giovedì, ottobre 28, 2010

Le forme pensiero



Il corpo mentale è il veicolo dell'Ego che risiede nel corpo causale e dove si esprime col pensiero astratto; il corpo di cui parliamo, quantunque sia il veicolo della coscienza sul piano mentale inferiore, "lavora" ugualmente nei corpi astrale e fisico dell'uomo; l'Ego si esprime e agisce come Osservatore distaccato, tramite l'intelletto.
È bene tenere presente che la quinta razza, la nostra, nello stadio attuale di evoluzione, sta sviluppando il corpo mentale concreto.
Le seguenti suddivisioni sono fatte a scopo di analisi e di studio, perché in effetti il Sé è Uno, per quanto varie possano essere le forme nelle quali si manifesta. Il mentale dell'uomo si divide in due parti distinte:
. Il corpo mentale concreto, con cui esprime i pensieri concreti.
. Il corpo causale, con cui esprime i pensieri astratti e i princìpi.
Il corpo mentale concreto è composto dai quattro sottopiani inferiori, mentre il corpo causale o mente superiore è formato di materia mentale dei tre sottopiani superiori. Esso contiene anche essenza elementale del secondo regno elementale.
Il corpo mentale è ovoidale e si proietta al di là del corpo fisico, formando un aura che aumenta di volume o dimensione a misura che l'uomo evolve.
Da notare che l'Ego agisce per mezzo del corpo mentale e tramite il sistema cerebro-spinale, mentre il sistema nervoso simpatico è strettamente legato al corpo astrale.
Principali funzioni del corpo mentale:
. Serve da veicolo al Sé allo scopo di concretizzare il pensiero.
. Esprime tali pensieri concreti per mezzo del corpo fisico, agendo attraverso il corpo astrale, il cervello eterico e il sistema cerebro-spinale.
. Sviluppa i poteri di memoria e immaginazione.
. Serve, man mano che l'evoluzione procede, quale veicolo separato di coscienza sul piano mentale.
. Assimila i risultati delle esperienze raccolte in ciascuna vita terrena e passa la loro essenza all'Ego, che è il vero uomo vivente nel suo corpo causale
L'unità mentale o atomo permanente, cuore e centro del corpo mentale, rimane stabile durante tutte le incarnazioni. Esso appartiene a uno dei sette raggi e ha il compito di conservare i risultati di tutte le esperienze acquisite durante le incarnazioni.
Quando l'uomo ha imparato a seguire soltanto gli impulsi del Sé, il suo corpo mentale diviene un riflesso del causale.
Il kama-manas (desiderio-mente) è il sé personale dell'uomo; è il manas inferiore che conferisce la nota individuale, per cui la personalità riconosce se stessa come "io" e, diventando intellettuale, si crede un'entità separata da tutti gli altri esseri, e non si rende conto dell'unità esistente al di là dei suoi sensi.
Le impressioni ricevute dal corpo astrale sono meno durature da quelle ricevute dal corpo mentale che le riproduce costantemente, servendosi della memoria e dell'immaginazione.
Il manas inferiore, quando conquista e sottomette kama (il corpo emozionale), diventa la guida delle più elevate facoltà mentali.
La certezza di poter dirigere se stessi proviene dalla consapevolezza che la natura superiore può dominare quella inferiore, quantunque quest'ultima opponga una strenua resistenza. Questo avviene quando il volere dell'uomo, che proviene dall'interno, padroneggia le circostanze esterne, perché guidato dalle esperienze accumulate.
Con il controllo di kama, il manas superiore diventa sempre più capace di trasmettere gli impulsi provenienti dall'Ego e che fluiscono nel cervello mediante il manas inferiore. L'Ego si manifesta soltanto quando le tempeste sono finite e la calma è profonda, solo allora "la Voce parla".
L'Ego o Anima, quantunque sia onnisciente sul suo piano, nei mondi inferiori lo è solo in latenza, e raramente il manas inferiore afferra qualche lampo nel cervello fisico della conoscenza proveniente dal corpo causale, sorgente principale di ogni sapienza.
Bisogna tenere presente che quando il corpo mentale è colpito da un'onda pensiero, sorge una tendenza a produrre un pensiero simile a quello sorto nella mente di chi a dato origine all'onda e la sua potenza dipenderà dalla forza e dalla chiarezza con cui è stata costruita.
Tutti coloro che pensano hanno quindi una grande responsabilità, perché inevitabilmente i loro pensieri colpiranno una grande quantità di gente. Perciò noi dobbiamo costantemente irradiare pensieri d'amore, di calma, di pace, di aiuto e di buona volontà, servendoci della potenza del pensiero.
La potenza di pensiero di più persone formulata all'unisono è sempre più potente della somma dei loro pensieri separati, perciò è estremamente utile che ci siano riunioni costanti di gente capace di generare forme-pensiero di alto livello.
La produzione di forme-pensiero avviene seguendo alcuni principi:
. La qualità del pensiero determina il colore.
. La natura del pensiero determina la forza.
. Il carattere definito del pensiero determina la chiarezza dei contorni della forma.
. La forza del pensiero e dell'emozione determina la grandezza della forma-pensiero
. La durata dipende dal sostentamento che le viene fornito, dopo essere stata generata, mediante la ripetizione del pensiero, sia da parte del creatore che da parte di altre persone.
Se il pensatore è molto evoluto e il suo pensiero è potente, la forma-pensiero si innalza al di sopra del piano mentale, ammantandosi di materia del piano buddhico, costituendo una grande forza benefica.
Ogni individuo produce tre tipi di forme-pensiero:
. Quelle che, non essendo concentrate né sul pensatore, né particolarmente dirette su altre persone, sono lasciate dietro come una specie di scia che segna la sua strada.
. Quelle che, essendo concentrate sul pensatore, ondeggiano attorno a lui e lo seguono ovunque egli vada.
. Quelle che escono come un dardo dal pensatore dirette verso uno scopo o un oggetto definito.
La forma-pensiero della prima categoria, se non viene in contatto con nessun altro corpo mentale, gradatamente esaurisce la sua forza e quindi svanisce.
Nella seconda categoria il cervello eterico non vi partecipa affatto, perché la trasmissione avviene direttamente tra un corpo astrale ed un altro.
Nella terza categoria il pensatore dirige la sua forma-pensiero direttamente e deliberatamente sul corpo mentale di un altro pensatore. Questo, quando l'umanità avrà sviluppato il mentale superiore, sarà il sistema di comunicazione del futuro. Esso è già adoperato dai Maestri nell'istruire i loro allievi
Una forma-pensiero mandata da una persona ad un'altra rappresenta un vero e proprio trasferimento di una certa quantità di forza e di materia dal trasmittente al ricevente. Essa trasmette un'idea completa e definita, trasferendo l'esatta natura del pensiero a coloro che sono preparati a riceverla.
Una forma-pensiero d'amore o di protezione, diretta fortemente verso un'altra persona (la distanza non conta), raggiunge questa e rimane nella sua aura come uno scudo ed un agente protettore , rinforzando le forze animiche e indebolendo quelle "nemiche" che premono su di lei. Non c'è migliore difesa di un cuore ed una mente puri per proteggerci e proteggere dagli assalti "nemici", perché, avendo dei corpi raffinati o sottili, essi non possono rispondere alle vibrazioni dense e grossolane.
Quando l'uomo sviluppa, crea, dirige e adopera le forme-pensiero coscientemente, la sua potenza è ovviamente molto accresciuta, perché egli può usarla quale agente della propria volontà.
La differenza tra il pensiero buono e quello cattivo dipende dal tipo di essenza elementale influenzata, che può essere più o meno fine. Ricordiamoci che anch'essa evolve mediante l'azione esercitata dai pensieri umani.
Il pensiero può essere trasmesso tramite telepatia diretta tra due cervelli eterici, due corpi astrali e due corpi mentali. Un pensiero produce delle vibrazioni, prima nel corpo mentale, poi nel corpo astrale, quindi nel cervello eterico e finalmente nelle molecole dense del cervello fisico. Con le vibrazioni , l'eterico è influenzato e le onde passano verso l'esterno, finché incontrano un altro cervello ricevente che, a sua volta, le trasmette ai corpi astrale e mentale, arrivando così alla coscienza.
La ghiandola pineale è l'organo di trasmissione del pensiero, ed è possibile accelerarne lo sviluppo in modo che possa adempiere la sua specifica funzione. Nel mondo mentale vi sono dei centri di pensiero il cui contenuto può essere ricevuto da coloro che sono sufficientemente forti e perseveranti. Essi offrono le seguenti possibilità:
. "Vedere" i diversi pensieri e seguirne le tracce fino a coloro che li hanno emessi e riceverne nuovi insegnamenti.
. Conoscere la verità nella Mente universale: questa può essere percepita da coloro che abbiano raggiunto l'unione cosciente con la Divinità o quanto meno se ne possono vedere i riflessi che sono alla portata di chiunque sia dotato di una mente capace d'innalzarsi a Lei.
L'uomo deve lavorare seriamente all'educazione del pensiero e a non lasciarlo vibrare a proprio capriccio; egli deve lasciare passare soltanto i pensieri che vengono dalla sua Anima : quando saprà mantenere la sua mente ferma, viva, vigile e in uno stato di assenza di pensieri, potrà manifestare la più alta coscienza.
L'aspirante deve esercitarsi deliberatamente nell'arte di pensare, in modo che possa influenzare un ambiente più vasto e produrre un effetto molto più grande di coloro che non sono esercitati.
Il corpo mentale dell'uomo è soggetto alle leggi dell'abitudine, come lo sono gli altri veicoli; quindi se lo abituiamo ad un determinato tipo di vibrazione, impara a riprodurlo facilmente e con prontezza, perché agisce come una calamita per tutti i pensieri simili ai suoi, arricchendo così di continuo il contenuto del suo mentale.
È l'ignoranza che permette l'indisciplina mentale, la conoscenza invece ci da la possibilità di controllare e porre sotto il nostro dominio il corpo mentale, tramite la volontà..
Il corpo mentale deve essere purificato e messo in condizioni di lavorare organicamente, per prepararlo alle facoltà occulte, come creare forme-pensiero e vederle per chiaroveggenza, e se anche non si è capaci di vederle, esse sono nel corpo mentale comunque; per questo è molto importante mantenere un grado elevato di purezza ed equilibrio mentale.
Dopo aver appreso la capacità di funzionare coscientemente nel corpo mentale, l'aspirante apprenderà a percepire il carattere illusorio dell' "io personale" , a identificare se stesso con l'uomo reale, l'Ego, a vivere nel corpo causale e in seguito ad unirsi al "Padre celeste".
La circolazione dell'energia mentale nella coscienza degli uomini, dipende dal corretto uso della mente e dalla proiezione della sua luce, sotto forma di illuminazione, a condizione che manteniamo sgombro il canale fra la mente inferiore e la superiore, e così prendere contatto col centro di conoscenza, sia esso l'Anima, la Triade spirituale, il Maestro o la Gerarchia.

