sabato, dicembre 04, 2010

Il significato magico del Solstizio d’Inverno

Tra qualche settimana avrà inizio il periodo delle celebrazioni e dei festeggiamenti per il Natale e, come ogni anno, la moltitudine globalizzata, con giustificazioni astrattamente religiose, si immergerà repentinamente e totalmente nella demonia del consumismo sfrenato, senza comprendere minimamente o implicitamente che in quei giorni specifici del ciclo annuale qualcosa di straordinario e di magico accade, un evento cosmico che assumeva un alto valore simbolico in tutte le forme assunte dalla Tradizione Primordiale. Questo nostro scritto è mirato proprio a precisare il suddetto aspetto tradizionale, compenetrandolo in una visione organica, che liberi il campo da integralismi e settarismi d’ogni tipo, esplicitando il senso universale di quello che è comunemente conosciuto come il Solstizio d’Inverno, appartenente, in forme giustamente diverse, alla spiritualità di tutte le religioni del mondo. “Non dimentichiamo, infatti, che quell’avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell’Eneide). Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono “Alban Arthuan” (“rinascita del dio Sole”); i Germani, “Yulè” (la “ruota dell’anno”); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”); i Finnici “July” (“tempesta di neve”); i Lapponi “Juvla”; i Russi “Karatciun” (il “giorno più corto”)”. (1) 
Pochi sanno, infatti, che, intorno alla data del 25 Dicembre, quasi tutti i popoli hanno sempre celebrato la nascita dei loro esseri divini o soprannaturali: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horo e il padre, Osiride, si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle. “Nel giorno del Natale il Sole, che, nel suo moto annuo lungo l’eclittica - il cerchio massimo sulla sfera celeste che corrisponde al percorso apparente del Sole durante l’anno -, viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, che culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell’ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all’incirca, 8 ore e 50/55 minuti) (2); raggiunto il punto più meridionale della sua orbita e facendo registrare il giorno più corto dell’anno, riprende, da questo momento, il suo cammino ascendente. “Nella Romanità, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava solennemente la rinascita del Sole, il Dies Natalis Solis Invicti, il giorno del Natale del Sole Invitto, dopo l’introduzione, sotto l’Imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mithra nelle tradizioni religiose romane e l’edificazione del suo tempio nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro a Roma, che era praticamente incluso all’interno di un più vasto ciclo di festività che i Romani chiamavano Saturnalia, festività dedicate a Saturno, Re dell’Età dell’Oro, che, a partire dal 217 a .C. e dopo le successive riforme introdotte da Cesare e da Caligola, si prolungavano dal 17 al 25 Dicembre e finivano con le Larentalia o festa dei Lari, le divinità tutelari incaricate di proteggere i raccolti, le strade, le città, la famiglia. (3) 
Il mito romano narra che il misterioso Giano, il dio italico, regnava sul Lazio quando dal mare vi giunse Saturno, che potrebbe essere inteso come la manifestazione divina che crea e ricrea il cosmo a ogni ciclo, colui che attraversa le acque, ovvero la notte e la confusione-caos successiva alla dissoluzione del vecchio cosmo, per approdare alla nuova sponda, ovvero alla luce del nuovo cosmo, del nuovo creato; come sostiene René Guénon (4), vi è una qualche analogia, fra il dio romano e il vedico Satyavrata, testimoniata dalla comune radice sat, che in sanscrito significa l’Uno. “Nel Lazio, inoltre, nel corso del mese di Dicembre, il dio Conso era festeggiato il 15 Dicembre, nel corso delle Consualia, le feste dedicate alla “conclusione sacrale del vecchio anno” : segnaliamo come dal latino, “condere”, indica l’azione del “nascondere” e/o del “concludere”. Il già citato Giano, associato a Conso, poi, era l’antica divinità latina dalle “due facce”, “dio del tempo” e, specificamente, “dell’anno” ed il cui tempietto, a Roma, consisteva in un corridoio con due porte, chiuse in tempo di pace e aperte in tempo di guerra che, sulla base della sua ancestrale accezione, designa “l’andare” e , più particolarmente, la “fase iniziale del camminare” e del “mettersi in marcia”: regolava e coordinava l’inizio del nuovo anno, da cui Ianuarius, il mese di Gennaio”. (5) Come ci conferma Franz Altheim (6) “Ianus e Consus, nella realtà religiosa romana, si riferivano all’inizio ed alla fine di un’azione” e facevano ugualmente riferimento (… ) “ad eventi fissati nel tempo, ma che si ripetevano periodicamente”, quelli dell’eterno ritorno della luce a discapito delle tenebre. Non dimentichiamo, quindi, come la tradizione romana della festa del dies solis novi affondava le sue radici, sia nel passato preistorico delle genti indoeuropee, a cui i Romani e la maggior parte delle genti Italiche appartenevano, che in quello delle sue stesse basi cultuali: Julius Evola ci ricorda come “Sol, la divinità solare, appare già fra i dii indigetes, cioè fra le divinità delle origini romane, ricevute da ancor più lontani cicli di civiltà” (7). E’ fondamentale a questo punto comprendere come tale rinascita solare rappresenti “solo” il simbolo di una rigenerazione cosmica, in cui il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua seconda nascita spirituale, sviluppando e superando il proprio stato sottile, nella notte del solstizio d’inverno, quando è possibile accedere al deva-yana o “via degli dei” della tradizione indù, alla contrada ascendente e divina in cui l’uomo, restaurando in sé l’Adamo Primordiale, può intraprendere la strada dello sviluppo sovraindividuale. 
