sabato, ottobre 23, 2010

I corpi di luce

All'osservazione chiaroveggente i corpi sottili appaiono situati all'interno del corpo fisico. Ognuno di essi irradia un campo di forze ben definito, che si proietta all'esterno e prende il nome di "aura".
L'aura si presenta come un alone che si estende ad una distanza dal corpo fisico che aumenta a mano a mano che dall'aura eterica si passa a quella emessa dal corpo causale.
Il profilo dell'aura eterica si modella su quello del corpo fisico ed è ad esso aderente scostandosene solo di qualche centimetro. L'aura astrale non è così aderente al contorno del corpo fisico e si estende oltre questo di circa un metro. L'aura mentale non segue così fedelmente il profilo del fisico e comincia ad assumere la forma di un ovoide, il cui contorno può oltrepassare quello del corpo fisico di circa un metro e mezzo. L'aura emessa dal corpo causale ha una forma ovoidale caratteristica che si estende per circa due metri oltre i limiti del corpo denso (Fig. 14).


Fig. 14 - Alla vista chiaroveggente i corpi sottili appaiono dislocati all'interno del corpo fisico; al contrario le aure, da essi emesse, s'irradiano all'esterno. Corpi e aure si corrispondono nel settenario come termini simmetrici e complementari.

Le aure non appaiono disposte l'una sull'altra, ma si compenetrano l'una nell'altra e, quindi, interagiscono. Questo spiega come una dissonanza astrale, o mentale, possa ripercuotersi sul corpo fisico e alterarne l'equilibrio delle funzioni.
Se il chiaroveggente (51) si limita ad usare i suoi sensi astrali, polarizza la sua attenzione sull'aura del corpo astrale. Così facendo egli, se è sufficientemente dotato e ben addestrato, è in grado di conoscere quali passioni, emozioni o sensazioni stia provando in quel momento il soggetto in esame e quali siano i sentimenti che questi più frequentemente alberga nel suo animo.
I colori fondamentali dell'aura, la loro purezza, la loro brillantezza, l'ampiezza dell'aura e la sua trasparenza, il ritmo delle sue pulsazioni, sono tutti elementi attraverso i quali egli viene a conoscere la quota evolutiva del soggetto. Inoltre, le zone dell'aura che si sovrappongono al corpo fisico possono fornire, con il loro maggiore o minore dinamismo, utili informazioni su eventuali disturbi di tipo psicosomatico, o su vere e proprie patologie.
Le basse frequenze del rosso e dell'infrarosso starebbero ad indicare sentimenti grossolani, malvagità ed egoismo; le alte frequenze del violetto e dell'ultravioletto denoterebbero il più alto e puro livello di sviluppo, mentre il blu-lilla indicherebbe la devozione ad un nobile ideale spirituale, spesso evidenziato da lampi e scintille d'oro.
Le gamme intermedie comprenderebbero tutte le sfumature del sentimento e del pensiero in cui la qualità determina il colore, la natura del sentimento determina la forma che in quel momento e in quella zona assume l'aura e l'autenticità e la chiarezza degli stati d'animo definiscono la nitidezza dei colori.
È così che il chiaroveggente allenato, che sa usare i diversi gradi di veggenza, dall'eterico al causale, riesce a leggere la vita intera del soggetto che gli sta di fronte, in tutte le sue componenti fisiche e psichiche, come un libro aperto (Leadbeater, op. cit.) (52).
In base alle sfumature di colore delle varie bande che attraversano l'aura e alle macchie scure che appaiono in sovraimpressione sul corpo fisico e che stanno ad indicare dei blocchi nella circolazione dell'energia vitale, egli può risalire all'anomalia di carattere patologico, funzionale o organica, ancora prima che questa si manifesti nel corpo fisico.
Ma la lettura delle aure ai fini diagnostici non si limita all'esame delle zone colorate che si sovrappongono; essa deve essere estesa ad altri segni significativi che denunciano la presenza di un processo morboso latente o in atto, o anche di un semplice disturbo passeggero.
Questi segni possono essere, per esempio, le sporgenze grigiastre dell'aura eterica, che indicano "scorie eteriche di cui il corpo non è riuscito a disfarsi per le vie naturali" (53), oppure la presenza di "buchi" nella stessa aura eterica, che sono da mettere in relazione con un difetto di circolazione di energia vitale in quel punto; una perdita di energia vitale è invece evidenziata da un getto di luce grigiastra che si proietta all'esterno come lo zampillo di una fontana.
Vi sono poi le macchie di colore scuro, cui abbiamo già accennato, che indicano sempre una disarmonia tanto più grave quanto più estesa e intensa è la colorazione grigia; un'infiammazione, o un'infezione, sono segnalate da fiammelle di colore grigio-rosato; uno stato ansioso è rivelato dalla presenza di scintille rossastre nell'aura astrale, o in quella mentale.
Da questi cenni sommari e da questi pochi esempi appare evidente l'utilità della lettura aurica ai fini diagnostici, che è soprattutto quella di formulare diagnosi preventive, giacché i processi patologici, prima ancora di manifestarsi a carico del corpo fisico, sono già presenti nei corpi sottili e nelle loro aure, sotto forma di una disarmonica distribuzione di energia vitale, psichica e mentale.
A questo punto giova ricordare che il chiaroveggente è un sensitivo il quale gode della facoltà, quasi sempre innata, di potersi servire del senso della vista animica (apertura del "terzo occhio"), in aggiunta a quello della vista fisica. Con l'esercizio e con l'esperienza egli può riuscire a perfezionare questo suo mezzo d'indagine nell'invisibile, fino al punto di trovare un personale codice di lettura con il cui ausilio può ottenere attendibili risultati.
Resta comunque il fatto che le sue "letture" non possono non essere affette da errore: un errore soggettivo d'interpretazione, che può dipendere da inesperienza, e un errore "strumentale", che è funzione del maggiore o minore grado di sviluppo della sua doppia vista. Tuttavia, anche se pur sempre soggettive, le sue "letture" spesso si rivelano un valido aiuto e possono costituire un efficace complemento delle tradizionali metodiche diagnostiche (54).

