martedì, settembre 29, 2015


Qualche volta, quando vi incontro a milioni sugli autobus, nei centri commerciali, negli stadi, per strada, e leggo in modo chiaro l’addormentamento nei vostri occhi spenti, assenti, nelle espressioni contratte o rassegnate delle facce, vorrei afferrarvi le spalle con le mani e scuotervi, scuotervi forte in modo da farvi uscire dalla catena di pensieri di cui siete inconsapevoli prigionieri, scuot...ervi per farvi scoprire quanto è magnifica la realtà da uomini svegli, anche solo per un istante, e gridarvi in faccia: “Pazzi! Cosa avete fatto? Dove state andando? Vi sono bastati cinque secoli per dimenticarvi di decine di millenni fondati sulla spiritualità. Avete completamente dimenticato il reale significato di parole come Dio, anima e coscienza. Siete rimasti senza Io e senza Dio. Pazzi! Le vostre emozioni, i vostri comportamenti, i vostri valori vi vengono forniti già pronti dal telegiornale ad ogni ora del giorno e della notte, in una gara che vi trascina alla completa omologazione e mira all’appiattimento verso il basso di sentimenti, bisogni e idee. Pazzi! Vi controllano anche attraverso la musica. Gli orrendi suoni che ascoltate ormai da decenni vi danneggiano a livello energetico vibrazionale e vi indirizzano verso l’aggressività, la depressione o il sentimentalismo sterile, aiutati da testi infantili che uniformano la qualità dei vostri sentimenti. Avete perso anche la cultura del suono e dell’armonia!”.
E dopo avermi ascoltato sicuramente mi direste che ho ragione, che i tempi sono cambiati e che la società va vero la distruzione, e poi riprenderesti a camminare verso le vostre preoccupazioni, addormentati come prima, simili a miliardi di morti viventi che si aggirano senz’anima per le città, come un vecchio film horror di serie B.

Salvatore Brizzi - Senza Io e senza Dio

sabato, settembre 26, 2015

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Thich Nhat Hanh: Tu Sei Ciò Che Stai Cercando

Le onde sono acqua
Guardando la superficie del mare puoi vedere le onde che salgono e scendono. Le puoi descrivere con aggettivi: alta o bassa, grande o piccola, più o meno vigorosa, più o meno bella. Puoi descrivere un’onda in termini di inizio e di fine, di nascita e di morte; questo può essere paragonato alla dimensione storica, perché è nella dimensione storica che ci si occupa di nascita e morte, più potere o meno potere, più bellezza o meno bellezza, inizio e fine e così via. Osservando in profondità vediamo anche che le onde, allo stesso tempo, sono acqua.
Un’onda potrebbe mettersi a cercare la propria vera natura. Potrebbe soffrire di qualche paura, avere qualche complesso, potrebbe dire: “Non sono grande come le altre onde”, “Sono depressa”, “Non sono bella come le altre onde”, “Sono nata e dovrò morire”. L’onda potrebbe soffrire di tutte queste cose, di queste idee; ma se si china e tocca la propria vera natura si rende conto di essere acqua. Allora tutte le paure e i complessi scompaiono.
L’acqua è libera dalla nascita e morte di un’onda. L’acqua è libera da alto e basso, più bello o meno bello. Puoi parlare in termini di più bello e meno bello, alto o basso, solo se parli di onde; per quel che riguarda l’acqua tutti questi concetti non hanno alcun valore.
Noi non dobbiamo cercare Dio, non dobbiamo cercare la dimensione assoluta o il nirvana, perché noi siamo il nirvana, siamo Dio.
Tu se ciò che stai cercando. Sei già quello che vuoi diventare.
Puoi dire all’onda: “Carissima onda, tu sei acqua, non serve che tu vada in giro a cercare l’acqua. La tua natura intrinseca è di non-discriminazione, di non-nascita, di non-morte, di non-essere e di non non-essere”.
Pratica come un’onda. Datti il tempo di osservare in profondità dentro di te e di riconoscere che la tua è una natura di non-nascita e non-morte; così facendo puoi aprirti un varco verso la libertà e l’assenza di paura. Questo metodo di pratica ci aiuterà a vivere senza paura e a morire in pace senza rimpianti.
Se porti in te un lutto profondo, se hai perso una persona cara, se sei pervaso dalla paura della morte, dell’oblio e dell’annientamento, ti prego, raccogli questo insegnamento e mettiti a praticare. Se pratichi bene sarai in grado di guardare la nuvola, la rosa, il sassolino o tuo figlio con quello sguardo che ci ha trasmesso il Buddha; entrerai in contatto con la vera natura della realtà: la natura di non-nascita e non-morte, di non-arrivo e non-partenza.
Questo può liberarti dalla paura, dall’ansia, dal dolore; allora potrai avere proprio quella pace che ti rende forte e stabile, che ti fa sorridere agli avvenimenti che accadono. Vivere in questo modo ti premetterà di aiutare molte persone intorno a te.
Tratto dal libro “Il Segreto della Pace” di Thich Nhat Hanh

