giovedì, dicembre 30, 2010

EISOGNA IMPARARE AD ESPRIMERE AMORE PER SENTIRSI VIVI

"Rimanendo freddi, rigidi, spenti e senza amore, molti si illudono
di poter riuscire nella vita. Poveretti! Se vogliono riuscire,
occorre che prima si abituino a diventare vivi, e non si diventa
vivi se non imparando ad amare; anche per questo ci sono degli
esercizi da fare. Quali? Eccone uno facilissimo. In un momento in
cui nessuno vi vede, alzate la mano inviando tutto il vostro
amore alla terra e al cielo, agli Angeli e al Signore, e dite:
"Vi amo, vi amo, voglio essere in armonia con voi". Abituandovi
così a proiettare nello spazio qualche cosa di vibrante, di
intenso, diventate come una sorgente, come un sole.
Perché certi esseri si rifugiano dietro un volto sinistro, sul
quale non si legge né amore né bontà e nemmeno intelligenza? Non
si accorgono di quanto sia pericoloso quell'atteggiamento, sia
per sé che per gli altri. Essi devono imparare ad esprimere
l'amore per diventare vivi, affinché il loro volto e il loro
sguardo siano vivi, affinché la loro presenza sia viva."
Omraam Mikhaël Aïvanhov

Tratto da: www.prosveta.it

lunedì, dicembre 27, 2010

venerdì, dicembre 17, 2010

La Legge di Evoluzione

Sono qui esposte le sette tappe o Stadi dell’Evoluzione dell’Umanità in relazione alle Leggi che la governano, esaminando il singolo individuo, i gruppi e le nazioni.
In relazione ai punti di riferimento dati, con discernimento e con spirito di lealtà, ognuno può individuare lo stadio evolutivo personale, del proprio gruppo (se fa parte di qualche gruppo) e del paese in cui vive.
Quanto esposto non vuol essere esaustivo ma può indicare la via per raggiungere la Luce sul Sentiero mettendosi in ascolto della Voce del Silenzio…
Ogni Pellegrino, ricercatore della Verità, potrà trovare alcuni spunti interessanti per il suo Eterno divenire…con la consapevolezza che:
" La parola cela la Verità e non la rivela. Se una Verità viene riconosciuta, significa che colui che indaga ha scoperto un punto di verità in se stesso, ciò che serve ad illuminare i suoi passi nel suo lento e graduale procedere".
Perciò, procedi o Pellegrino, con ferma perseveranza. Non vi è candela alcuna o lampada ad olio terrena. La radianza continua a crescere fino a che il Sentiero non termina in una vampa di gloria…ed il Pellegrino nella notte diviene il figlio del Sole ed entra nei Portali di quel Globo Radioso.
Primo Stadio  
Individuo:
1) Uomo Comune:
E’ governato dal desiderio e dalle emozioni che – mutando, costantemente sollecitate da stimoli esterni ai quali risponde in modo automatico e inconsapevole – vive senza una meta precisa, in uno stato di confusione, vulnerabilità e di condizionamento esercitato su di lui dall’esterno.
Spesso è molto influenzabile dall’ambiente circostante ed anche dall’aura delle altre persone.
Non avendo ancora sviluppato la mente, ossia la capacità di comprendere e di discernere, subisce in modo del tutto inconsapevole la potenza delle forme-pensiero che la cultura, la politica e la religione – spesso vissuta come superstizione – gli hanno costruito attorno. Questo fa di lui uno strumento nelle mani di chi ha già sviluppato l’intelletto.
Il suo io è rappresentato dal Corpo fisico e da quello Emotivo, con rare eccezioni. Il lavoro, spesso, è vissuto come una dura disciplina da evitarsi tutte le volte che sia possibile. Può essere presente il desiderio di vivere agiatamente senza fare nulla, e ciò spinge a cercare facili guadagni (giochi, lotterie, ecc). Il suo modello sono gli uomini dello stadio successivo, che sono ammirati, invidiati, e perciò cerca di imitarli.
Quasi sempre è psichico, perché entra in relazione con gli altri attraverso il Plesso Solare, cioè le sensazioni e le percezioni emotive e non con l’intelletto ed il discernimento.
Quando il suo corpo emotivo è stimolato, può avere esplosioni improvvise di rabbia, collera e violenza, seguite da altrettanto improvvise calma e allegria.
I Chakra prevalentemente operanti sono: la base della spina, il sacrale ed il plesso solare.
I suoi compiti sono:
controllare il corpo emotivo, cioè cominciare il cammino di liberazione dalle paure, dalle quali nasce l’aggressività, e di soddisfazione dai desideri per riuscire poi a limitarli (il consumismo svolge questa funzione).
sviluppare l’intelletto attraverso lo studio (educazione di massa) per non essere facile preda di astuti demagoghi.
la realizzazione dei due punti precedenti vedrà la nascita di una maggiore fiducia in se stessi. Questo sviluppo dell’io è la condizione che permetterà il passaggio da una coscienza collettiva di massa ad una forte coscienza individuale, propria dello stadio successivo.
Gruppi:
1) Gruppi di tipo emotivo:
Vale tutto quanto detto a proposito dell’uomo comune. Le espressioni più caratteristiche di questo livello sono:
gruppi di tipo sportivo, musicale, fans dei divi del mondo dello spettacolo, ecc.
persone che si riuniscono per soddisfare desideri simili e per superare la solitudine (circoli dopo-lavoro, associazioni di caccia, pesca, ballo e altri tipi di hobby, club dei cuori solitari, ecc.)
Nazioni:
1) Società primitive:
Non ha equivalente nell’ambito del governo delle nazioni (oggi) perché non avendo ancora realizzato lo sviluppo della mente, non ha le capacità di gestire una società.
Nel passato possiamo trovare esempi nelle tribù governate da chi prevaleva come forza fisica e potenza del desiderio.