Questo è il momento in cui, quando la notte diviene padrona e il buio totale, è necessario mantenere accesa la fiamma della Fede, che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante. Nei tarocchi ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l'unione fra spirito e materia. Il Bagatto ha già davanti a sé tutti i simboli del potere materiale ed è il personaggio che intraprende l'Opera alchemica, lavorando con i tre principi e i quattro elementi (i tre piedi e i quattro angoli del tavolo), grazie alla quale ogni uomo è un metallo, che portato alla sua perfezione, viene chiamato Oro. Il senso più alto della carta è dato dal suo numero, che è l’uno e che indica il motore immobile, il Principio di tutte le cose, anche se il suo cappello a forma di otto allungato simboleggia il movimento d’elevazione spirituale che conduce alla quadratura del cerchio. Uscendo dalla Caverna Cosmica, con il Solstizio d'Inverno, perciò, si passa dal nulla all'unità, geometricamente cioè, dal divenire sensibile, rappresentato dal simbolo della circonferenza, si passa all’eterno presente, che nell’uno e nel centro si esplicita perfettamente.  Significativo è, inoltre, il passo evangelico in cui Giovanni Battista, nato nel giorno del Solstizio d’estate, rivolgendosi a Gesù, nato nel Solstizio d’Inverno, si pronunci in tal modo: “Bisogna che egli cresca e che io diminuisca”. Parimenti è la rappresentazione classica del dio iranico Mithra, raffigurato mentre uccide un toro, con due dadofori ai suoi fianchi, che simboleggiano il corso del Sole: Cautes con la torcia verso l’alto (21 Giugno) e Cautopates con la torcia verso il basso (21 Dicembre). Ecco il simbolismo tradizionale delle porte solstiziali, che corrispondono rispettivamente all’entrata e all’uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta, quella "degli uomini", corrisponde al Solstizio d'Estate, cioè all'entrata del Sole nel segno zodiacale del Cancro, la seconda, quella "degli dei", al Solstizio d'Inverno, cioè all'entrata del Sole nel segno zodiacale del Capricorno. Dal punto di vista iniziatico la caverna, per via del suo carattere di luogo nascosto e chiuso, rappresenta un momento di totale interiorizzazione dell'essere, vale a dire il luogo dove avviene, accedendovi, la seconda nascita dell’iniziato. 
La seconda nascita, corrispondente nel significato ai Piccoli Misteri, si differenzia dalla terza nascita, in uscita dalla porta solstiziale d'inverno, corrispondente, invece, ai Grandi Misteri. La seconda nascita si realizza sul piano psichico, definendosi come rigenerazione psichica; la terza nascita, invece, opera direttamente nell'ordine spirituale e non più psichico, in quanto l’iniziato deve a quel punto aver risolto la sua individualità, trovando così libero accesso alla sfera di possibilità della comprensione sovraindividuale. Qui l’iniziato rivive le tre tappe del processo alchemico: le tenebre s’infittiscono, l'alba s'imbianca, la fiamma risplende. In prospettiva macrocosmica, tutto ciò è simboleggiato dall'ingresso del Sole nel segno zodiacale del Cancro, con il Solstizio d'Estate. Il Solstizio d'Inverno corrisponde, invece, in senso microcosmico, alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto uscita nella luce. Durante questo processo la comprensione esoterica può essere visualizzata come un'illuminazione riflessa che rischiara il buio della caverna: un fascio di luce che penetra da un'apertura nel tetto della caverna e che genera quell'illuminazione di riflesso, descritta anche dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il "Sole Intelleggibile". Nell'ordine microcosmico, per quanto concerne l'organismo sottile individuale, tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il chakra della corona, il kether della Sefiroth. Esso rappresenta il settimo livello del sistema dei chakra e corrisponde a ciò che nella Cristianità viene indicato come il settimo cielo. E' lo stato di consapevolezza della libertà assoluta, la sede del Creatore. Secondo gli indù al chakra della corona si fondono la Prakriti , la sostanza primordiale, e il Purusha, lo spirito, l’essenza. Nel percorso rettilineo tra la seconda e la terza nascita, all'interno della Caverna Cosmica, tra le due porte solstiziali, l'illuminazione, dunque, penetra in noi dalla sommità del cranio, come, secondo i rituali operativi massonici, sulla sommità del cranio di ogni uomo è sospeso il filo a piombo del Grande Architetto, quello che segna la direzione dell'Asse del Mondo. Concludiamo questo nostro scritto col ricordare che la rigenerazione cosmica, di cui si è scritto, è sempre concepita con la discesa e con l’aiuto di un avatara, di cui il Cristo Redentore è l’ultimo e più splendente esempio:”Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.
Note:
1) tratto dall’articolo “Dies Natalis Solis Invicti”, Alberto Mariantoni, Identità, 2004;
2)
idem
3) idem
4) René Guénon, Alcuni aspetti del simbolismo del pesce, in Simboli della Scienza Sacra, ed. Adelphi;
5) tratto dall’articolo “
Dies Natalis Solis Invicti”, Alberto Mariantoni, Identità, 2004;
6) Franz Altheim, Storia della Religione Romana, Ed. Settimo Sigillo, Roma, 1996, pag. 69 e 70;
7) Julius Evola, La Tradizione di Roma, Ed. di Ar, collezione “Areté”, Manduria, 1977, pag. 138).
di Luca Valentini
http://www.disinformazione.it/