lunedì, settembre 21, 2015


     
     Percorrendo la fascia zodiacale, il sole attraversa ogni anno i quattro punti cardinali chiamati equinozi e solstizi.
Questi quattro punti, solstizi ed equinozi, coincidono con le quattro feste dette cardinali: Natale, Pasqua, S. Giovanni e San Michele, feste istituite dagli Iniziati per ricordare agli uomini che in quelle date il sole immette nell'universo delle forze particolarmente potenti, forze che gli uomini, se coscienti, hanno la possibilità di utilizzare per la loro evoluzione.
L'invio di tali forze è organizzato e regolato da grandi spiriti che hanno ai loro ordini molti altri spiriti di minore importanza, incaricati di distribuire le energie sulla superficie del pianeta. Una moltitudine di spiriti si dedica a questa attività. Non bisogna pensare che, in natura, tutto si produca meccanicamente; non è così, ogni cambiamento è dovuto all'opera di entità incaricate di occuparsi dei minerali o dei vegetali, degli animali o degli uomini.

Il 21 settembre ha luogo l'equinozio d'autunno, al quale presiede l'Arcangelo Michele. Il sole entra nel segno della Bilancia, dando così inizio a un nuovo ciclo.
I frutti cadono dagli alberi, abbandonano i loro involucri, mentre i semi vengono selezionati per essere consumati o conservati; più tardi essi saranno piantati nella terra affinché il ciclo ricominci. Ma questo lavoro di separazione, di cernita che si fa in natura non riguarda unicamente la vegetazione: esso concerne anche l'essere umano.
Come il frutto si separa dall'albero e il seme dal frutto, l'anima si separa dal corpo.
Il corpo corrisponde all'involucro e l'anima al seme che viene seminato in alto, in Cielo. Il giorno in cui sarà maturo, il frutto che è l'uomo non dovrà cadere in terra come il seme di una pianta, ma volarsene verso il Cielo.
E l'autunno è il periodo nel quale deve avvenire questa separazione di cui parla Ermete Trismegisto quando dice: «Tu separerai il sottile dal denso con grande abilità». Separare il sottile dal denso vuol dire separare lo spirituale dal materiale. Durante l'autunno tale processo di separazione si realizza in tutta la natura per preparare la nuova vita. Come l'Arcangelo Michele viene a separare l'anima dal corpo, così l'Iniziato lascia morire in sé una materia per liberare la vita. L'Arcangelo Michele separa l'anima dal corpo perché l'anima deve viaggiare, visitare altri mondi dello spazio e non rimanere eternamente sulla terra.
La separazione è una legge della vita. Ecco quindi che cosa dobbiamo imparare dall'Arcangelo Michele: la selezione, il discernimento, l'apprendere a separare il puro dall'impuro, l'utile dall'inutile, il nocivo dal salutare, la cosa morta da quella viva. E la causa di tutte le sventure è proprio la mancanza della capacità di discernimento.
Le forze presiedute dall'Arcangelo Michele sono forze di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il cattivo in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che è male. Ma il bene e il male sono così strettamente uniti che non li si può separare prematuramente senza provocare lacerazioni. L'arte di separare i contrari è la più difficile che ci sia; ed è in natura che gli Iniziati si sono istruiti in quest'arte. Non è facile separare la noce dal suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il frutto, il mallo si apre da solo e la noce si libera. Lo stesso dicasi per il bimbo nel ventre di sua madre: esso è strettamente collegato alla madre e non lo si può strappare prematuramente, altrimenti sarebbe la morte per entrambi. Se invece si aspetta, il frutto giunge a maturazione e, a quel punto si può recidere il legame che univa la madre e il bambino. Questa separazione è il simbolo della maturità. Vi ricordate della parabola del Vangelo sulla zizzania e sul buon grano?
Il tempo della mietitura è quello in cui i frutti sono maturi. Bisogna quindi aspettare quel momento per separare il male dal bene, e tale separazione sarà operata dall'Arcangelo Michele.
Sarà l'Arcangelo Michele colui che rivestirà il ruolo principale nella purificazione della terra. Nel corso dei secoli, una moltitudine di esseri nocivi hanno riversato sulla terra un'immensa quantità di forze distruttrici, forze che si sono accumulate in un serbatoio prendendo la forma di un mostro chiamato Drago o Serpente. E' lui quello di cui si dice che... seduce le nazioni, porta fuori strada i figli di Dio e provoca tutte le sventure dell'umanità. Questa egregora è di una potenza smisurata. Solo l'Arcangelo Michele è in grado di vincere quest'egregora.
Con l'aiuto del suo esercito, realizzerà ciò che da secoli le moltitudini implorano dal Creatore. Ecco perchè dobbiamo collegarci all'Arcangelo Michele, chiedergli la sua protezione e la possibilità di operare con lui per accrescere la sua vittoria. La luce trionferà sulle tenebre: è stato predetto e così sarà. Perchè non partecipare a quell'evento? I figli di Dio che saranno iscritti nel numero di coloro che avranno partecipato al combattimento dell'Arcangelo Michele, il Genio del Sole, questa potenza di Dio tra le più luminose, riceveranno il bacio dell'Angelo del fuoco. Tale bacio non li brucerà ma li illuminerà !
Omraam Mikhaël Aïvanhov                                      