Secondo Stadio
Individuo:
2) Uomo nell’affermazione della sua personalità:
Le esperienze della vita, che si realizzano attraverso un adattamento continuo alle circostanze che costantemente mutano, lo portano a controllare sempre meglio il suo corpo emotivo attraverso un graduale e costante sviluppo dell’intelletto.
E’ la fase di massimo individualismo, della ricerca del piacere e del massimo egoismo. Utilizza ogni circostanza, situazione e persona per raggiungere i suoi obiettivi e realizzare il suo interesse. Spesso mente spudoratamente, manipola la verità, usa la critica e la denigrazione per distruggere i concorrenti e per realizzare i suoi fini.
La lotta è la caratteristica della sua vita, ed è mosso dal principio:<> (giustificando crudeltà, cattiverie e perfidie inimmaginabili). Tutto ciò è possibile perché è alieno ai valori etici, anche se spesso, a parole, si maschera dietro di essi. Il valore portante della sua vita è la ricerca del potere e l’immagine di se che cerca di dare agli altri, perché da essa trae il suo prestigio e il metro della sua affermazione, e di conseguenza vive costantemente nell’apparenza e nella ricerca del successo. Ama le medaglie, i premi ed i titoli onorifici.
In questa fase, oltre ai chakra precedenti, operano parzialmente anche quello della gola e del terzo occhio.
I suoi compiti sono:
Il suo compito principale è di cominciare a superare l’egoismo della mente e della personalità, inserendo dei valori che lo aiutino ad andare oltre il suo "io" , dopo che ha raggiunto il punto di massimo sviluppo.
Inserire un ideale nella sua vita, che non rappresenti solo la realizzazione di un desiderio personale, ma che abbia come meta anche un conseguimento di benessere collettivo (ideologie politiche, religiose, culturali, sociali, ecc.)
dovrà riconoscere la necessità di sacrificare qualche cosa di personale per costruire un bene maggiore.
Gruppi:
2) Gruppi di tipo mentale:
Si formano attraverso l’amalgama dell’interesse intellettuale e culturale. chi vi appartiene sente il bisogno di stimolare costantemente la mente, si interessa di ciò che avviene nel mondo, vuole conoscere per essere aggiornato anche se spesso si accontenta di un sapere superficiale che segue le mode.
all’apice di questo livello troviamo i team imprenditoriali, tenuti insieme dalla spinta all’affermazione personale e dall’esercizio del potere.
Nazioni:
2) Governi mentali:
Tutti i tipi di governo formati da personalità che usano la mente inferiore per esercitare potere. Possono assumere la forma delle società feudali, monarchiche, dittature, repubbliche, ecc. Oggi troviamo l’espressione di questo livello evolutivo prevalentemente nelle società capitaliste.

Terzo Stadio
Individuo:
3) L’idealista:
In questa fase comincia ad inserirsi l’idea del sacrificio. Il valore portante è l’ideale che l’individuo riconosce come meta da realizzare e per raggiungere tale scopo è pronto a sacrificare tutto, fino alla donazione della propria vita.
La nota portante è la devozione, fiducia (fede) verso qualche grande ideale o figura carismatica in ambito politico, religioso, culturale, ecc.
Riesce a collaborare onestamente e fattivamente con chi condivide il suo obiettivo, ma può essere ferocemente nemico di chi persegue altre ideologie. Anche se in modo parziale, corporativo e spesso fanatico, egli comincia a spostare l’attenzione da se agli altri, e questo determina un inizio di apertura del centro del cuore (volontariato).
può però ancora essere fortemente condizionato dalla mente inferiore, che lo spinge ad affermare la propria personalità.
I suoi compiti sono:
Iniziare un processo di trasformazione per arrivare ad accettare punti di vista diversi dai suoi, abbandonando la convinzione di essere nel giusto riconoscendo i limiti della propria visione del mondo.
abbandonare la lotta ideologica contro chi pensa in modo diverso.
lasciare cadere l’intransigenza della mente per scoprire, attraverso il cuore ed i sentimenti, il valore di un bene comune unitario.
Gruppi:
3) Gruppi ideologici:
Il loro collante è dato dall’adesione ad un ideologia comune e vale quanto detto per l’individuo.
I rappresentanti più tipici di questo livello sono i partiti ed i sindacati, gruppi di ispirazione religiosa, gruppi spirituali che si formano attorno ad una figura carismatica e molti gruppi di volontariato. Qui troviamo anche molti gruppi fanatici di tipo politico e religioso (terrorismo).
Nazioni:
3) Governi ideologici:
Possono formarsi attorno ad un ideale di grandezza, come il fascismo, di supremazia, come il nazismo, oppure di giustizia sociale, come il comunismo ed il socialismo.
Come per l’individuo, questi regimi sono fortemente condizionati dall’egoismo della mente inferiore e sono caduti in forme di dittature totalitarie.