Fonte: Associazione Pax Cultura







Le forme pensiero: come facilitare il raggiungimento dell’Armonia e del benessere nella nostra vita


Ogni pensiero mette in movimento una serie di vibrazioni correlative nella materia del corpo mentale, accompagnata da un gioco di colori meraviglioso, come lo zampillio di una fontana illuminata dal sole, ma portato all’ennesimo grado di delicatezza e vivacità di colore. Il corpo portato sotto questo impulso, espelle una parte vibrante di se stesso e questa prende la sua forma dalla natura stessa delle vibrazioni, nello stesso modo che sopra un disco ricoperto di sabbia si formano date figure sotto l’influenza di note musicali diverse. In questa operazione avviene che la particella espulsa attrae a sé materia elementare dal mondo mentale, materia che è di natura straordinariamente sottile.
Otteniamo così una forma pensiero pura e semplice, una entità vivente oltremodo attiva, che attinge vitalità all’idea che l’ha generata. Se essa è fatta di materia delle più sottili, avrà grande forza ed energia, e sotto la direzione di una volontà calma e forte potrà servire da agente potentissimo.
Tre sono i principi generali che determinano la produzione di tutte le forme pensiero:
1. La qualità dei pensieri ne determina il colore
2. La natura dei pensieri ne determina la forma
3. La precisione dei pensieri ne determina la nettezza dei contorni
a. Il significato dei colori nelle forme – pensiero e nelle visualizzazioni Nero
- odio e malignità
Rosso
- dal rosso mattone cupo al rosso scarlatto vivido: collera
- rosso cupo e repellente: passioni bestiali e tutti i pensieri sessuali Marrone
- marrone chiaro (quasi terra di Siena): avarizia
- grigio marrone ferrigno: egoismo
- verde che tende al marrone, macchiato da punti e guizzi scarlatto: gelosia Grigio
- grigio cupo e tetro: depressione
- grigio livido: paura
- grigio verdognolo: falsità
Verde
adattabilità - tinte cupe: falsità e inganno
- tinta delicata e luminosa: simpatia
Rosa
Affetto
- carminio limpido: affetto sano e forte
- se macchiato da marrone grigiastro: sentimento egoistico e accaparrante
- rosa pallido: amore disinteressato
- dal carminio fosco al rosa pallido: dalle passioni grossolane alla compassione
- rosa pallido unito all’azzurro: fratellanza universale
Arancione
- cupo: orgoglio ed ambizione
Giallo
- -in tutte le gradazioni: intellettualità
- ocra scuro: uso dell’intellettualità per scopi egoistici
- giallo cambogio: personalità intellettuale assai elevata
- giallo primula, pallido e luminoso: intelletto più alto e disinteressato
Blu
Sentimenti religiosi
- blu cupo tendente al marrone: devozione egoistica
- blu grigiastro: feticismo misto a paura
- blu intenso e smagliante: adorazione di un cuore devoto
- azzurro pallido: completa dedizione ed unione con il Divino
Viola
Sentimento misto di affetto e devozione
- tinte chiare: capacità di compenetrare e di rispondere ad un nobile ad altissimo ideale
b. Le tre classi di forme pensiero
Le forme pensiero possono essere distinte in tre classi asseconda dell’immagine che riproducono, vale a dire:
1. Pensieri che riproducono l’immagine del pensatore
2. Pensieri che prendono la forme di oggetti materiali
3. Pensieri che prendono una forma totalmente originale e che esprimono le qualità inerenti alla loro natura nella materia che si sono attirata intorno
c. Azione delle forme-pensiero
Le forme di forme pensiero dirette verso un dato individuo producono effetti ben determinati, i quali o si ripercuotono parzialmente sull’aura del ricevente aumentando così il risultato totale, oppure vengono respinte.
La forma di un pensiero di amore o di protezione diretto con forza verso un essere amato, muove verso l’oggetto e rimane nella sua aura quasi come uno scudo, come agente protettore. Nel caso in cui i pensieri, sia buoni che cattivi, vengono proiettati verso determinate persone, prima di adempiere alla loro missione dovranno trovare nell’aura di chi li riceve il materiale adatto a rispondere alle loro vibrazioni. Nessun impasto di materia può vibrare all’infuori di determinati limiti, e se la forma-pensiero si trova oltre i confini entro i quali l’aura può vibrare non potrà avere su di essa effetto alcuno. Anzi verrà da essa respinta e rimbalzerà verso chi l’ha generata, con energia proporzionata alla forza impiegata per proiettarla.
Tutto questo è utilizzabile nell’utilizzare il pensiero e le visualizzazioni in modo consapevole, nel momento in cui vogliamo produrre un certo effetto armonizzante su noi stessi o su di un’altra persona.

