparsi in ogni regione; e restituirci, per così dire, l'Azione delle cose. In questo mondo ci sono tanti uomini senza intelligenza, proprio perché ce n'è sono pochi che lavorano a diventare realmente capaci d'Azione. Con l'irrompere dello Spirito Universale in noi, e con lo slancio del nostro Spirito, che possiamo arrivare ad essere capaci d'Azione. Con questo slancio abbandoniamo ogni principio dei gusci, quelli che ci permettono di manifestare le sue proprietà, slancio che opera in noi quello che il 'soffio' opera negli animali, o quello che l'aria opera nella natura.

Louis Claude de Saint Martin

lunedì, marzo 24, 2014

Al di là dei 3 livelli dell'anima c'è Kether, l'Altissimo.




I cabalisti dicono che l'anima dell'Uomo è composta principalmente da 3 parti:



1. NEPHESH: è l'anima carnale, istintuale, concupiscibile-emotiva, quella della vita elementare del'uomo. E' emanata dagli Arconti e ritorna a loro perchè fa parte della loro materia astrale (tra l'altro si può così capire come gli anima-li posseggano solo Nephesh). Ha sede nel fegato. Entra nel corpo al momento della sua formazione (embrione) e ne esce a putrefazione completa: è l'ultima a lasciare il corpo, il che è comprensibile visto che il suo supporto è unicamente carnale.




2. RUACH: è il soffio, l'anelito, l'anima-sentimento vivente e fluttua tra l'anima divina (Neshamah) e quella corporale arcontica (Nephesh). Ha sede nel cuore. Entra nel corpo al momento del primo respiro (nascita) e ne esce (dalla bocca) con l'ultima espirazione: è la seconda a lasciare il corpo. Questo fa presupporre che la parvenza del divino entri in noi solo al momento della nascita il che innesca una discussione se l'aborto sia da considerare omicidio oppure no. Forse sì dal punto di visto unicamente fisico e no da quello divino.





3. NESHAMAH: è l'anima spirituale. Entra nel corpo materiale per ultima al momento dell'età puberale e lo lascia di solito ancora prima del momento che viene definito da noi come morte. L'individualità umana può sussistere anche senza la presenza effettiva di Neshamah dato che per vivere il corpo ha unicamente bisogno di una Nephesh. Ha sede nel cervello e corrisponde in un certo modo al Terzo Occhio, alla Colomba dello Spirito Santo: è la prima a lasciare il corpo. E' associata a Hokmah (Sapienza, Sophia) ed è la Paredra di Kether (l'Altissimo in noi). Faccio notare che in greco paredra significa "colei che siede accanto".




(...)

Al di là dei 3 livelli dell'anima c'è Kether, l'Altissimo.




  • Nefesh
  • Ruach
  • Neshamà
  • Chayà
  • Yechidà

Sembrerebbe che Yechidà e "Chayà"sono gli stadi dell'anima più elevati ed è possibile raggiungeli soltanto dopo una lunga azione ed in relazione all’evoluzione delle altri parti dell'anima.


"L’anima è la nostra coscienza, il nostro livello di consapevolezza di Dio [i cinque livelli dell’anima si riferiscono ai vari livelli di coscienza del divino, la cosiddetta “scala dell’anima” che appoggiata alla terra sale verso il Cielo]. Il primo livello di base dell’anima è Nefesh – anima immanente/vitale, poi salendo di un gradino troviamo Ruach – spirito, soffio, e quindi Neshama – anima divina, respiro, Chayà – essenza vivente, per arrivare alla radice/sorgente della nostra anima – Yechidà, Dio, essenza unica, il massimo livello dell’anima in cui siamo tuttora uniti a Dio, la nostra sorgente], l’anima è la catena dei nostri pensieri, sentimenti, parole, idee, valori, atteggiamenti e comportamenti."da http://www.laviadellacabala.org/2011/04/273/

e lo scopo dell'anima sarebbe:


"L’anima scende in questa dimensione inferiore dell’universo, stage per il lavoro di creatori che siamo venuti a realizzare sulla terra, al fine di emulare Dio e diventarGli simili in essenza, per riunificate il Cielo e la Terra, lo spirito e la materia." da http://www.laviadellacabala.org/2011/04/273/