Quarto Stadio
Individuo:
4) Il Mistico:
Per la prima volta si scoprono e si perseguono valori spirituali e si ricerca il contatto e il rapporto con la Divinità, cercando di sviluppare un amore incondizionato verso tutti.
La caratteristica fondamentale è l’apertura del chakra del cuore, la quale, nel passato, avveniva attraverso il ritiro dal mondo, l’abbandono dell’uso dell’intelletto e una chiusura in se stessi usando gli strumenti della preghiera, del digiuno, ecc.
Inizia la fase della purificazione da un punto di vista fisico ed emotivo. Tende a rifiutare l’uso della mente considerandola un pericolo, ed abbraccia la devozione e la fede verso chi considera un maestro. Quindi si dona completamente a gruppi, sette, chiese, ecc. spesso in modo ancora fanatico ed integralista.
Oggi, con il declino del 6° Raggio e l’arrivo del 7° Raggio, la spinta evolutiva porta a cercare di vivere l’amore in modo pratico e concreto all’interno della società prendendosi cura degli altri in qualsiasi ambito sociale (volontariato).
I suoi compiti sono:
completare lo sviluppo del Cuore e cominciare a riprendere l’uso della Mente.
imparare a rafforzare la tendenza a volgere l’attenzione verso gli altri e non più solo verso la propria evoluzione.
ritornare sulla terra dopo aver "volato in cielo", ossia sviluppare la concretezza, acquisendo il senso pratico nell’affrontare i problemi della vita.
Gruppi:
4) Gruppi Mistici:
Vale quanto detto per l’individuo. Qui troviamo le chiese, tutte le organizzazioni religiose, certi gruppi di volontariato. Un fenomeno particolare è stato quello della New Age, che ha visto la nascita di gruppi che hanno prevalentemente messo l’accento sull’importanza delle emozioni e del cuore, rifiutando l’apporto della mente.
Qui troviamo anche molti gruppi ideologici, religiosi e spirituali, quando la base del loro lavoro è la purificazione ed il perfezionamento del carattere.
Nazioni:
4) Governi a carattere religioso e monastico:
L’esempio più clamoroso è lo Stato del Vaticano. La sua funzione sarebbe stata quella di dare l’esempio di come fosse possibile realizzare concretamente una società su valori cristiani, cioè, come "spiritualizzare il potere". La storia ci ricorda che il tentativo è fallito, poiché è stato il potere che ha "materializzato lo Spirito".
Un altro esempio è rappresentato dai paesi Islamici, che hanno posto le regole religiose come base della loro legislatura e vita sociale.

Quinto Stadio
Individuo:
5) Aspirante Spirituale:
All’apertura del chakra del cuore, avvenuta nella fase precedente, segue la riappropriazione dell’uso dell’intelletto per cominciare ad unire le due facoltà.
Si avvicina alla Scienza dello Spirito e comincia a studiare se stesso e le leggi che lo governano, comprendendo che ogni trasformazione qualitativa della società è inevitabile conseguenza del cambiamento qualitativo di se stessi attraverso un processo di purificazione fisica, emotiva e mentale.
E‘ la fase nella quale si comprende sempre meglio cosa sarebbe necessario fare per perfezionare il proprio carattere ed il rapporto con gli altri, però spesso non si ha ancora una sufficiente volontà ed autodisciplina per applicare e vivere quello che la mente riconosce e ci indica come prossimo passo evolutivo.
In questa fase l’Aspirante è sottoposto a prove individuali per realizzare la coerenza fra i valori riconosciuti e quelli applicati. La meditazione comincia ad essere uno strumento importante, anche se è ancora alternata alla preghiera.
I suoi compiti sono:
nel suo ritorno nella società dovrà imparare ad applicare quotidianamente, nel suo ambito e nella sua professione, quelle qualità del cuore che ha appreso nella fase precedente: umiltà, pazienza, comprensione, tolleranza, ecc. e questo comprende anche l’apprendere l’uso corretto della parola.
gli viene chiesto di sviluppare sempre di più l’intelletto, collegandolo al cuore.
per rispondere nel modo più appropriato alle varie situazioni, dovrà sempre più sviluppare la difficile arte dell’ascolto.
Gruppi:
5) Gruppi di Ricerca Spirituale
Hanno la finalità di aiutare a raggiungere tutto ciò che è stato detto a proposito dell’aspirante spirituale.
Ne fanno parte tutti quei gruppi che cominciano a studiare ed approfondire la struttura dell’essere umano nell’ambito della psicologia, dell’educazione, della medicina, della meditazione, ecc.
Vi sono compresi anche tutti quei centri ed associazioni che divulgano il Vero Insegnamento Spirituale, che mette l’accento sulla trasformazione di se stessi.
Nazioni:
5) Governi Democratici:
Anche la democrazia segue un iter evolutivo, però si può sostanzialmente affermare che esse sono accomunate dall’inserimento della garanzia data dalle Leggi, che diventano la struttura portante della società.
La democrazia è in sé la scienza dei Giusti e Retti Rapporti Umani, che sono l’obiettivo che l’umanità ha davanti a se e che potrà essere raggiunto in futuro.
Attraverso il riconoscimento dei diritti universali, l’umanità ha ampliato la sua coscienza e l’ha riflessa nelle sue costituzioni, codici e leggi.
Possiamo affermare che oggi alcune nazioni hanno raggiunto la consapevolezza di quello che sarebbe necessario fare, ma non riescono ancora a realizzarlo.