Tratto da “Le forme pensiero” di Annie Besant e C.W. Leadbeater




 

mercoledì, ottobre 27, 2010

Il Risveglio - Salvatore Brizzi - legge del sette

ENNEAGRAMMA



Cos’è l’ENNEAGRAMMA?

E’ un diagramma che proviene da antiche tradizioni.
È uno strumento dinamico di auto-conoscenza:
una mappa del nostro percorso individuale di crescita.
Individua 9 tipi psicologici fondamentali:


ogni tipo ha le sue caratteristiche,
un suo centro preferito
una sua compulsione/passione
una virtù e idea santa da integrare…

Indica il percorso dalla falsa personalità
alla vera Essenza.

E’ il filo di Arianna per uscire dal labirinto del nostro amato ego…
Il primo passo è: scoprire che personalità hai!

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Il termine enneagramma proviene dal greco ennea=nove e gramma= segno.
Questo sistema interpretativo è stato sempre trasmesso direttamente da "bocca ad orecchio"
 e solo da pochi anni è uscito dalla segretezza.

Storia dell'ENNEAGRAMMA

Il termine Enneagramma proviene dal greco
ennea= nove, e gramma= segno,
è la stella a 9 punte racchiusa da un cerchio.


E’ un antico insegnamento di sviluppo dell’uomo
che descrive 9 tipi di personalità e il rapporto tra di loro:
ci permette di riconoscere il nostro tipo
e di affrontare meglio il cammino di liberazione dall'ego
superando le sue trappole e fissazioni,
per giungere a vivere nella nostra Essenza.
E' la mappa che indica il nostro cammino individuale di autorealizzazione
o comunque verso una vita più piena e consapevole.
I maestri lo usano per indicare all’allievo l’ostacolo principale
che lo dividono da Dio
e così è per noi…

Questo  sistema interpretativo è stato sempre trasmesso direttamente
da “bocca ad orecchio”
 e solo da pochi anni è uscito dalla segretezza.
 
Questo simbolo fu considerato il segreto dei segreti: la chiave di rinnovamento perpetuo di Sè
 fu gelosamente conservato in Babilonia per più di 2000 anni, per essere rivelato 2500 anni fa a Zoroastro, a Pitagora, a Platone e ad altri grandi saggi.

E' Gurdjieff, maestro spirituale e uomo avventuroso,
che porta i segreti dell'E al mondo occidentale, negli anni 20-30,
avendolo appreso dai sufi.
Il suo contributo alla psicologia fu enorme, soprattutto grazie agli scritti del suo discepolo Ouspensky, anche se non traccia un sistema accurato delle personalità come verrà in seguito, descrisse il funzionamento dei CENTRI della macchina umana.

I maestri sufi ( il sufismo è una scuola iniziatica e mistica autentica),  usavano questa mappa dell'anima per orientare i discepoli nel cammino spirituale.
Se ne trova traccia molto antica anche tra i Padri del deserto.

Fu poi Oscar Ichazo, psicologo contemporaneo, addestrato da un sufi,  che nel '70 divulgò ad una quarantina di medici, psicologi, psichiatri e terapeuti ad Arica in Cile, facendo giurare e sottoscrivere di non divulgare a nessuno queste conoscenze...
Il suo contributo: le fissazioni dell'io, le passioni, le trappole e le idee sante.

Tra i suoi allievi, Claudio Naranjo, professore di psichiatria sociale in Cile, ricercatore e scrittore fu il primo a integrare l'E con la psicologia contemporanea.
Suo contributo: rese operativo l'E individuando i meccanismi di difesa delle 9 personalità, diffuse la TRADIZIONE ORALE dell'E attraverso gruppi in cui le persone, conoscendo il loro tipo, vengono intervistate per mostrare agli altri le proprie dinamiche.

In seguito Ochs (gesuiti),  Palmer e Speeth dalla California lo divulgarono a livello mondiale,
grazie anche ai loro allievi: Riso, Rohr, O Leary  e alle prime pubblicazioni negli anni 72-73.

Ogni autore offre un contributo particolare alla conoscenza dell'E, privilegiando l'aspetto psicologico
o la dimensione spirituale.

Grande contributo hanno dato Riso e Hudson descrivendo i 9 LIVELLI DI SVILUPPO per ogni enneatipo, facendo rilevare che ogni tipo si evolve liberandosi sempre più dalla propria compulsione, fino a trascenderla, da livelli bassi e patologici fino a medi socialmente accettabili e
infine a sani, di piena realizzazione della propria Essenza.

Questa premessa serve per comprendere , seppur in minima parte, l'importanza di questo insegnamento e "la fortuna" di potervi accedere in modo più facile rispetto ad anni fa.

i 3 Centri


La prima distinzione fondamentale riguarda i 3 Centri:
ventre, cuore, testa.
Sono le 3 modalità o funzioni basilari dell'essere umano:
1) Ventre comprende il centro istintivo, motorio e sessuale.   ISTINTO E AZIONE
2) Cuore è il centro emozionale inferiore.           EMOZIONE E RELAZIONE
3) Testa è il centro intellettuale inferiore.     PENSIERO
 
Siamo esseri tricerebrati, ma...
normalmente uno dei centri predomina sugli altri,
 filtrando la percezione della realtà, diventando il nostro centro primario o dominante.
Tendiamo ad utilizzarne un altro come secondario mentre il terzo rimane represso.
Sono tre forme di intelligenza che servono per vivere pienamente.
 Questi centri si sviluppano e funzionano armoniosamente solo
come risultato di un lavoro consapevole su se stessi.

Secondo Gurdjieff è come tre persone che vivono nello stesso organismo:
per la maggior parte della nostra vita noi viviamo in una sola delle 3 parti.
Il nostro centro di gravità passa da un momento all'altro dal pensiero all'emozione al movimento
e ci identifichiamo quasi sempre con la funzione nella quale l'io si trova in quel momento.

Così come siamo non siamo liberi e siamo anche fuori equilibrio.
Abbiamo persone dominate dal corpo (istinto): triade 8-9-1
persone dominate dalle emozioni: triade 2-3-4
persone dominate dall'intelletto: triade 5-6-7

Solo quando diventiamo veramente un Essere dai 3 centri,l'uomo in equilibrio,
 solo allora abbiamo un vero io e quindi la propria volontà.

"Capire con un cervello è allucinare,
 capire con 2 cervelli è semi-allucinare, 
 capire con 3 cervelli significa veramente capire" G.