Nelle tavole che seguono sono illustrati cinque esempi di lettura dell'aura, tratti da: "L'uomo visibile e l'uomo invisibile" di C. W. Leadbeather - Edizione Libraria Sirio - Trieste, 1959.
Essi si riferiscono a:

Tav. VI) l'aura astrale di un uomo che è in preda ad un violento accesso d'ira;
Tav. VII) l'aura astrale di una persona soggetta a profonda depressione;
Tav. VIII) l'aura mentale di una persona evoluta;
Tav. IX) l'aura astrale del soggetto il cui mentale è rappresentato nella Tav. VIII;
Tav. X) l'aura astrale dell'uomo medio comune.

In realtà i contorni delle aure non appaiono così regolari come sono rappresentati in figura. Quanto più le emozioni sono violente e incontrollate, tanto più l'atmosfera astrale appare disordinata, confusa e mutevole. Del resto le emozioni umane non sono quasi mai ben definite, il che corrisponde ad una luminosa nebbia ovoidale attraversata da bande colorate con tinte diverse che si fondono. Di qui la necessità, da parte del chiaroveggente, di individuare i colori puri e distinguerli dalle tinte che li offuscano, che stanno tutte ad indicare sentimenti deteriori, o vizi, o difetti di natura fisica o psichica: il grigio bruno scuro, il rosso-ruggine, il bruno verdognolo, il grigio-piombo, ecc.

Tav. VI


La collera domina il soggetto e lo può trascinare a commettere qualsiasi atto di crudeltà.
Sembra di assistere allo scoppio di un temporale: i forti sentimenti dell'odio e della crudeltà sono visibili sotto forma di vortici di masse tonanti di un nero fuligginoso, illuminati all'interno dal bagliore vivido dell'odio.
Tutto il corpo astrale è sporcato da una intensa nube oscura "mentre le frecce del fuoco dell'ira incontrollata saettano come bagliori di fulmine".