Sesto Stadio
Individuo:
6) Discepolo in Prova:
Le caratteristiche di questa fase sono l’autodisciplina ed un uso della Volontà sempre maggiore. Diventa sempre più padrone delle Leggi che governano i suoi pensieri.
Le prove di questa fase tendono, prevalentemente, a spostare l’attenzione dai propri bisogni a quelli degli altri, cercando di instaurare giusti e retti rapporti di gruppo con il fine di rendersi disponibili ad un servizio cosciente attraverso lo studio dei problemi dell’umanità, delle Leggi Universali e del Piano Evolutivo.
Quello che viene richiesto è il perfezionamento dell’ascolto e della percezione di ciò che è prioritario di momento in momento per assecondare l’evoluzione. Qui si inizia a migliorare la meditazione.
I suoi compiti sono:
l’accettazione dovrà diventare la nota dominante del suo modo d’essere. Questo eliminerà ogni forma di lotta "contro", perché egli arriverà a comprendere che dietro ad ogni situazione c’è un Piano che porta avanti l’evoluzione, anche se spesso non riesce ancora a percepirlo.
una delle mete più importanti che ha davanti a se da raggiungere è l’innocuità nei pensieri, perché è questo che gli permetterà di elevare la sua vibrazione avvicinandola a quella dell’Ashram.
la spinta al servizio e alla vita di gruppo diventano sempre di più il motore della sua esistenza.
Gruppi:
6) Scuole di formazione spirituale:
Vale quanto detto per l’individuo.
Qui troviamo le varie Scuole Esoteriche come la Scuola Arcana, le Scuole Teosofiche, le Scuole Rosacrociane, la Psicosintesi e tutti quei gruppi che svolgono un servizio intelligente e amorevole verso la società.
Nazioni:
6) Governi a carattere veramente democratico:
Oggi la coscienza dell’umanità non ne permette ancora la realizzazione. La si concretizza quando la società applica veramente le leggi formulate nella fase precedente ed il suo obiettivo è il servizio verso i cittadini.

Settimo Stadio
Individuo:
7) Il Discepolo Accettato:
E’ tale perché ha imparato ad accettare con distacco emotivo:
ogni circostanza di vita che viene riconosciuta come conseguenza di azioni precedenti.
le crisi individuali e collettive, come la conseguenza della violazione delle Leggi Universali e come opportunità per adeguarsi ad esse.
di essere parte integrante di un grande organismo vivente, il quale viene aiutato nella sua evoluzione con un servizio consapevolmente scelto come meta della vita e come espressione delle più alte qualità etiche e morali.
Studia le Leggi Universali che riguardano individui, gruppi e nazioni e si sforza di comprendere il Piano Divino.
Inizia a sviluppare il chakra della testa attraverso l’esercizio della Volontà ed il riconoscimento dell’applicazione del Dovere. Di conseguenza sviluppa una coscienza sempre più ampia e il rapporto con l’Angelo Solare si intensifica, venendo così guidato in ogni azione e trasformato in un creatore cosciente di UNITA’.
I suoi compiti sono:
Perfezionare sempre di più la sua comprensione del Piano Evolutivo e delle Leggi Universali.
Migliorare il distacco e la quiete emotiva, imparando ad uscire dalla dualità della vita, attraverso la costruzione costante del terzo punto di equilibrio. Diventare cioè un costruttore cosciente di Triangoli.
Identificarsi, sempre di più, con il punto di vista della GERARCHIA SPIRITUALE, per diventare un creatore di UNITA’.
Gruppi:
7) Gruppi di Servizio:
In questa fase entrano i gruppi del livello precedente, perfezionando il loro servizio attraverso il rispetto delle Leggi Universali, l’uso del Rituale, l’utilizzo della Legge del Ciclo e la volontà di collaborare intelligentemente e consapevolmente allo sviluppo del Piano evolutivo.
Nazioni:
7) Governi Illuminati:
L’esempio a noi più familiare è stato quello di Crotone nel 500 a.C. realizzato da quel gruppo di Discepoli della Scuola Pitagorica.



"…e chi dunque vorrà vedere ed apprendere, dovrà cercare…e quando avrà appreso tutto, non gli resterà che levare le tende e procedere oltre…"
(Teofrasto Aureolo Filippo Bombast Von Hohenheim detto PARACELSO)

sabato, dicembre 11, 2010

AQUILA REALE


 
Un’ombra scura vola nell’aria, possente e maestosa, è l’aquila, superbamente libera nei cieli, dove la natura trasmette ancora i suoi valori. Ne seguo l’ascesa con riverente ammirazione, osservo l’ampiezza delle sue ali spiegate nel volo, la sua simulata danza nella brezza leggera, ne ammiro la grazia finche la vedo posarsi lontano e la sua figura stagliarsi sullo sfondo imponente d’una vetta.
 