***Domande: sei consapevole del tuo Centro dominante?
                      come investi il tuo tempo, rispetto ai 3 centri?
                      i tuoi amici come ti percepiscono? (istintivo-emozionale-intellettuale)





I nove tipi dell'enneagramma vengono divisi in gruppi di tre:

Ventre                    intelligenza istintiva     " che cosa faccio?"
temi chiave: sopravvivenza, autoconservazione, sicurezza, controllo, volontà
                    potere, giustizia, azione, fare, creare, sessualità                        

8-9-1: gruppo delle persone “viscerali”. immediati, spontanei e impulsivi e non filtrano con il cervello. Per sopravvivere usano la forza e l'azione.
Gli uomini di pancia reagiscono istintivamente. Il centro del corpo che li guida è l'apparato digerente e il plesso solare. L'orecchio e il naso sono i loro organi di senso più sviluppati. Tutto per loro gira intorno al potere e alla sfida. La vita è per loro un campo di battaglia. Spesso, inconsciamente si occupano di potere e di giustizia. Esteriormente risultano sicuri di sé e forti, mentre interiormente possono essere afflitti da dubbi morali su di sé.
In una situazione nuova dicono come prima cosa: "Qui ci sono io, occupatevi di me", oppure chiedono: "Come mai io sono qua?". Siccome seguono molti impulsi "istintivi", parte del loro compito nella vita è di trasformare i "diversi amori" in amore.


Cuore                       intelligenza relazionale    " che cosa sento?"
temi chiave: gli altri, le relazioni, l'immagine, prestigio, comunicazione, affetti,
                    sentimenti, sentire, bisogni, incontro, scambio, confronto

2-3-4: gruppo delle persone di cuore. L'energia dei tipi di cuore va incontro agli altri, il loro tema sono le relazioni interpersonali e l'immagine.
Il cuore e i sistemi circolatori sono il loro centro del corpo. In loro sono particolarmente sviluppati il tatto e il gusto. Tutto per loro gira intorno all'essere per gli altri. Risulta loro difficile rimanere soli con se stessi. In una situazione nuova chiedono: "vi piacerò?" oppure: "Con chi sto?".
Vedono la vita come un compito da svolgere. Si preoccupano del prestigio e dell'immagine (spesso inconsapevolmente). L'aspetto positivo di tutto ciò è che hanno un senso di responsabilità sviluppato.
Tendono ad adeguarsi, a reclamare attenzione, ad essere saccenti. Vengono influenzati da ciò che gli altri pensano di loro e ritengono spesso di sapere ciò che è bene per gli altri. Tendono a sopprimere la loro aggressività, nascondendosi dietro una facciata di bontà e di attività. Esteriormente risultano sicuri di sé, allegri e armonici, interiormente però si sentono spesso vuoti, incapaci, tristi e vergognosi.
Essi devono imparare soprattutto a fare del bene in una maniera che non viene notata né premiata. Il loro compito di vita consiste nel trasformare in speranza tutto ciò che costantemente si aspettano.


Testa                  intelligenza intellettuale      "che cosa penso?"
temi chiave: riflettere, pensare, analisi, sintesi, immaginare, visione globale,
                    consapevolezza, osservare, decidere, pianificare

5-6-7: sono i tipi di testa. Questo è il gruppo intellettuale, per sopravvivere usano la razionalità.
L'energia della testa si ritira dagli altri. Gli uomini di testa in ogni situazione per prima cosa fanno un passo indietro per riflettere. Vengono guidati dal sistema nervoso centrale e il loro centro sono gli occhi.
In una nuova situazione per prima cosa vogliono orientarsi, si chiedono: "Dove sono?" ovvero: "Come si combina tutto ciò?"
Vedono la vita come un enigma, un mistero. Hanno il senso dell'ordine e del dovere. Il loro atteggiamento è di solito impassibile e concreto. Sembrano avere poche esigenze e sanno lasciare spazio agli altri. All'esterno risultano spesso chiari, convinti e capaci, interiormente però si sentono spesso isolati, confusi e privi di senso.
Gli uomini e le donne “di testa” devono passare dal pensare al fare, e dall'isolamento alla comunità ("Chi non sa vivere nella comunità si guardi dal stare da solo", Bonhoeffer). Il loro compito consiste nel trasformare i loro dubbi e parziali verità in fede. 



9 Enneatipi:




1)             Perfezionista: idealista, riformatore, ordinato, intollerante
 
2)             aiutante: benevolo, soccorritore, possessivo, manipolatorio
 
3)            organizzatore: sicuro di sé, ambizioso, narcisista,
 
4)            artista: individualista, introverso, malinconico
 
5)             osservatore: pensatore, analitico, isolato
 
6)            collaboratore: leale, dipendente, ansioso
 
7)            entusiasta: ottimista, tuttofare, edonista, peter pan
 
8)            leader: potente, sfidante
 
9)            pacificatore: pacifico, passivo, represso

L’E non è un sistema per incasellare,
ma è un modello dinamico, in cui scoprire il proprio tipo di base
con cui percepiamo gli altri e la vita,
ma anche conoscere meglio gli altri tipi che sono energie che si muovono dentro di noi in varie circostanze.



9 compulsioni:
ovvero ciò che evitiamo
COMPULSIONE: impulso primario, generalmente celato o inconscio, risultante in uno schema     comportamentale dominante.
Finchè la C è inosservata e inconscia, le persone non riescono a capire i reali moventi delle loro azioni.
Ogni C da origine a uno dei 9 tipi di personalità.
Ogni C è egoista e desprime una sorta di autosalvezza, un modo di affrontare la vita come se fosse sotto il proprio Controllo.
E’ una conseguenza della coscienza dell’ego che dichiara al mondo: “ Non ho bisogno degli altri per essere una persona completa”.
Ogni C viene scelta come stile di vita.
Il suo potere occulto consiste in una precisa strategia per evitare qualcosa.


GLOSSARIO dell'Enneagramma
 
NASCITA DEGLI ENNEATIPI: Nasciamo come ESSENZA (Cìò CHE NOI SIAMO REALMENTE E POTENZIALMENTE) e per sopravvivere sviluppiamo la personalità.

CADUTA DALLA SOCIETA’:  il bambino perde il senso di sicurezza con l’impatto col mondo, avvertito come estraneo; ciò determina lo sviluppo di una coscienza dell’ego che implica una strategia difensiva che si concretizza in uno dei 9 tipi di personalità, come modo prescelto di realizzarsi.

COMPULSIONE: impulso primario, generalmente celato o inconscio, risultante in uno schema comportamentale dominante.
Finchè la C è inosservata e inconscia, le persone non riescono a capire i reali moventi delle loro azioni.
Ogni C da origine a uno dei 9 tipi di personalità.
Ogni C è egoista e desprime una sorta di autosalvezza, un modo di affrontare la vita come se fosse sotto il proprio Controllo.
E’ una conseguenza della coscienza dell’ego che dichiara al mondo: “ Non ho bisogno degli altri per essere una persona completa”.
Ogni C viene scelta come stile di vita.
Il suo potere occulto consiste in una precisa strategia per evitare qualcosa.
 
PASSIONE:una disposizione dominante che fa sì che l’energia reattiva dell’ego venga deviata da un falso senso della realtà.
Le Passioni specifiche dei 9 tipi sono: 1) ira 2) orgoglio, 3) inganno, 4)invidia 5) avarizia, 6) paura, 7) eccessiva indulgenza (cupidigia), 8) arroganza, 9) pigrizia o indolenza..

PECCATO:L'enneagramma definisce nove tipi di personalità a partire da nove 'trappole', 'passioni' o 'peccati mortali'. Si tratta dei sette peccati capitali più menzogna e paura. Il termine "peccato" viene inteso come la nostra "separazione da Dio", ma anche dal nostro prossimo e da noi stessi. I "peccati" sono inasprimenti del carattere che impediscono all'energia di fluire liberamente.