Mi sorprendono le analogie con il concetto di Anima dell'Islam dove riconoscono anche qua 3 parti dell'anima che vengono definite come il corpo o vettore, la coscienza o nafs e l'anima ruh. da notare la somiglianza nei termini:


ruach - ruh


nefesh - nafs



Detto questo credo si possa partire


 a fare uno studio bellissimo

,
 daltronde, la Verità sta sempre



nel mezzo... :-)



martedì, marzo 18, 2014

....Un dono




Anime che condividono la magia dell'universo 
Momenti magici....attimi felici, grazie di cuore.
Angela

lunedì, marzo 17, 2014


L'anima, che trasvola dal mio corpo
dentro il sonno abissale d'ogni notte,
riflette in sé le costellazioni
massime; e immaginando, entro la sfera
della sua breve nuvola, il superno
giro dei dodici astri eterni, specchia
in sé l'ordine identico dei mondi.

Quando poi, sull'aurora, torna mia
la veglia di quell'anima celeste,
porto nel ritmo ciclico del sangue
dodici forze d'oro per la vita,
dodici gruppi di potenti suoni,
benché taciuti in organi di terra.

Arturo Onofri

sabato, marzo 15, 2014






Una delle cose più belle nella vita, è trovare 

qualcuno che riesce a capirti, senza il bisogno di 

dare tante spiegazioni.


(Kahlil Gibran)

venerdì, marzo 14, 2014

La saggezza della Chassidut


Baal Shem Tov  - La discesa allo scopo dell’ascesa
Quando un uomo deve salire da un livello all’altro, prima della sua ascesa deve prima sperimentare una discesa. Il paradosso è che il vero scopo della discesa è l’ascesa. Da qui si può vedere quanto sforzo è richiesto nel servizio di Hashem. Anche quando cadete o scendete in qualsiasi modo, non dovete mai permettere a voi stessi di perdere l’equilibrio al punto da avere una bassa stima di voi stessi o disprezzarvi. Dovete rifiutare di considerarvi lontani da Hashem ma invece aspirare a salire ancora più in alto di prima della caduta, portando con voi le parti della vostra anima, le scintille sante, che avete recuperato, liberate, purificate e innalzate con la vostra discesa in basso e la vostra successiva risalita.
Il Baal Shem Tov insegna che, giusto un momento prima che una persona venga messa alla prova dal Cielo, perde tutta la sua conoscenza ed entra in uno stato di mochin de katnut, uno stato di coscienza, consapevolezza, inferiore, e deve affrontare la prova inviatagli solo con i suoi istinti essenziali. Questo significa che non è quando sappiamo quello che dobbiamo fare che veniamo messi alla prova dall’Alto, ma esattamente nel momento in cui ci sentiamo come se avessimo dimenticato tutto quello che sapevamo. Ecco come l’Altissimo può veramente vedere se siamo cresciuti!
Noi esseri umani andiamo a caccia in tutto il mondo alla ricerca di cose:
Scaliamo alte montagne, e scendiamo nelle profondità dei mari, andiamo nel deserto e nella natura.
C’è un luogo in cui trascuriamo di cercare: il nostro cuore. Ma è lì che troveremo Hashem.
-Rabbi Tzadok HaKohen of Lublin
“Tutto è nelle mani del Cielo, eccetto il timore del Cielo” (Talmud Berachot). Questo s’intende esattamente così com’è. Tutto! Stipendio, salute, amicizie. Il nostro libero arbitrio consiste nell’essere consapevoli di questo o vivere in uno stato di sonno o amnesia.
C’è un detto popolare che dice: “Con la verità uno può andare in tutto il mondo”. Il Baal Shem Tov ha spiegato: “Questo perchè sarà buttato fuori da un posto dopo l’altro”
Il Rebbe di Kotz domanda e risponde: “Dove può essere trovato Dio? Ovunque si lascia entrare il Santo Benedetto”. Benedico tutti noi di aprire i nostri cuori e fare spazio affinchè la Luce li illumini.