Moltissimi sono i significati simbolici, mitologici, spirituali e guerrieri legati all’aquila ma, prima di addentrarmi nella notazione di questi suoi legami, esaminiamo la scheda naturalistica di questo stupendo rapace.

L’aquila reale, formidabile predatrice possente e maestosa mentre nel volo descrive ampi cerchi a grandi altezze, è un grande uccello rapace diurno dal becco robusto e uncinato, dal collo guarnito di piume lanceolate e dalle ali molto ampie.
Le sue lunghe zampe sono fornite d’artigli lunghi, affilati e adunchi, con i quali afferra e lacera le sue prede.
Uccello dell’ordine degli Acciptriformi e della famiglia degli Accipitridi, attivo di giorno, nidifica prevalentemente sulle rocce.
E’ diffuso quasi uniformemente in tutte le zone della terra, ad eccezione delle latitudini polari. Si conoscono molte specie d’aquila, ognuna delle quali possiede la propria morfologia, le proprie abitudini alimentari e il proprio habitat.
In Italia sono presenti due sole specie, la cosiddetta “aquila crysaetus” e la “hieraetus aquila”, quest’ultima presente nelle zone montuose della corona delle Alpi.
 
Consideriamo ora alcune definizioni legate all’aquila universalmente considerata come un simbolo celeste e solare.
Regina degli uccelli, ne completa il simbolismo generale che, sotto certi aspetti, è il medesimo degli angeli e degli stati spirituali superiori.
In certe culture religiose fu paragonata allo stesso sole.
Nella mitologia greca e latina l’aquila è l’uccello sacro a Zeus, dio del fulmine e delle nuvole,
suo attributo specifico ed è spesso identificata con lo stesso padre degli dèi.
Ritroviamo l’Aquila in Cielo raffigurata nella Costellazione e presentata con le sue stelle in note leggende.
L’identificazione dell’aquila con le supreme divinità è riscontrabile anche nelle antiche tradizione degli indiani d’America
Del resto, proprio nel corso delle loro danze rituali era operata attraverso l’estasi religiosa la personificazione tra i danzatori e questo volatile, sia sotto il profilo spirituale sia in quello propriamente fisico.
Il fischietto d’osso e il mitico casco di penne d’aquila, il leggendario “War bonnet”, indicativo del massimo riconoscimento a cui loro aspiravano, .erano usati nella propiziatoria e spesso sciamanica, “danza del sole”. comune a molte etnie pellerossa, azteche e perfino nipponiche.
L’affinità tra sole e aquila fu riproposta altresì nella mitologia greca.
Qui fu convinzione che quest’uccello, partito dall’estremità del mondo, si fosse fermato sulla verticale dell’ omphalos di Delfi (zona considerata solare per eccellenza) per seguire poi la traiettoria del sole (cfr. astronomia “geocentrica”) dal suo sorgere fino allo zenit, tragitto che avrebbe coinciso con l’estensione dell’asse del mondo.
L’aquila che, secondo le leggende, sarebbe stata capace di fissare la luce del sole, divenne aforisma della percezione diretta della conoscenza del divino da parte dell’intelletto umano.
Per estensione concettuale, anche simbolo della contemplazione e dell’estasi e nel cristianesimo primitivo. Si spiega in tal modo l’attribuzione dell’uccello a Giovanni Evangelista ed al suo Vangelo.
In alcune opere d’arte del primo Medioevo, è visibile l’identificazione dell’aquila con lo stesso Cristo del quale ne rappresentò anche l’ascensione al cielo e, quindi, la regalità suprema. Secondo tale interpretazione, tutto ciò sarebbe una trasposizione del simbolo romano dell’Impero, emblema che sarà in seguito assunto dai sovrani del Sacro Romano Impero.
I mistici medievali indulsero sul concetto d’aquila per evocare la visione di Dio, paragonando la loro preghiera alle ali dell’uccello regale.
Proseguendo nell’osservazione, vediamo che nel Medioevo l’aquila fu equiparata al leone.
Nell’iconografia del periodo, le sommità delle colonne, gli obelischi furono spesso sormontati dall’immagine di un’aquila, a significare la potenza spirituale più elevata, la sovranità e l’eroismo e, in generale, ogni virtù trascendente.
Infatti, la figura fu costantemente identificata  con il simbolismo dell’ascesa spirituale, di una comunicazione della terra con il cielo. Non a caso gli angeli avrebbero avuto le ali delle aquile; anzi, in certe leggende, i divini messaggeri e le aquile furono identificati in un processo di scambio reciproco di ruoli.
Per esempio, nell’“Apocalisse” di Giovanni si legge, a proposito dell’aspetto del quarto angelo, che sarebbe stato come “un’aquila in pieno volo.”.
 Il testo dello Pseudo Dionigi, assai seguito dalla Scolastica religiosa del Medioevo, riportava che “…la figura dell’aquila indica la regalità angelica, la tensione degli angeli verso le cime divine (…) il vigore dello sguardo verso la contemplazione di Dio, del sole che moltiplica i suoi raggi nello spirito …”
 I Salmi fecero dell’aquila un emblema di rigenerazione spirituale, al pari della figura della fenice.
A dire il vero tutte le tradizioni mediterranee conferirono all’uccello il potere della rigenerazione fisica e spirituale.
Un racconto diffuso nei territori greci del Peloponneso, affermava che l’aquila sia stato l’unico uccello capace di volare dal mondo materiale a quello soprannaturale.
Esso avrebbe divorato il corpo degli eroi moribondi per rifarne il corpo nel proprio ventre prima di rimetterli di nuovo nel mondo.
Fu questa l’elaborazione mitica della credenza arcaica che l’aquila potesse condurre le anime dei defunti nei “Campi Elisi”, il paradiso della mitologia greca e, dato che la rigenerazione sotto certi aspetti ebbe anche la valenza d’illuminazione interiore, fu considerata anche un simbolo alchemico ed iniziatico.
In alchimia sta a significare soprattutto il passaggio della “materia primordiale” attraverso il fuoco e l’acqua.
Secondo il punto di vista iniziatico, invece, essa è l’immagine viva della sovranità e del sacerdozio nelle loro accezioni di “unificatori dei ruoli” (cfr. la dottrina romano-italica del “re-sacerdote”).