COSCIENZA DELL’EGO:  derivante da un ascissione tra l’io e il mondo: l’ego si forma mediante una strategia difensiva volta a proteggerlo da un mondo percepito come estraneo . Attraverso la CdE le principali energie affettivew  di una persona vengono deviate nelle passioni. “posso farcela da solo”,

TRAPPOLA o OSSESSIONE DELL’EGO:  L’essere intrappolati in uno schema comportamentale compulsivo ( strategia di autosalvezza dell’ego), modo abituale di agire nei binari dell’ego:
1)       risentimento 2) adulazione, 3) vanagloria, 4) malinconia 5) avarizia 6) vigliaccheria, 7) pianificazione, 8 ) vendetta, 9) indolenza

VIRTU’: una disposizione permanente che conduce una persona alla pienezza della vita
e alla vera realizzazione.
Ogni V guarisce da una specifica Passione, che è un’alterazione dell’amore passionale.
Le virtù specifiche : 1) SERENITA’, 2) UMILTA’, 3) SINCERITA’,o autenticita’ 4) EQUANIMITA’ o armonia
 5) DISTACCO O GENEROSITA’, 6) CORAGGIO, 7) SOBRIETA’, 8) SEMPLICITA’o forza, 9)DILIGENZA

REDENZIONE: pagamento di un riscatto per liberarsi dalla propria  COMPULSIONE
attraverso tre fonti di aiuto: se stessi, gli altri, Dio. Anche detta CONVERSIONE
E’ necessario compiere azioni contrarie alle proprie inclinazioni.
In termini psicologici è INTEGRAZIONE: seguire il cammino in senso contrario alla freccia sull’E

IDEA SANTA: una verità su Dio che permette di liberarsi dalla trappola  o falsa idea.
La sua accettazione porta lio a d affidarsi a Dio, in un modo specifico, liberandolo dalla
Sua Compulsione.
Per ciascun E.tipo: 1) perfezione divina 2) libertà, grazia 3) volontà di Dio 4) unione con Dio,
5) Provvidenza divina, 6) fiducia in Dio, 7) Co-creazione, servizio, 8) compassione, verità, 9) amore incondizionato

 

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LA GRAMMATICA DELL’AMORE


«Giovane amico, se ami questo è il miracolo della vita. Entra nel
sogno con occhi aperti e vivilo con amore fermo. Il sogno non vissuto
è una stella da lasciare in cielo.Ama la tua donna senza chiedere
altro all’infuori dell’eterna domanda che fa vivere di nostalgia i
vecchi cuori.Ma ricordati che più ti amerà e meno te lo saprà dire.
Guardala negli occhi affinché l’anima tremi e si bagni di una lacrima
la pupilla chiara. Stringile la mano affinché le dita si vincolino
con il disperato desiderio di unirsi ancora; e le mani e gli occhi dicano
le sicure promesse del vostro domani.
Ma ricorda ancora, che se i corpi si riflettono negli occhi, le anime
si vedono nelle sventure. Non sentirti umiliato nel riconoscere
una sua qualità che non possiedi.Non crederti superiore poiché solo
la vita dirà la vostra diversa sventura. Non imporre la tua volontà
a parole, ma soltanto con l’esempio.
Questa sposa, tua compagna di quell’ignoto cammino che è la
vita, amala e difendila, poiché domani ti potrà essere di rifugio. E sii
sincero giovane amico, se l’amore sarà forte ogni destino vi farà sorridere.
Amala come il sole che invochi al mattino.
Rispettala come un fiore che aspetta la luce dell’amore. Sii questo
per lei, e poiché questo deve essere lei per te, ringraziate insieme
Dio, che vi ha concesso la grazia più luminosa della vita!».
R. PERRICONE - T. SOLARINO, La grammatica della vita, Elledici, Leumann 2003, 27
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La donna cannone

lunedì, ottobre 25, 2010

Platone



«Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.»


Platone

Gurdjeff






“Esistono menti che si interrogano, che desiderano la verità del cuore, la cercano, si sforzano di risolvere i problemi generati dalla vita, cercano di penetrare l’essenza delle cose e dei fenomeni, e di penetrare in loro stesse. Se un uomo ragiona e pensa bene, non ha importanza quale cammino egli segua per risolvere questi problemi, deve inevitabilmente ritornare a se stesso, ed incominciare dalla soluzione del problema di che cosa egli stesso sia e di quale sia il suo posto nel mondo attorno a lui.”
G. I. Gurdjeff

sabato, ottobre 23, 2010

I corpi di luce

All'osservazione chiaroveggente i corpi sottili appaiono situati all'interno del corpo fisico. Ognuno di essi irradia un campo di forze ben definito, che si proietta all'esterno e prende il nome di "aura".
L'aura si presenta come un alone che si estende ad una distanza dal corpo fisico che aumenta a mano a mano che dall'aura eterica si passa a quella emessa dal corpo causale.
Il profilo dell'aura eterica si modella su quello del corpo fisico ed è ad esso aderente scostandosene solo di qualche centimetro. L'aura astrale non è così aderente al contorno del corpo fisico e si estende oltre questo di circa un metro. L'aura mentale non segue così fedelmente il profilo del fisico e comincia ad assumere la forma di un ovoide, il cui contorno può oltrepassare quello del corpo fisico di circa un metro e mezzo. L'aura emessa dal corpo causale ha una forma ovoidale caratteristica che si estende per circa due metri oltre i limiti del corpo denso (Fig. 14).


Fig. 14 - Alla vista chiaroveggente i corpi sottili appaiono dislocati all'interno del corpo fisico; al contrario le aure, da essi emesse, s'irradiano all'esterno. Corpi e aure si corrispondono nel settenario come termini simmetrici e complementari.