Tav. VII


Tutti i colori del corpo astrale sono velati da "pesanti" strisce oblique grigie. Queste appaiono come le sbarre di una gabbia che tiene prigioniera l'anima e l'opprime.
Da questo corpo astrale abbandonato allo sconforto s'irradiano tutt'intorno vibrazioni negative che tendono ad indurre negli altri gli stessi sentimenti di tristezza e di disperazione.

Tav. VIII


Aura mentale di una persona il cui massimo interesse è rappresentato dalla ricerca della verità superiore, con scarso interesse per le cose di questa terra. Sono assenti alcuni colori come l'arancione intenso (orgoglio), il grigio-bruno (egoismo). La presenza del violetto con stelle d'oro sulla sommità, significa l'acquisto di nuove virtù. Tutti i colori sono tenui e delicati perché è assente ogni pensiero egoistico.

Tav. IX


Astrale del soggetto la cui aura mentale è rappresentata in Tav. VIII. È evidente la somiglianza delle due aure.
Si direbbe che questa non sia che la corrispondente di quella, spostata di un'ottava in basso. I colori sono più intensi, ma i sentimenti sono sotto il dominio della mente, essendo l'intero corpo astrale la fedele riproduzione del mentale.
L'azzurro che sfuma verso il violetto, ai lati del capo e verso la sua sommità, significa l'acquisto di nobili virtù.
Il soggetto, non del tutto padrone del suo corpo emotivo, può ancora cedere occasionalmente all'ira (banda color rosso-scarlatto) e a brame che non riesce sempre a controllare (sfumature rosso-sanguigno).
Nel complesso, il prevalere di colori piuttosto puri ci dice che il corpo astrale è impressionato in modo permanente dalle vibrazioni più forti delle sue virtù che non da quelle occasionali dei sentimenti inferiori.

Tav. X


Il cono giallo sulla sommità del capo rivela un certo sviluppo dell'intelletto, ma è un giallo un po' opaco, il che ci dice che l'intelletto è rivolto verso fini materiali, con scopi egoistici. Ad un lato del capo notiamo un cono blu chiaro, che indica un nobile sentimento religioso; all'altro lato, un fascio di luce cremisi tendente al rosa denota affetto e dedizione.
Le bande arancione-sporco indicano orgoglio.
Il verde smorto rivela una certa adattabilità e versatilità; dove il verde tende al grigio si manifesta una certa propensione all'astuzia. Una disposizione all'ira è presente nella banda color scarlatto, che occupa solo la parte mediana dell'aura.

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Note:
51. "Il chiaroveggente è semplicemente colui il quale ha sviluppato in sé la facoltà di percepire un'altra ottava della stupenda gamma di vibrazioni possibili e si rende in questo modo capace di percepire, del mondo che lo circonda, più di quanto non possa farlo chi possiede una facoltà di percezione più limitata" (C. W. Leadbeather: "L'uomo visibile e l'uomo invisibile").
52. Charles Webster Leadbeater, nato nel 1854, fu ordinato sacerdote nella Chiesa d'Inghilterra, ma lasciò il suo ministero ed entrò a far parte della Società Teosofica. Divenne ben presto noto come chiaroveggente e scrisse numerosi libri basati sulle sue esperienze extrasensoriali. Stabilitosi a Sidney, in Australia, venne consacrato vescovo nella Chiesa Cattolica Liberale e si dedicò allo studio della realtà occulta dei sacramenti cristiani. Morì nel 1934. Il suo influsso sul moderno movimento del New Age è stato enorme, per quanto non sempre riconosciuto. (Gregory Tillett: "The Elder Brother" - London, 1982).
53. "Le vesti di luce" di Meurois-Givaudan, pag. 109.
54. Circa le proprietà dell'aura umana vedi anche: "Scritti odico-magnetici" e "L'uomo sensitivo e il suo comportamento verso l'Od" tra le opere principali di Karl von Reichenbach {1788-1869), scienziato e industriale tedesco, autore, tra l'altro, della scoperta della paraffina e del creosoto; "L'atmosfera umana" (1911) del medico inglese Walter J. Kilner; "Les radiations lumineuses du corps humain" (1911) del col A. de Rochas; "Origine e proprietà dell'aura umana" di Oscar Bagnall, opera pubblicata nel 1937 e ristampata con aggiunge e aggiornamenti nel 1970; il recente studio del medico inglese Douglas Baker (1990): "L'Aura umana". In proposito cfr. anche la vasta letteratura sull'effetto Kirlian.