 Miriam Oryah


AMORE SOLARE



Il vero amore è il sentimento più nobile che può essere generato nell’uomo, ma anche la forza più potente in grado di spalancare le porte dell’anima e dei mondi invisibili.
L’amore è materia, come il calore, l’elettricità, la luce. Esso irradia potente e si riversa sulle persone amate, penetrandole con la sua forza, curando le ferite dell’anima e del corpo, stabilendo un legame di compassione e di fedeltà che neanche la morte può spezzare.
Amore è dunque un profondo stato di comprensività. E’ desiderio di penetrazione. E’ Cupido armato di arco e freccia, che scaglia il suo dardo verso il cuore dell’innamorato, perché la freccia penetra, trafigge e trapassa. Due essenze che si mescolano sino a non essere più riconoscibili nella loro individualità, un mistico profumo che irradia dall’anima degli amanti e li avvicina al mondo della verità.
L’amore per i sofferenti è la più alta espressione della carità. E’ l’amore che salva e guarisce, che offre il sacrificio di sé per il bene del proprio fratello. Amare il prossimo è compiere un’opera divina. L’amore dell’Iniziato è il profondo desiderio di unità con la propria anima, la fremente aspirazione a compenetrare il Pensiero Divino sino a riconoscersi nella medesima unità, che è eterna e senza limiti.
Quando il desiderio è impuro, inquinato dall’egoismo, l’amore è mentale, infima parodia del vero amore. Chi ama con la mente vive prigioniero nel circuito delle forme inconsce, dei fantasmi del desiderio insoddisfatto, della volubilità delle impressioni e dell’apparenza.
La sua anima è l’Eva della tradizione biblica, sensibile alla seduzione del mondo fenomenico (il Serpente), che tenta caparbiamente il Pensiero-Volontà (Adamo), offrendogli in dono il frutto dell’Albero proibito (percezione sensista), perchè si senta simile a Dio.
Maria è invece l’anima redenta dell’uomo che ha conquistato la santità e la saggezza, la Regina del vero amore, la Madre di tutti i miracoli e la feconda generatrice del Cristo interiore. E’ l’Iside Egizia, sposa e sorella di Osiride, suprema protettrice dell’amore magico e della rigenerazione spirituale.
Tuttavia, per divenire magico, l’amore dev’essere il frutto di una perfetta intesa tra le parti dell’uomo: il corpo fisico, il Corpo Lunare e il Corpo Mercuriale, uniti da una sola volontà diretta al bene e alla felicità di se stessi o della persona amata.
Tutte le forme di amore sono aspetti dell’unico vero amore, che coinvolge l’uomo sino a trasformarlo profondamente, straripando negli altri come un torrente di forza benefica e purificatrice.
Tratto da: Mario Krejis, Ermetismo e Alchimia, cap 15 pag 140
Ringraziamo l’amico Kore Kosmou per avercelo inviato
da Visione Alchemica

giovedì, marzo 13, 2014

lunedì, marzo 10, 2014




Tu non sei un essere umano che sta vivendo

un'esperienza spirituale.


Tu sei un essere spirituale


che sta vivendo un esperienza umana.


Wayne W. Dyer

domenica, marzo 09, 2014

Una potente ed antica preghiera della Qabbalah ebraica.


Ana Be' Koach


Una potente ed antica preghiera della Qabbalah ebraica.

1) Anà Beko’ach Ghedulàt Yeminchà Tatìr Tzerurà
    Per favore, con la forza della grandezza della Tua destra sciogli la prigioneria

2) Kàbel Rinàt Amechà Saghèvenu Tahàrenu Norà
    Accetta la preghiera del Tuo popolo, innalzaci e purificaci, o Temibile.

3) Nà Ghibòr Dorshèi Ychudchà Kevavàt Shomrèm
    Per favore, o Forte, custodisci come la pupilla coloro che ricercano la Tua unità.

4) Barchèm Taharèm Ràchamei Tzidkatchà Tamìd Gomlèm
    Benedicili, purificali, la misericordia della Tua giustizia sempre concedi loro.

5) Chasìn Kadòsh Beròv Tuvchà Nàhel Adatechà
   Potente, Santo, con la Tua grande bontà guida la Tua comunità.

6) Yachìd Gheè LeAmchà Fenè Zòchrei Kedushàtecha
    Unico, Elevatissimo, volgiti al Tuo popolo, che ricorda la Tua santità

7) Shavàtenu Kàbel Ushmà Tzaakatènu Yòdea Ta’alùmot
    Accogli la nostra invocazione e ascolta il nostro grido, che conosci i misteri.

Barùch Shèm Kevòd Malchutò Le’olàm Va’èd (recitato molto sottovoce).
Sia Benedetto il Nome Glorioso del Suo regno per sempre.