Le aure non appaiono disposte l'una sull'altra, ma si compenetrano l'una nell'altra e, quindi, interagiscono. Questo spiega come una dissonanza astrale, o mentale, possa ripercuotersi sul corpo fisico e alterarne l'equilibrio delle funzioni.
Se il chiaroveggente (51) si limita ad usare i suoi sensi astrali, polarizza la sua attenzione sull'aura del corpo astrale. Così facendo egli, se è sufficientemente dotato e ben addestrato, è in grado di conoscere quali passioni, emozioni o sensazioni stia provando in quel momento il soggetto in esame e quali siano i sentimenti che questi più frequentemente alberga nel suo animo.
I colori fondamentali dell'aura, la loro purezza, la loro brillantezza, l'ampiezza dell'aura e la sua trasparenza, il ritmo delle sue pulsazioni, sono tutti elementi attraverso i quali egli viene a conoscere la quota evolutiva del soggetto. Inoltre, le zone dell'aura che si sovrappongono al corpo fisico possono fornire, con il loro maggiore o minore dinamismo, utili informazioni su eventuali disturbi di tipo psicosomatico, o su vere e proprie patologie.
Le basse frequenze del rosso e dell'infrarosso starebbero ad indicare sentimenti grossolani, malvagità ed egoismo; le alte frequenze del violetto e dell'ultravioletto denoterebbero il più alto e puro livello di sviluppo, mentre il blu-lilla indicherebbe la devozione ad un nobile ideale spirituale, spesso evidenziato da lampi e scintille d'oro.
Le gamme intermedie comprenderebbero tutte le sfumature del sentimento e del pensiero in cui la qualità determina il colore, la natura del sentimento determina la forma che in quel momento e in quella zona assume l'aura e l'autenticità e la chiarezza degli stati d'animo definiscono la nitidezza dei colori.
È così che il chiaroveggente allenato, che sa usare i diversi gradi di veggenza, dall'eterico al causale, riesce a leggere la vita intera del soggetto che gli sta di fronte, in tutte le sue componenti fisiche e psichiche, come un libro aperto (Leadbeater, op. cit.) (52).
In base alle sfumature di colore delle varie bande che attraversano l'aura e alle macchie scure che appaiono in sovraimpressione sul corpo fisico e che stanno ad indicare dei blocchi nella circolazione dell'energia vitale, egli può risalire all'anomalia di carattere patologico, funzionale o organica, ancora prima che questa si manifesti nel corpo fisico.
Ma la lettura delle aure ai fini diagnostici non si limita all'esame delle zone colorate che si sovrappongono; essa deve essere estesa ad altri segni significativi che denunciano la presenza di un processo morboso latente o in atto, o anche di un semplice disturbo passeggero.
Questi segni possono essere, per esempio, le sporgenze grigiastre dell'aura eterica, che indicano "scorie eteriche di cui il corpo non è riuscito a disfarsi per le vie naturali" (53), oppure la presenza di "buchi" nella stessa aura eterica, che sono da mettere in relazione con un difetto di circolazione di energia vitale in quel punto; una perdita di energia vitale è invece evidenziata da un getto di luce grigiastra che si proietta all'esterno come lo zampillo di una fontana.
Vi sono poi le macchie di colore scuro, cui abbiamo già accennato, che indicano sempre una disarmonia tanto più grave quanto più estesa e intensa è la colorazione grigia; un'infiammazione, o un'infezione, sono segnalate da fiammelle di colore grigio-rosato; uno stato ansioso è rivelato dalla presenza di scintille rossastre nell'aura astrale, o in quella mentale.
Da questi cenni sommari e da questi pochi esempi appare evidente l'utilità della lettura aurica ai fini diagnostici, che è soprattutto quella di formulare diagnosi preventive, giacché i processi patologici, prima ancora di manifestarsi a carico del corpo fisico, sono già presenti nei corpi sottili e nelle loro aure, sotto forma di una disarmonica distribuzione di energia vitale, psichica e mentale.
A questo punto giova ricordare che il chiaroveggente è un sensitivo il quale gode della facoltà, quasi sempre innata, di potersi servire del senso della vista animica (apertura del "terzo occhio"), in aggiunta a quello della vista fisica. Con l'esercizio e con l'esperienza egli può riuscire a perfezionare questo suo mezzo d'indagine nell'invisibile, fino al punto di trovare un personale codice di lettura con il cui ausilio può ottenere attendibili risultati.
Resta comunque il fatto che le sue "letture" non possono non essere affette da errore: un errore soggettivo d'interpretazione, che può dipendere da inesperienza, e un errore "strumentale", che è funzione del maggiore o minore grado di sviluppo della sua doppia vista. Tuttavia, anche se pur sempre soggettive, le sue "letture" spesso si rivelano un valido aiuto e possono costituire un efficace complemento delle tradizionali metodiche diagnostiche (54).

Nelle tavole che seguono sono illustrati cinque esempi di lettura dell'aura, tratti da: "L'uomo visibile e l'uomo invisibile" di C. W. Leadbeather - Edizione Libraria Sirio - Trieste, 1959.
Essi si riferiscono a:

Tav. VI) l'aura astrale di un uomo che è in preda ad un violento accesso d'ira;
Tav. VII) l'aura astrale di una persona soggetta a profonda depressione;
Tav. VIII) l'aura mentale di una persona evoluta;
Tav. IX) l'aura astrale del soggetto il cui mentale è rappresentato nella Tav. VIII;
Tav. X) l'aura astrale dell'uomo medio comune.

In realtà i contorni delle aure non appaiono così regolari come sono rappresentati in figura. Quanto più le emozioni sono violente e incontrollate, tanto più l'atmosfera astrale appare disordinata, confusa e mutevole. Del resto le emozioni umane non sono quasi mai ben definite, il che corrisponde ad una luminosa nebbia ovoidale attraversata da bande colorate con tinte diverse che si fondono. Di qui la necessità, da parte del chiaroveggente, di individuare i colori puri e distinguerli dalle tinte che li offuscano, che stanno tutte ad indicare sentimenti deteriori, o vizi, o difetti di natura fisica o psichica: il grigio bruno scuro, il rosso-ruggine, il bruno verdognolo, il grigio-piombo, ecc.

Tav. VI


La collera domina il soggetto e lo può trascinare a commettere qualsiasi atto di crudeltà.
Sembra di assistere allo scoppio di un temporale: i forti sentimenti dell'odio e della crudeltà sono visibili sotto forma di vortici di masse tonanti di un nero fuligginoso, illuminati all'interno dal bagliore vivido dell'odio.
Tutto il corpo astrale è sporcato da una intensa nube oscura "mentre le frecce del fuoco dell'ira incontrollata saettano come bagliori di fulmine".

Tav. VII


Tutti i colori del corpo astrale sono velati da "pesanti" strisce oblique grigie. Queste appaiono come le sbarre di una gabbia che tiene prigioniera l'anima e l'opprime.
Da questo corpo astrale abbandonato allo sconforto s'irradiano tutt'intorno vibrazioni negative che tendono ad indurre negli altri gli stessi sentimenti di tristezza e di disperazione.

Tav. VIII


Aura mentale di una persona il cui massimo interesse è rappresentato dalla ricerca della verità superiore, con scarso interesse per le cose di questa terra. Sono assenti alcuni colori come l'arancione intenso (orgoglio), il grigio-bruno (egoismo). La presenza del violetto con stelle d'oro sulla sommità, significa l'acquisto di nuove virtù. Tutti i colori sono tenui e delicati perché è assente ogni pensiero egoistico.

Tav. IX


Astrale del soggetto la cui aura mentale è rappresentata in Tav. VIII. È evidente la somiglianza delle due aure.
Si direbbe che questa non sia che la corrispondente di quella, spostata di un'ottava in basso. I colori sono più intensi, ma i sentimenti sono sotto il dominio della mente, essendo l'intero corpo astrale la fedele riproduzione del mentale.
L'azzurro che sfuma verso il violetto, ai lati del capo e verso la sua sommità, significa l'acquisto di nobili virtù.
Il soggetto, non del tutto padrone del suo corpo emotivo, può ancora cedere occasionalmente all'ira (banda color rosso-scarlatto) e a brame che non riesce sempre a controllare (sfumature rosso-sanguigno).
Nel complesso, il prevalere di colori piuttosto puri ci dice che il corpo astrale è impressionato in modo permanente dalle vibrazioni più forti delle sue virtù che non da quelle occasionali dei sentimenti inferiori.

Tav. X


Il cono giallo sulla sommità del capo rivela un certo sviluppo dell'intelletto, ma è un giallo un po' opaco, il che ci dice che l'intelletto è rivolto verso fini materiali, con scopi egoistici. Ad un lato del capo notiamo un cono blu chiaro, che indica un nobile sentimento religioso; all'altro lato, un fascio di luce cremisi tendente al rosa denota affetto e dedizione.
Le bande arancione-sporco indicano orgoglio.
Il verde smorto rivela una certa adattabilità e versatilità; dove il verde tende al grigio si manifesta una certa propensione all'astuzia. Una disposizione all'ira è presente nella banda color scarlatto, che occupa solo la parte mediana dell'aura.