IL CIELO DEL MESE:DICEMBRE 2010
Costellazioni,pianeti ed eventi astronomici






Le notti sempre più lunghe di Dicembre ci permettono, a patto di cominciare ad osservare appena tramontato il Sole, di rivolgere un ultimo sguardo alle costellazioni tipicamente estive, Cigno, Lira e Aquila, che declinano inesorabilmente verso occidente. Dalla parte opposta del cielo, ad Est, si fanno notare le luminose costellazioni invernali, con l’inconfondibile e bellissimo Orione. In queste lunghe notti il cielo terrà i più curiosi ben occupati con molti eventi celesti, a partire dalle congiunzioni mattutine (avvicinamenti prospettici di oggetti celesti) con protagonisti Venere, Saturno e la Luna, alle stelle cadenti Geminidi che ci regaleranno fino a 100 meteore/ora, fino al solstizio d’Inverno quando il Sole fermerà il suo progressivo abbassamento sull’orizzonte per ricominciare ad alzarsi nel cielo, ed il giorno ricomincerà a crescere a spese delle notte.
Approfittiamo per rivolgervi i nostri auguri di buone feste e felice anno nuovo!
(E non dimenticate di venirci a trovare all’osservatorio!)
Come regalo ecco il nostro consueto video sul cielo del mese:




 
costellazioni e stelle
Andromeda e Perseo segnano lo Zenit, brillando alte nel cielo serale.
A Sud il quadrato di Pegaso ;  il Toro con la luminosa stella Aldebaran  e le Pleiadi sono  ben visibili, subito sopra la cintura di Orione.
Da Est, Procione e Sirio,cani fedeli, seguono il cacciatore Orione. Castore, Polluce, i due Gemelli, e Capella splendono nel cielo di questo mese.
A Nord l’Orsa Maggiore si è arrampicata a destra della Polare e con la coda tocca l’orizzonte.
 
pianeti
Mercurio è visibile nel cielo occidentale al tramonto durante i primi giorni di dicembre;  il primo Dicembre raggiunge la massima elongazione EST, ma sarà in ogni caso molto difficile da osservare, molto basso sull’orizzonte OVEST per appena un’ora dopo il tramonto del Sole. Il 7 dicembre, potremo usare una sottile falce di Luna come guida per individuare Mercurio, che si troverò poco sotto. Un binocolo faciliterà molto la ricerca. A metà mese il piccolo pianeta si troverà troppo vicino al Sole per essere osservato, riemergerà nella parte opposta del cielo, sopra l’orizzonte orientale, a partire dal 20 Dicembre e precederà il sorgere del Sole. Durante l’ultima parte del mese le apparizioni mattutine di Mercurio saranno le più favorevoli per l’osservazione, a partire dai primi giorni di Gennaio 2011 comincerà nuovamente la sua corsa di avvicinamento (prospettico) verso il Sole.
Venere brilla inconfondibile nel cielo mattutino. Raggiungerà nel corso del mese la magnitudine -4,7! Per fare un confronto Sirio, la stella più luminosa del cielo brilla di magnitudine -1,1. In luoghi eccezionalmente bui è possibile vedere le ombre generate dalla luce di questo splendente pianeta.
La dimensione del disco del pianeta si ridurrà sensibilmente da inizio a fine mese, passando da 42 a 24 secondi d’arco.

Marte ad inizio mese si troverà molto basso sull’orizzonte occidentale, quasi inosservabile.
Giove sarà l’unico pianeta ben visibile nel cielo serale, nel corso del mese anticiperà il suo sorgere di quasi un’ora, a fine Dicembre lo vedremo tramontare poco prima della mezzanotte. Lentamente questo gigantesco pianeta si sta allontanando dalla Terra, questo si traduce in una diminuzione della sua dimensione apparente del 10% tra inizio e fine mese.  La banda equatoriale sud, “scomparsa” qualche mese fa, sta lentamente riemergendo, un evento da non perdere, osservabile anche con strumentazione modesta. Durante il mese si sposterà dalla costellazione dei Pesci a quella dell’Acquario.
Saturno forse il più bello tra tutti i pianeti ci mostra in tutto il loro splendore i suoi splendidi anelli. È ben visibile per tutto il mese nella seconda parte della notte a partire dalle ore 2. Brilla nella costellazione della Vergine.
Urano continua ad accompagnare il ben più luminoso Giove, condividendono anche gli orari di osservabilità. È rintracciabile con un binocolo poco più ad EST rispetto a Giove.
Nettuno brilla di magnitudine 7,9 nella costellazione del Capricorno, non lontano dalla stella Mu Capricorni di magn. 5 che può essere utile come riferimento per rintracciare questo remoto pianeta. Si trova decisamente più ad Ovest rispetto alla coppia Giove-Urano, è visibile nella prima parte della notte.