domenica, settembre 20, 2015

Maim Nukvin e Maim Dukrin. Le “acque” maschili e femminili dell’abbondanza spirituale e fisica


Miriam Oryah
Quando una persona si sente stanca, generalmente si pensa che sia il suo corpo fisico ad aver bisogno di ricaricarsi a livello energetico. In realtà non è così, è l’anima, la nostra vera essenza, la nostra personalità, ad essere stanca (infatti un oggetto fisico, come un tavolo o una sedia non sperimentano mai sensazioni di stanchezza o al contrario di dinamismo).
Per ricaricarsi l’anima ha bisogno di riposare, e in questo senso il sonno notturno è il momento in cui le parti superiori dell’anima (ruach e neshama) salgono in cielo per attingere luce-energia dalle loro radici celesti. Con il corpo rimane il livello più basso dell’anima, quello più strettamente legato ad esso, la nefesh. Al mattino, al risveglio, i livelli superiori dell’anima rientrano nel corpo ricaricati dopo la loro ascensione notturna e ridanno letteralmente vita al corpo “morto” durante la notte. Per questo è molto importante prima di ogni cosa, lavarsi le mani al nostro risveglio al mattino, perché il nostro corpo essendo rimasto come “morto” durante la notte è diventato il ricettacolo di entità spirituali nemiche e negative che vogliono succhiargli la parte dell’anima che è rimasta nel corpo (come avviene quando un corpo viene sotterrato nella terra). Quindi evitare di toccarsi con le mani prima di essersele lavate, in particolare le unghie vanno sempre tenute pulitissime e corte, perché è lì il punto di entrata dell’energia negativa nel corpo. Se proprio avete bisogno di toccarvi e non avete ancora lavato le mani, usate un lenzuolo o un pezzo di stoffa.
Affinché l’anima riceva ogni notte l’energia di cui necessità per continuare a vivere in questo mondo insieme al corpo che la ospita e acquisire livelli superiori dell’anima, è importante studiare Torah e pregare (ad esempio Salmi) oppure anche preghiere personali articolando le parole (e quindi non basta pregare solo mentalmente). In particolare le lettere dell’alfabeto ebraico sono piene di energia luminosa divina (il nostro Creatore ha creato il mondo con il Suo discorso, utilizzando le lettere dell’alfabeto ebraico) e recitandole la loro energia creativa si manifesta, influenzando in bene la nostra realtà interiore ed esteriore, ad ogni livello fisico, psicologico e spirituale.
Le entità celesti superne, angeli e sefirot infatti si nutrono e vivono di questa energia santa che si manifesta con il nostro pregare o studiare testi della Bibbia ebraica articolando le parole che si leggono (per chi non conosce l’ebraico va bene anche la sua lingua, l’essenziale è che siano parole pure e sante).
Una volta ricevuto il loro “
mazon“, nutrimento, queste stesse entità spirituali superiori sono pronte per trasmetterci l’energia vitale e luminosa di cui le nostre anime hanno bisogno per compiere la loro missione in questo mondo. Più preghiamo o studiamo Torah più riceviamo benedizioni e shefa (abbondanza) dalla dimensione spirituale che ci sovrasta e ci circonda.
Si dice che per fare scendere una goccia dall’alto occorre che due ne salgano dal basso, e così anche per quanto riguarda l’energia spirituale.
Nella Cabalà della Torah l’acqua,
maim, è una metafora per la luce, e la luce che facciamo salire dal basso si chiama maim nukvin, acque femminili, mentre la luce che riceviamo dall’Alto si chiama maim dukrin (acque maschili). L’unione di queste due “acque” maim cosmiche, crea shalom, abbondanza e benessere nel mondo intero, fisico e spirituale.
Il nostro studio, le nostre preghiere e i nostri atti positivi sono ciò che realizzano i poteri divini della nostra anima e sono il nutrimento degli angeli e delle sefirot, che più ricevono sacralità più ci restituiscono in maniera abbondante, a completo vantaggio del nostro benessere fisico, psichico e spirituale.
La natura umana è un composito di bene e di male, e le prove che dobbiamo affrontare ogni giorno sono delle scelte verso il bene o verso il suo opposto, Dio non voglia, perché questo è il mondo in cui dobbiamo utilizzare il nostro libero arbitrio per determinare quale sarà la ricompensa di cui godremo nel mondo della verità e dell’eternità.
Quando ci freniamo dal fare qualcosa di negativo, come evitare di arrabbiarsi, trattare male gli altri, i nostri coniugi, amici, figlio o colleghi, ogni volta che evitiamo comportamenti sessuali proibiti, ogni volta che la nostra parte negativa ci istiga a fare qualcosa di male, tratteniamoci e vinciamola. Questo accenderà una luce immediata, e la ricompensa si manifesterà subito, anche sotto forma materiale, come una vincita inaspettata, la visita di qualcuno molto caro, un lieto evento, una promozione inaspettata etc.
Anche la beneficenza aiuta tantissimo, perché incluso nelle nostre entrate c’è un dieci per cento che Dio ci ha dato da devolvere in beneficenza, e che quindi non appartiene a noi. Emulando Dio e diventando a nostra volta benefattori riceveremo una
shefa, una luce e abbondanza ancora maggiore.
Rabbi Nachman di Breslov ci insegna, in linea con gli insegnamenti del Baal Shem Tov, che se vogliamo ottenere il livello del Mondo a Venire mentre siamo ancora in questo mondo, dobbiamo chiudere gli occhi. Per qualche minuto ogni giorno, bisogna chiudere gli occhi staccandoli dalla vista dei piaceri e dispiaceri della nostra vita terrena, disconnettendo la nostra mente da tutto quello che succede intorno a noi e spostandoci in un’altra dimensione. Più chiudiamo gli occhi alla vista di questo mondo, più otterremo la vera spiritualità portando la luce del mondo a venire nella nostra vita.