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Note:
51. "Il chiaroveggente è semplicemente colui il quale ha sviluppato in sé la facoltà di percepire un'altra ottava della stupenda gamma di vibrazioni possibili e si rende in questo modo capace di percepire, del mondo che lo circonda, più di quanto non possa farlo chi possiede una facoltà di percezione più limitata" (C. W. Leadbeather: "L'uomo visibile e l'uomo invisibile").
52. Charles Webster Leadbeater, nato nel 1854, fu ordinato sacerdote nella Chiesa d'Inghilterra, ma lasciò il suo ministero ed entrò a far parte della Società Teosofica. Divenne ben presto noto come chiaroveggente e scrisse numerosi libri basati sulle sue esperienze extrasensoriali. Stabilitosi a Sidney, in Australia, venne consacrato vescovo nella Chiesa Cattolica Liberale e si dedicò allo studio della realtà occulta dei sacramenti cristiani. Morì nel 1934. Il suo influsso sul moderno movimento del New Age è stato enorme, per quanto non sempre riconosciuto. (Gregory Tillett: "The Elder Brother" - London, 1982).
53. "Le vesti di luce" di Meurois-Givaudan, pag. 109.
54. Circa le proprietà dell'aura umana vedi anche: "Scritti odico-magnetici" e "L'uomo sensitivo e il suo comportamento verso l'Od" tra le opere principali di Karl von Reichenbach {1788-1869), scienziato e industriale tedesco, autore, tra l'altro, della scoperta della paraffina e del creosoto; "L'atmosfera umana" (1911) del medico inglese Walter J. Kilner; "Les radiations lumineuses du corps humain" (1911) del col A. de Rochas; "Origine e proprietà dell'aura umana" di Oscar Bagnall, opera pubblicata nel 1937 e ristampata con aggiunge e aggiornamenti nel 1970; il recente studio del medico inglese Douglas Baker (1990): "L'Aura umana". In proposito cfr. anche la vasta letteratura sull'effetto Kirlian.

http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/nonsolo.htm 

Il terzo occhio



Il "terzo occhio" è il presupposto dell'"intuito" e della "chiaroveggenza". Esso è situato nel centro della fronte leggermente sopra le sopracciglia. E' collegato al sesto chakra e alla ghiandola pituitaria o ipofisi, anche se è comune credere che la ghiandola pineale o epifisi sia la ghiandola del terzo occhio. Attualmente possiamo dire che la pineale è una ghiandola in letargo, dovuto al suo inutilizzo negli ultimi millenni da parte dell'uomo.
L'attivazione del sesto chakra comporta l'emancipazione dell'intuito personale. L'intuizione è la capacità di captare una verità senza l'uso della logica mentale. Essa fa parte della sfera irrazionale dell'uomo. Una forte intuizione porta alla "divinazione", della quale la più comune e popolare pratica è la cartomanzia.
Un essere in evoluzione passa dall'iniziale intuizione alla piena attivazione del terzo occhio e così alla veggenza. Divinazione, terzo occhio e veggenza rientrano sempre nella sfera dei talenti personali.
Quando il terzo occhio è totalmente aperto è possibile vedere e fare molte cose. E' possibile vedere dentro ad un corpo umano sia nel macro (organi, ghiandole, ecc.), sia nel micro (sangue, cellule, ecc.), tanto da poterne fare dei check-up particolareggiati. E' possibile vedere anche altre realtà, oltre a quella fisica, come ad esempio le entità disincarnate, l'aura, i chakra. Tramite di esso è possibile rivivere in pieno una propria vita passata, ma anche vedere quella di altri. E' possibile sapere e vedere che cosa fanno, pensano e dicono le altre persone, restando però nella più completa discrezione. E' possibile fare un "volo astrale". Con il terzo occhio è inoltre possibile praticare la magia nera, come malocchio, fatture, malefici, stregoneria, ecc., e la magia bianca, come sciamanesimo, guarigioni miracolose sia fisiche che astrali, esorcismi, ecc. Il suo uso non sempre però necessita di un essere pienamente consapevole, a volte il soggetto opera usando l'intuizione unita alla grande pratica acquisita nel tempo. Una coscienza involuta usa la veggenza per operare la magia nera, altresì, una coscienza evoluta la usa per operare quella bianca.
Nella simbologia la veggenza è la sfera di cristallo dei maghi, dove guardando dentro si vedono cose lontane e segrete.
Il grande Theophrast Bombast Von Hohenheim, conosciuto con il nome di Paracelso (1491/3-1541/4) scrisse sul terzo occhio: "L'intima natura di ogni cosa può essere conosciuta mediante la magia in generale e mediante i poteri della vista interiore, o seconda vista. Sono questi i poteri da cui possono essere scoperti tutti i segreti della natura. Ed è necessario che un medico conosca bene questa arte e sappia capire molto di più da questa sua intima percezione circa le malattie dei pazienti, che non interrogandoli. Finché l'uomo rimase in uno stato naturale riconobbe i segni delle cose e capì il loro vero carattere. Ma quanto più si allontanò dal sentiero della natura, e quanto più si lasciò catturare dalle illusorie apparenze esterne, tanto più questo tipo di potere scomparve."
Anche nel Vangelo vi è un accenno al terzo occhio. "La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è sano, tutto il tuo corpo sarà luminoso. Ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo (astrale) sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande e nera sarà la tenebra!" (Matteo 6,22-23)

giovedì, ottobre 21, 2010

Franco Battiato - Inneres Auge

La Consapevolezza

Conoscere noi stessi significa conoscere il nostro rapporto con il mondo - non solo con il mondo delle idee e delle persone, ma anche con la natura, con le cose che possediamo. In breve, la nostra vita - essendo la vita il rapporto con il tutto. Naturalmente, la comprensione di tale rapporto non richiede alcuna specializzazione, bensì la consapevolezza che la vita va affrontata come un tutto unico. Ma come sviluppare questa consapevolezza? Ecco il nostro problema. Come si può avere questa consapevolezza - se posso utilizzare questo termine senza dargli il senso di specializzazione? Come si può essere capaci di affrontare la vita come un tutto unico, il che significa non solo avere un rapporto personale con il prossimo, ma anche con la natura, con le cose che si posseggono, con le idee, e con le cose che la mente fabbrica, come l'illusione, il desiderio e così via? Come si fa a essere consapevoli dell'intero processo del rapporto? Certamente la nostra vita è fatta di questo, non è così? Non esiste vita senza rapporti; e comprendere i rapporti non significa isolarsi. Al contrario, richiede un pieno riconoscimento o consapevolezza del processo complessivo del rapporto.

Come si può essere consapevoli? In che modo siamo consapevoli delle cose? In che modo siamo consapevoli del nostro rapporto con una certa persona? In che modo siamo consapevoli degli alberi o del verso degli uccelli? O delle nostre reazioni quando leggiamo un giornale? Siamo consapevoli delle risposte superficiali della mente così come di quelle profonde?

In che modo siamo consapevoli di qualunque cosa? Innanzitutto, siamo consapevoli di una risposta a uno stimolo, non è così? Questo è evidente: vedo qualcosa di bello, e c'è una reazione - sensazione, contatto, identificazione e desiderio. Questo è il processo abituale. Possiamo osservare ciò che effettivamente accade senza aver studiato alcun libro.

Attraverso l'identificazione si provano piacere e dolore. E il nostro esser "capaci" consiste nella ricerca del piacere e nell'evitare il dolore, non è così? Se qualcosa vi interessa, se vi procura piacere, immediatamente c'è "capacità", c'è una consapevolezza di quel fatto; e se invece è spiacevole, si sviluppa la "capacità" di evitarlo. Fin tanto che ricorriamo alla "capacità" per comprendere noi stessi, credo che siamo destinati a fallire, perché la comprensione di noi stessi non dipende dalle nostre capacità. Non è una tecnica che si possa sviluppare, coltivare e accrescere col tempo, affinandola continuamente. Certo, questa consapevolezza di se' può essere saggiata nell'azione del rapporto; può essere valutata in base al modo in cui parliamo e da come ci comportiamo. Ma provate a guardare voi stessi senza identificazioni, senza paragoni, senza condanne; limitatevi a guardare, e vedrete accadere una cosa straordinaria. Non solo metterete fine a un'attività che è inconscia (poiché la maggior parte delle nostre attività sono inconsce), non solo farete cessare questo, ma sarete consapevoli delle motivazioni di tale azione, senza bisogno di indagare, senza scavare in essa.