http://www.edicolaweb.net/nonsoloufo/nonsolo.htm 

Il terzo occhio



Il "terzo occhio" è il presupposto dell'"intuito" e della "chiaroveggenza". Esso è situato nel centro della fronte leggermente sopra le sopracciglia. E' collegato al sesto chakra e alla ghiandola pituitaria o ipofisi, anche se è comune credere che la ghiandola pineale o epifisi sia la ghiandola del terzo occhio. Attualmente possiamo dire che la pineale è una ghiandola in letargo, dovuto al suo inutilizzo negli ultimi millenni da parte dell'uomo.
L'attivazione del sesto chakra comporta l'emancipazione dell'intuito personale. L'intuizione è la capacità di captare una verità senza l'uso della logica mentale. Essa fa parte della sfera irrazionale dell'uomo. Una forte intuizione porta alla "divinazione", della quale la più comune e popolare pratica è la cartomanzia.
Un essere in evoluzione passa dall'iniziale intuizione alla piena attivazione del terzo occhio e così alla veggenza. Divinazione, terzo occhio e veggenza rientrano sempre nella sfera dei talenti personali.
Quando il terzo occhio è totalmente aperto è possibile vedere e fare molte cose. E' possibile vedere dentro ad un corpo umano sia nel macro (organi, ghiandole, ecc.), sia nel micro (sangue, cellule, ecc.), tanto da poterne fare dei check-up particolareggiati. E' possibile vedere anche altre realtà, oltre a quella fisica, come ad esempio le entità disincarnate, l'aura, i chakra. Tramite di esso è possibile rivivere in pieno una propria vita passata, ma anche vedere quella di altri. E' possibile sapere e vedere che cosa fanno, pensano e dicono le altre persone, restando però nella più completa discrezione. E' possibile fare un "volo astrale". Con il terzo occhio è inoltre possibile praticare la magia nera, come malocchio, fatture, malefici, stregoneria, ecc., e la magia bianca, come sciamanesimo, guarigioni miracolose sia fisiche che astrali, esorcismi, ecc. Il suo uso non sempre però necessita di un essere pienamente consapevole, a volte il soggetto opera usando l'intuizione unita alla grande pratica acquisita nel tempo. Una coscienza involuta usa la veggenza per operare la magia nera, altresì, una coscienza evoluta la usa per operare quella bianca.
Nella simbologia la veggenza è la sfera di cristallo dei maghi, dove guardando dentro si vedono cose lontane e segrete.
Il grande Theophrast Bombast Von Hohenheim, conosciuto con il nome di Paracelso (1491/3-1541/4) scrisse sul terzo occhio: "L'intima natura di ogni cosa può essere conosciuta mediante la magia in generale e mediante i poteri della vista interiore, o seconda vista. Sono questi i poteri da cui possono essere scoperti tutti i segreti della natura. Ed è necessario che un medico conosca bene questa arte e sappia capire molto di più da questa sua intima percezione circa le malattie dei pazienti, che non interrogandoli. Finché l'uomo rimase in uno stato naturale riconobbe i segni delle cose e capì il loro vero carattere. Ma quanto più si allontanò dal sentiero della natura, e quanto più si lasciò catturare dalle illusorie apparenze esterne, tanto più questo tipo di potere scomparve."
Anche nel Vangelo vi è un accenno al terzo occhio. "La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è sano, tutto il tuo corpo sarà luminoso. Ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo (astrale) sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande e nera sarà la tenebra!" (Matteo 6,22-23)