La preghiera Ana Be’Koach fu scritta dal Rabbi Nehonia, uno dei maggiori Khabbalisti del I° secolo; composta da sette righe di sei parole ciascuna. Se si prende la lettera iniziale di ogni parola di cui è composta ogni riga, si trovano le quarantadue lettere che formano il nome di Dio di 42 lettere. La combinazione di Ana Be’Koach è detta nascosta nelle prime 42 lettere del Libro della Genesi: dalla parola “Bereshit” alla parola “Vayoho”, secondo un calcolo ed una traslazione qabbalistica segreta. Da notare che nella seconda frase le iniziali delle parole formano tra loro la frase “Kra Satan” che significa distruggi le forze sataniche. Le Sette righe corrispondono anche a sette sefire e precisamente: la prima riga a Chesed, la seconda a Ghevurah, la terza a Tiferet, la quarta a Netzach, la quinta a Hod, la sesta a Yesod e la settima a Malchut. Le sette righe  corrispondono anche ai sette giorni della settimana, ogni riga va quindi meditata ogni giorno insieme alla corrispondente sefira. L’Ana Be’Koach è un da considerarsi un mandala di incredibile bellezza. Dal nome di Dio formato da 42 lettere nascono 42 Nomi di angeli, che guidano ogni aspetto della vita. Le 42 lettere inoltre fanno riferimento alle quarantadue tappe del viaggio dei figli di Israele nel deserto, modello del cammino di ognuno di noi dalla schiavitù alla libertà.  La Torah (in Numeri 33) riporta i viaggi-tappe dei figli d’Israele nel deserto, prima di entrare nella Terra Promessa. Questo viaggio può apparire una semplice cronologia storica, dove la nazione d’Israele si è mossa da un luogo all’altro. Tuttavia dobbiamo ricordare che il movimento nello spazio-tempo implica anche un movimento nella coscienza. Ogni volta, in ogni luogo, la coscienza collettiva della nazione israelita fu smossa per trarre lezioni profonde. Le 42 tappe del soggiorno nel deserto, rappresentano l’intento di ogniuno di noi di giungere individualmente alla propria  “Terra Promessa” interiore, un luogo di armonia e integrazione, la vera “casa” dell’anima. I custodi dei segreti della Torah (i Mekubalim), hanno preservato a lungo l’insegnamento delle quarantadue soste nel deserto verso la Terra Promessa quali corrispondenti al Nome Santo del Creatore di 42 lettere. Questo Nome Santo speciale è in se stesso un codice segreto, una combinazione di lettere che fu usata da Dio per creare i cieli e la terra. In altre parole, questo Nome Santo di 42 lettere è il canale attraverso cui le dimensioni superiori incanalano la Volontà Divina verso le dimensioni inferiori.
Quindi la meditazione su questo nome divino e sui suoi significati corrispondenti, permette alla coscienza limitata della mente umana di trascendere i suoi attaccamenti spazio-temporali e di viaggiare nei regni della dimensione superiore della mente, sperimentando le realtà superiori che guidano la nostra esistenza così come Dio guidò i figli d’Israele nella loro attraversata del deserto. Mentre la tecnica meditativa effettiva con il Nome Santo di 42 lettere è riservata a chi è adeguatamente preparato per compiere questo viaggio (ascesa), c’è un’altra tecnica di cui tutti possono usufruire per connettersi a questa conoscenza sacra e nascosta. I cabalisti insegnano che la recitazione dei nomi delle 42 tappe lungo la strada verso la Terra Promessa agisce come un dispositivo di meditazione a sè stante. I nomi delle 42 località nel deserto, quando recitati in questa forma meditativa, si dice abbiano una forte influenza sulla mente conscia e inconscia e possono anche aiutare chi si trova ad affrontare la malattia fisica. Ognuno dei nomi delle 42 località-tappe nel deserto corrisponde a ciascuna lettera del Nome Santo di 42 Lettere. Perciò quando si recita ogni tappa, si contempla anche la lettera individuale del Nome Santo di Dio di 42 lettere ad essa corrispondente. Capire cosa significa tutto questo, come e perchè funziona è irrilevante infatti, la nostra mancanza di comprensione non impedisce alle influenze delle dimensioni superiore di agire e di svolgere le loro funzioni come stabilito dall’Influenza Superiore.

In ebraico il nome sacro di 42 lettere viene pronunciato così: (1)Alef, (2)Bet, (3)Gimel, (4)Yod, (5)Tav, (6)Tzade, (7)Kof, (8)Resh, (9)Ayin, (10)Shin, (11)Tet, (12)Nun, (13)Nun, (14)Gimel, (15)Dalet, (16)Yod, (17)Kaf, (18)Shin, (19)Bet, (20)Tet, (21)Resh, (22)Tzade, (23)Tav, (24)Gimel, (25)Het, (26)Kof, (27)Bet, (28)Tet, (29)Nun, (30)Ayin, (31)Yod, (32)Gimel, (33)Lamed, (34)Pey, (35)Zayin, (36)Kof, (37)Shin, (38)Kof, (39)Vav, (40)Tzade, (41)Yod and (42)Tav.