La figura dell’aquila fu presente anche nella prassi delle arti divinatorie degli sciamani, degli aruspici e degli indovini.
Secondo il punto di vista sciamanico è uno dei simboli della forza uranica, e fu usato nelle forme della magia cosiddetta “simpatica” per propiziare “il volo” dello sciamano verso altre dimensioni della realtà e il viaggio dello stesso nei recessi dell’Oltretomba.
Si legge in un poema estone del XIV secolo: “ … lo sciamano danza a lungo/ cade a terra senza coscienza/ e la sua anima è innalzata al cielo/ in un carro trainato dalle aquile …”
 Sotto quest’aspetto, l’uccello avrebbe rivestito anche una funzione tutelare non solo verso lo sciamano, ma soprattutto nei confronti di coloro che a lui si sarebbero rivolti per aiuti soprannaturali.
A questo proposito, diventano di facile interpretazione certe immagini proprie dell’iconografia delle popolazioni del Nord Europa in altro modo incomprensibili, nelle quali è riprodotta un’aquila che spicca il volo dai rami dell’albero cosmico rovesciato portando tra gli artigli figure umane in preghiera.
Nella mantica degli aruspici e degli indovini italico-etruschi, l’aquila divenne un segno di prosperità e di favori divini.
Lo stesso significato fu presente anche nelle tradizioni del Galles e dell’Irlanda meridionale.
In particolare, nel testo di un racconto anonimo irlandese sugli “antenati del mondo” dedicato all’eroe Tuan MacCairrill, l’aquila è narrata come un animale fausto per l’uomo al pari del cervo, del merlo e del salmone.
Con lo stesso significato la si ritrova nei racconti irlandesi di “Mabinogi di Kulhwch e Olwen” e “Mabinogi di Math”, nei quali l’uccello è il latore presso gli uomini dei messaggi propizi delle divinità.
Nelle arti divinatorie degli àuguri romani, il volo delle aquile erano interpretati per conoscere gli umori e le decisioni degli dèi nei confronti degli uomini o verso particolari circostanze sociali.
Nondimeno in Roma l’aquila, come similmente il corvo nella civiltà germanica e nella mitologia celtica in genere, fu considerata come messaggera delle volontà divine.
Tuttavia il simbolismo dell’aquila comporta anche un aspetto tellurico, notturno e malvagio. Sono queste le controparti negative d’ogni cosa visibile e non visibile del creato.
Nel simbolismo generale di quest’uccello, i suoi aspetti negativi sorgerebbero solamente dagli eccessi, per meglio dire, quando le attribuzioni che resero l’aquila un simbolo d’essenza regale, solare e divino si capovolgono, trasformandosi nella crudeltà, nell’orgoglio e nell’oppressione perpetrata dai tiranni.
In sostanza, nel suo lato negativo, l’aquila simboleggia tutte le forme di perversione del potere in egual misura.
Come animale tellurico l’aquila fu assimilata ai felini notturni in genere, a motivo dell’acutezza della sua vista.
Questa particolarità è ravvisabile soprattutto nella mitologia delle popolazioni mediorientali, principalmente siriane ed egizie.
Spesso nella relativa iconografia, l’aquila fu raffigurata con due o più teste.
L’immagine compare sovente anche nei blasoni delle casate nobili, particolarmente ungheresi, russe e germaniche.
Per riportare solo alcuni esempi, l’immagine compare sullo stemma araldico della celebre famiglia Von Krezsky dello Sleswig Holstein (Germania), di quella degli Ortoantorff della Baviera settentrionale, di quella boema degli Adler-Novitz.
L’aquila bicipite comparve anche sullo scudo da guerra d’alcuni componenti degli Hoenstaufen, ed in particolare su quello dell’imperatore Federico II di Svevia.
Raffigurazioni di un’aquila a due teste furono presenti anche in certi bassorilievi maya e nei glossoglifi del così chiamato “Codice Nuttal” azteco.
Si è portati a pensare che quest’aquila sia stata la rappresentazione di una divinità della vegetazione.
Generalmente, tuttavia, la figura dell’aquila a più teste è tipica dell’araldica imperiale.
La duplicazione delle teste esprimerebbe, più che la dualità del concetto classico dell’impero (potere temporale e spirituale insieme), la molteplicità dei territori sui quali si estenderebbe l’impero.
Nello stesso tempo, la pluralità delle teste farebbe da rafforzativo del simbolismo specifico originario.
Come fu, peraltro, nel caso dell’iconografia zoomorfa medievale, nella quale la figura di più animali in un medesimo contesto artistico fu voluta per sottolineare l’apice massimo delle valenze simboleggiate.
Secondo James Frazer l’aquila bicipite sarebbe un simbolo d’origine ittita, ripreso nel primo Medioevo dai Turchi Selgiuchidi, a sua volta ripreso dagli eserciti europei durante le crociate in Medioriente e trasmesso alla simbologia militare imperiale dalle popolazioni slave e germaniche.
Secondo l’ottica psicanalitica, la figura dell’aquila rappresenta la paternità, la virilità ed anche il collettivismo.
Carl Gustav Jung vide nell’aquila un simbolo di protezione e di laboriosità dell’uomo verso il proprio nucleo famigliare.
Lo studioso d’antropologia applicata alla psicologia e profondo conoscitore delle tradizioni religiose dei nativi del Nord America, Hartley B. Alexander, nel suo libro “I fondamenti del rito”, ha sostenuto che l’aquila sia uno dei maggiori simboli-totem delle arcaiche società patriarcali composte da cacciatori nomadi, guerrieri o esploratori.
La stilizzazione grafica delle ali distese in volo dell’aquila, ha scritto Alexander, avrebbe portato alla raffigurazione della croce in tempi posteriori, ed avrebbe assunto la valenza di simbolo della terra in genere e della fertilità del suolo.
Ed ora, dopo avervi indicato di questo stupendo rapace alcune note naturalistiche, nonché molti espressioni che fanno parte del mondo simbolico e mitologico, vi offro, una breve favola nordica quella di Kalevala
 