eventi del mese
IN PRIMO PIANO: 13-14 Dicembre – Massima attività delle Geminidi.
Possiamo aspettarci un vero e proprio spettacolo, con 100 meteore visibili ogni ora durante la fase di massima attività. Purtroppo la Luna disturberà le osservazioni nella prima parte della notte, troveremo le migliori condizioni di osservabilità dopo la mezzanotte, quando la Luna comincerà a tramontare e la costellazione dei Gemelli, “punto di partenza” di queste meteore, sarà ben alta nel cielo.

Lo sciame delle Geminidi sarà attivo dal 6 al 19 Dicembre. Maggiori informazioni nell’articolo dedicato:
Geminidi stelle cadenti a Dicembre.


 
1 Dicembre, nel cielo mattutino, non molto prima dell’alba, una bella falce di Luna calante brilla poco lontana da Saturno.
Mercurio raggiunge la massima elongazione est, sarà separato dal Sole di 21°.

2 Dicembre, Venere, la stella Spica della Vergine e la Luna “compongono” uno spettacolare panorama celeste nel cielo mattutino.
3 – 10 Dicembre, un periodo non disturbato dalla luce lunare ci da l’occasione di esplorare gli oggetti  più deboli del cielo invernale.
4 Dicembre, Venere, che brilla nel cielo mattutino, raggiunge la sua massima luminosità per questo mese, magnitudine -4,7.
9 Dicembre, Giove, attorno alle ore 21,30, occulta la stella TYC5255-903-1 di magnitudine 10,5.
13 Dicembre, nel cielo serale la Luna al primo quarto si troverà poco lontana dal brillante Giove. Osservando Giove al telescopio possiamo trovare i 4 satelliti medicei su un solo lato del pianeta.
13 – 14 Dicembre, massima attività dello sciame meteorico delle Geminidi, attese circa 100 meteore/ora.
18 – 24 Dicembre, l’asteroide Iris, di magn. 8,6, passerà a circa un grado dall’ammasso aperto M67 nel Cancro.
20 Dicembre, Mercurio in congiunzione inferiore con il Sole.
21 Dicembre, Eclissi Totale di Luna, non visibile dall’Italia.

22 Dicembre, solstizio d’inverno alle ore 00h38m (Tmec), il giorno più corto con le ombre più lunghe.
Legenda:
Evento visibile ad occhio nudo Evento visibile con l’ausilio di un binocolo Evento visibile al telescopio.






Nel cielo notturno è possibile seguire il movimento di alcuni satelliti e della Stazione Spaziale.
Per sapere quando saranno visibili seguite la nostra guida su come osservare la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).



la luna
  • 5 Dicembre – Luna Nuova
  • 13 Dicembre– Primo Quarto
  • 21 Dicembre– Luna Piena
  • 28 Dicembre– Ultimo Quarto
La Luna è all’apogeo il 13 alle ore 11 e raggiunge il perigeo il giorno 25 alle ore 14.
Valore epatta anno 2010 = 14


il sole
05 Dicembre 2010 Sorge 07h45m | Tramonta 16h50m
15 Dicembre 2010 Sorge 07h54m | Tramonta 16h52m
25 Dicembre 2010 Sorge 07h59m | Tramonta 16h56m
Il primo Dicembre si avranno 9h22m di luce solare, il 20 Dicembre 9h07m, si perdono 15 minuti di luce.
Dopo il solstizio il giorno comincerà ad allungarsi, il 21 dicembre si avranno 9h06m, il 31 9h10m, si guadagneranno 4 minuti di luce.

Il Sole transiterà per la prima parte del mese nella costellazione dell’Ofiuco, entrerà nella costellazioni del Sagittario il giorno 18 Dicembre 2010.
Fonte Effemeridi: Almanacco 2010 dell’Osservatorio Astronomico Comunale “G.D.Cassini” di Perinaldo ed. Stellaria