Quando siete consapevoli, l'intero processo del vostro pensiero e azione vi è chiaro; ma ciò può accadere soltanto quando non c'è condanna. Se condanno una cosa, non la comprendo, e questo è un modo di evitare qualunque tipo di comprensione. Penso che la maggior parte di noi lo faccia di proposito: ci affrettiamo a condannare e pensiamo di aver capito. Se, anziché condannare, consideriamo le cose e ne siamo consapevoli, allora il contenuto, il significato di quell'azione comincia a chiarirsi. Sperimentatelo e vedrete da voi. Basta essere consapevoli - senza alcun senso di giustificazione - il che potrebbe sembrare piuttosto negativo, ma non è negativo. Al contrario, ha la qualità della passività, che è azione diretta; e se lo sperimentate, ve ne accorgerete.

Dopo tutto, se si vuole comprendere qualcosa, bisogna essere in uno stato d' animo passivo, non è vero? Non ci si può pensare continuamente, specularci sopra, o analizzarlo senza sosta. Bisogna essere abbastanza sensibili da accoglierne il contenuto. E' come essere una lastra fotografica sensibile. Se voglio capirvi, devo essere passivamente consapevole; e allora voi comincerete a raccontarmi tutta la vostra storia. Certamente non è questione di capacità, o di specializzazione. In quel processo cominciamo a comprendere noi stessi - non solo gli strati superficiali della nostra coscienza, ma quelli più profondi, il che è molto più importante; poiché lì si celano tutte le nostre motivazioni e intenzioni, le nostre segrete, confuse richieste, angosce, paure, bramosie. Esternamente possiamo averle tutte sotto controllo, ma dentro di noi ribollono. Fin quando non saranno state interamente comprese attraverso la consapevolezza, non potrà esserci libertà, né felicità, né intelligenza.

E' forse l'intelligenza una questione di specializzazione? L'intelligenza è in effetti la consapevolezza totale del nostro processo. Ma tale intelligenza va dunque coltivata attraverso una qualunque forma di specializzazione? E' proprio questo che sta accadendo, non è così? Il sacerdote, il medico, l'ingegnere, l'industriale, l'uomo d'affari, il professore - ormai siamo abituati a ragionare in termini di specializzazione.

Per realizzare la forma più elevata di intelligenza - che è la verità, che è Dio, che non può essere descritta - crediamo di doverci specializzare. Studiamo, brancoliamo, cerchiamo; e, con la mentalità dello specialista o prendendo a modello lo specialista, studiamo noi stessi allo scopo di sviluppare una capacità che ci aiuti a sbrogliare i nostri conflitti, le nostre miserie.

Ammesso che siamo consapevoli, il problema è capire se i conflitti e le disgrazie e le sofferenze della vita quotidiana possano essere risolti da altri; e se non è così, come possiamo noi affrontarli? Comprendere un problema richiede ovviamente una certa intelligenza, e tale intelligenza non può scaturire dalla specializzazione, né essere coltivata attraverso questa. Essa si realizza solo quando siamo passivamente consapevoli dell'intero processo della nostra coscienza, il che significa essere consapevoli di noi stessi senza alternative, senza scegliere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Quando siete passivamente consapevoli, vi accorgete che da quella passività - che non è indolenza, non è sonno, ma al contrario, estrema vigilanza - il problema appare in una luce alquanto diversa; ciò significa che non c'è più identificazione con il problema e, di conseguenza, non c'è più giudizio, per cui il problema comincia a rivelare il proprio contenuto. Se riusciamo a far questo costantemente, ininterrottamente, allora ogni problema può essere risolto in profondità, non superficialmente.

E' questa la difficoltà, perché la maggior parte di noi è incapace di essere passivamente consapevole, di lasciare che il problema ci racconti la storia senza filtrarla attraverso le nostre interpretazioni. Non sappiamo guardare ai problemi con occhio imparziale. Non ne siamo capaci, purtroppo, perché vogliamo ricavare un risultato dal problema, vogliamo una risposta, puntiamo a un fine; oppure cerchiamo di tradurre il problema in termini di piacere o dolore; o ancora, abbiamo una risposta già bella e pronta circa il modo di affrontare il problema. Dunque ci accostiamo ai problemi, che sono sempre nuovi, con i vecchi schemi di comportamento. Il nuovo rappresenta sempre una sfida, ma la nostra risposta è sempre il vecchio; e la nostra difficoltà consiste nel reagire alla sfida adeguatamente, ossia complessivamente. Il problema è sempre un problema di rapporto - con le cose, con le persone o con le idee; non esiste alcun altro problema; e per affrontare il problema del rapporto, con le sue esigenze che variano costantemente, per affrontarlo in maniera giusta, adeguata, bisogna avere una consapevolezza passiva. Questa passività non è questione di determinazione, di volontà, di disciplina; il primo passo consiste nell'essere consapevoli che non siamo passivi. La consapevolezza di volere una certa risposta a un determinato problema - è certamente quello il primo passo: conoscere noi stessi in rapporto al problema e sapere come affrontarlo. Allora, mentre cominciamo a conoscere noi stessi in rapporto al problema - come reagiamo, quali sono i nostri vari pregiudizi, esigenze, ambizioni, nell'affrontare il problema - questa consapevolezza rivelerà il processo del nostro pensiero, della nostra natura interiore; e in quello c'è una liberazione.

Certo, è importante essere consapevoli senza alternative, poiché la scelta produce conflitto. Colui che sceglie è confuso, perciò si trova a dover scegliere; se non fosse confuso, non ci sarebbe scelta. Soltanto colui che è confuso sceglie ciò che farà o che non farà. L'individuo lucido e semplice non sceglie; ciò che è, è. L'azione fondata su un'idea è ovviamente l'azione legata alla scelta, ma tale azione non è liberatoria; al contrario, crea solo ulteriori resistenze, nuovi conflitti, come è insito nella natura del pensiero condizionato.

Dunque la cosa importante è essere consapevoli attimo per attimo, senza accumulare l'esperienza che la consapevolezza comporta; nel momento in cui si accumula, infatti, si è consapevoli solo attraverso quell'accumulazione, quello schema, quell'esperienza La consapevolezza è allora condizionata dall'accumulazione e, dunque, non c'è più osservazione, ma soltanto traduzione. Laddove c'è traduzione, c'è scelta, e la scelta crea conflitto; e nel conflitto non può esservi comprensione.

La vita è una questione di rapporto; e per comprendere quel rapporto, che non è statico, è necessaria una consapevolezza che sia flessibile, una consapevolezza che sia al tempo stesso vigile e passiva, non aggressivamente attiva. Come ho già detto, tale consapevolezza passiva non si realizza attraverso questa o quella forma di disciplina o di esercizio. Si tratta semplicemente di essere consapevoli, attimo per attimo, del nostro pensare e sentire, e questo non soltanto quando siamo svegli; vedremo infatti, addentrandoci in tale stato, che cominciamo a sognare, cominciamo a vomitare simboli di ogni tipo, che percepiamo come sogni.

In tal modo apriamo la porta del nascosto, che diventa conosciuto; ma per trovare l'ignoto, dobbiamo oltrepassare quella porta - certo, è proprio quella la nostra difficoltà.. La realtà non è qualcosa di conoscibile attraverso la mente, poiché la mente è il risultato del conosciuto, del passato; perciò la mente deve comprendere se stessa e il proprio funzionamento, la propria verità, e solo allora l'ignoto potrà essere.

Jiddu Krishnamurti