 “Nel tempo più lontano che ci sia, quando non era apparso ancora il sole, né la luna, né le stelle, né la terra, quando insomma non c'era che l'aria, immensa, infinita, e al di sotto di lei non c'era che il mare, infinito anch'esso ed immenso, la bella Fata della Natura, la figlia dell'aria, si stancò di tanta monotonia.
Scese giù dalla sua casa tutta azzurra e incominciò a vagare sul mare, sfiorando con i piedi l'acqua chiara giocava con la spuma e con gli spruzzi salsi, scivolava sulle creste dei marosi e intrecciava corone d’alghe per la sua testa bionda.
Ma poi anche di questo si stancò; si adagiò quindi sulle onde, poggiò il capo sulla spuma bianca e lasciò che i capelli si sciogliessero e galleggiassero tutt'intorno al suo viso.
Un dolce sonno la prese, mentre il mare la cullava e la trasportava lievemente di qua, di là, piano piano, senza svegliarla.
Quand'ecco un'aquila enorme apparve nel cielo, venuta di chissà dove, da quali misteriosi confini dell'aria.
Era stanca, cercava un luogo dove posarsi; agitava le ali, spossata; e a quel battito di penne la dea si svegliò.
Aprì i grandi occhi azzurri, sollevò lentamente un ginocchio fuori dalle acque e l'aquila discese, squassando le pesanti ali in un ultimo sforzo e vi si posò.
A lungo la Fata e l'aquila furono sballottate dalle onde.
Sul ginocchio della dea l'uccello fece il suo nido, e vi depose sei uova d'oro e un uovo di ferro, e le covò.
Al quarto giorno il calore delle uova divenne così forte che la dea non poté più sopportato.
Si mosse di colpo ed ecco che le uova rotolarono le une contro le altre e s'infransero.
L'aquila con un grido distese le larghe ali e s'innalzò nell'aria.
Ma una cosa meravigliosa accadde allora nell'infinito universo.
I1 guscio delle uova d'oro s’ingrandì, si distese, formò la volta del cielo e la superficie ricurva della terra: i rossi tuorli formarono gli astri, il sole, la luna, le stelle; i piccoli frammenti neri dell'uovo di ferro si convertirono in nubi e corsero rapide sui mari.
E il mondo sorse così, per caso, mentre la dea risplendeva nell'immensità del creato.
Poi essa si sollevò dalle acque, toccò con le agili dita la terra molle e formò i seni e le baie, calcò con i piedi il suolo d'argilla e formò i monti e le valli, si adagiò al sole e con le braccia distese formò le vaste pianure.
E là, dove la dea aveva posato il capo, i capelli grondanti formarono laghi e fiumi e cascate d'argento.
E dove la Fata aveva poggiato i piedi divini, sorse una ghirlanda d’isole brune.
Così nacque la Finlandia, la strana terra dai quarantamila occhi azzurri, incoronata d'isole e di scogli.”
 