Le quarantadue tappe nel deserto, nell’originale ebraico, sono le seguenti. Le lettere suddette sono associate a ciascun nome-tappa corrispondente:
1. אAlef, Ramses. 2. בBet, Succot. 3. גGimel, Etam. 4. יYod, Pi HaChirot. 5. תTav, Marah. 6. ץTzadè, Elima. 7. קKof, Yam Suf. 8. רResh, Midbar Sin. 9. עAyin, Dafka. 10. שShin, Alush. 11. טTet, Refidim. 12. ןNun, Midbar Sinai. 13. נNun, Kivrot HaTa'avah. 14. גGimel, Chatzerot. 15. דDalet, Ritmah. 16. יYod, Rimon Paretz. 17. כKaf, Livnah. 18. שShin, Risah. 19. בBet, K'helatah. 20. טTet, Har Shafer. 21. רResh, Harada. 22. צTzade, Makhelot. 23. תTav, Tachat. 24. גGimel, Tarach. 25. חChet, Mitkah. 26. קKof, Hashmonah. 27. בBet, Moserot. 28. טTet, Benei Ya'akan. 29. נNun, Hor HaGhidgad. 30. עAyin, Yotvatah. 31. יYod, Avronah. 32. גGimel, Etzyon Gaver. 33. לLamed, Kadesh. 34. פPeh, Hor Ha Har. 35. זZayin, Tzalmonah. 36. קKof, Punon. 37. שShin, Ovot. 38. קKof, Iyeh HaAvarim. 39. וVav, Divon Gad. 40. צTzade, Almon (Divlataymah). 41. יYod, Harei HaAvarim. 42. תTav, Arvot Moav.

Cito ora solo le 42 tappe:
Ramses. Succot. Etam. Pi HaChirot. Marah. Elima. Yam Suf. Midbar Sin. Dafka. Alush. Refidim. Midbar Sinai. Kivrot HaTa'avah. Chatzerot. Ritmah. Rimon Paretz. Livnah. Risah. K'helatah. Har Shafer.  Harada. Makhelot. Tachat. Tarach. Mitkah. Hashmonah. Moserot. Benei Ya'akan. Hor HaGhidgad. Yotvatah. Avronah. Etzyon Gaver. Kadesh. Hor Ha Har. Tzalmonah. Punon. Ovot. Iyeh HaAvarim.  Divon Gad. Almon (Divlataymah). Harei HaAvarim. Arvot Moav.

Questa tradizione sacra, come tante altre di questo genere, è diretta ad aiutare la mente scollegata a riconnettersi alle realtà delle dimensioni superiori, sollecitando il loro potere e direzione nelle nostre vite. La meditazione delle 42 tappe è una delle tecniche che possono aiutarci nell’imparare questa grande lezione. Quanto contempliamo i nostri movimenti attraverso la vita, si può vedere in loro una riflessione degli antichi movimenti dei Figli d’Israele nel deserto. Possiamo coltivare la consapevolezza che, in effetti, Dio ci sta guidando in ogni momento luogo i nostri spostamenti quotidani. Il movimento è l’insegnate, la mano invisibile nascosta. Capire il movimento è vedere la Mano rivelata.
Shabbath Shalom
Angela

PADRE ...MIO.....


PADRE....HO IMPARATO   A   ringraziarTI   PRIMA DI CHIEDERE....e..quando. chiedo.... OGNI VOLTA:::è sempre PIU'............Ciò che mi...può  avvicinare  e mi  può collegare   a TE..Perchè TU  SEI RESPIRO....LINFA VITALE....in questa mia  vita terrena ...dove in ogni gesto, sorriso, lacrima, emozione, TI TROVO ::::MI TROVI e per incanto non un fratello....non un maestro....ma IO e TE.   AMEN
Angela!!!

sabato, marzo 08, 2014


Mi piacciono le persone che 

inconsapevolmente ti migliorano la vita,

Per quel mese,


Quel giorno,


Quell'anno o


Solo per un minuto in cui hanno


camminato parallelamente a te.


A. Giaquinta