venerdì, settembre 04, 2015

Perdonare significa scendere dal trono del giudizio e rinunciare a ciò che richiede il nostro ego: compensazione o punizione per l'atto subito dall'altro (o da noi stessi ...).
Perdonare significa spezzare il ciclo della sofferenza, rabbia e amarezza ed abbracciare lo stato di grazia che è la misericordia, rachamìm, da rechem, utero.
A volte perdonare è doloroso come un parto ma al contempo è rinascere ad una nuova vita libera dalle contrazioni.
Rachamìm è capire che in ogn...uno di noi risiede un'anima di origine divina; rachamìm significa che esiste sempre la possibilità di cambiare, trasformare ed essere flessibili come l'utero per dare spazio ad un nuovo inizio.
Osservare il tutto con gli "occhi dell'inizio", con lo sguardo di chi è innamorato e abbraccia l’altro accettandolo senza giudizi e condizioni.
Fallo per te, fallo per gli altri.
Dopotutto, domani è un altro giorno.

(Yarona Pinhas)
“Il verbo ebraico rachàm è definito “ardere, sentire il calore della tenerezza; provare compassione”.
Questo termine è strettamente affine al sostantivo tradotto “grembo, seno.
Il termine greco èleos ha lo stesso significato di quello ebraico rachamìm.
“ELEOS (ἔλεος) è la manifestazione esteriore di pietà; presuppone una necessità da parte di chi ne è oggetto, e risorse adeguate a soddisfare tale necessità da parte di chi la mostra.
Il verbo eleèo rende generalmente l’idea di provare compassione per la sofferenza altrui, e in special modo compassione manifestata con l’azione.
I termini ebraico e greco (rachamìm; èleos) non si riferiscono soltanto al perdono o alla moderazione nell’infliggere una condanna.
In se stesso il perdono dell’errore non è la misericordia generalmente intesa con questi termini, ma piuttosto tale perdono spiana la via alla misericordia.
La misericordia dunque il più delle volte non si riferisce a un’azione negativa, al trattenersi (per esempio dal punire), ma a un’azione positiva, a un’espressione di benevola considerazione o pietà che reca sollievo agli infelici”.
(E. Robinson - da “Vine’s Expository Dictionary of Old and New Testament Words”)
Immagine : Dipinto del Caravaggio - particolare delle “Sette opere della misericordia”