Fernanda Nosenzo Spagnolo







sabato, dicembre 04, 2010

Il significato magico del Solstizio d’Inverno

Tra qualche settimana avrà inizio il periodo delle celebrazioni e dei festeggiamenti per il Natale e, come ogni anno, la moltitudine globalizzata, con giustificazioni astrattamente religiose, si immergerà repentinamente e totalmente nella demonia del consumismo sfrenato, senza comprendere minimamente o implicitamente che in quei giorni specifici del ciclo annuale qualcosa di straordinario e di magico accade, un evento cosmico che assumeva un alto valore simbolico in tutte le forme assunte dalla Tradizione Primordiale. Questo nostro scritto è mirato proprio a precisare il suddetto aspetto tradizionale, compenetrandolo in una visione organica, che liberi il campo da integralismi e settarismi d’ogni tipo, esplicitando il senso universale di quello che è comunemente conosciuto come il Solstizio d’Inverno, appartenente, in forme giustamente diverse, alla spiritualità di tutte le religioni del mondo. “Non dimentichiamo, infatti, che quell’avvenimento iniziò ad essere celebrato dai nostri antenati, ad esempio presso le costruzioni megalitiche di Stonehenge, in Gran Bretagna, di Newgrange, Knowth e Dowth, in Irlanda o attorno alle incisioni rupestri di Bohuslan, in Iran, e della Val Camonica, in Italia, già in epoca preistorica e protostorica. Esso, inoltre, ispirò il “frammento 66” dell’opera di Eraclito di Efeso (560/480 a.C) e fu allegoricamente cantato da Omero (Odissea 133, 137) e da Virgilio (VI° libro dell’Eneide). Quello stesso fenomeno, fu invariabilmente atteso e magnificato dall’insieme delle popolazioni indoeuropee: i Gallo-Celti lo denominarono “Alban Arthuan” (“rinascita del dio Sole”); i Germani, “Yulè” (la “ruota dell’anno”); gli Scandinavi “Jul” (“ruota solare”); i Finnici “July” (“tempesta di neve”); i Lapponi “Juvla”; i Russi “Karatciun” (il “giorno più corto”)”. (1) 
Pochi sanno, infatti, che, intorno alla data del 25 Dicembre, quasi tutti i popoli hanno sempre celebrato la nascita dei loro esseri divini o soprannaturali: in Egitto si festeggiava la nascita del dio Horo e il padre, Osiride, si credeva fosse nato nello stesso periodo; nel Messico pre-colombiano nasceva il dio Quetzalcoath e l’azteco Huitzilopochtli; Bacab nello Yucatan; il dio Bacco in Grecia, nonché Ercole e Adone o Adonis; il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya, era festeggiato dalle genti del Nord; Zaratustra in Azerbaigian; Buddha, in Oriente; Krishna, in India; Scing-Shin in Cina; in Persia, si celebrava il dio guerriero Mithra, detto il Salvatore ed a Babilonia vedeva la luce il dio Tammuz, “Unico Figlio” della dea Istar, rappresentata col figlio divino fra le braccia e con, intorno al capo, un’aureola di dodici stelle. “Nel giorno del Natale il Sole, che, nel suo moto annuo lungo l’eclittica - il cerchio massimo sulla sfera celeste che corrisponde al percorso apparente del Sole durante l’anno -, viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte Est della Terra, che culmina a mezzogiorno alla sua altezza minima (a quell’ora, cioè, è allo Zenit del tropico del Capricorno) e manifesta la sua durata minima di luce (all’incirca, 8 ore e 50/55 minuti) (2); raggiunto il punto più meridionale della sua orbita e facendo registrare il giorno più corto dell’anno, riprende, da questo momento, il suo cammino ascendente. “Nella Romanità, in una data compresa tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava solennemente la rinascita del Sole, il Dies Natalis Solis Invicti, il giorno del Natale del Sole Invitto, dopo l’introduzione, sotto l’Imperatore Aureliano, del culto del dio indo-iraniano Mithra nelle tradizioni religiose romane e l’edificazione del suo tempio nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro a Roma, che era praticamente incluso all’interno di un più vasto ciclo di festività che i Romani chiamavano Saturnalia, festività dedicate a Saturno, Re dell’Età dell’Oro, che, a partire dal 217 a .C. e dopo le successive riforme introdotte da Cesare e da Caligola, si prolungavano dal 17 al 25 Dicembre e finivano con le Larentalia o festa dei Lari, le divinità tutelari incaricate di proteggere i raccolti, le strade, le città, la famiglia. (3) 
Il mito romano narra che il misterioso Giano, il dio italico, regnava sul Lazio quando dal mare vi giunse Saturno, che potrebbe essere inteso come la manifestazione divina che crea e ricrea il cosmo a ogni ciclo, colui che attraversa le acque, ovvero la notte e la confusione-caos successiva alla dissoluzione del vecchio cosmo, per approdare alla nuova sponda, ovvero alla luce del nuovo cosmo, del nuovo creato; come sostiene René Guénon (4), vi è una qualche analogia, fra il dio romano e il vedico Satyavrata, testimoniata dalla comune radice sat, che in sanscrito significa l’Uno. “Nel Lazio, inoltre, nel corso del mese di Dicembre, il dio Conso era festeggiato il 15 Dicembre, nel corso delle Consualia, le feste dedicate alla “conclusione sacrale del vecchio anno” : segnaliamo come dal latino, “condere”, indica l’azione del “nascondere” e/o del “concludere”. Il già citato Giano, associato a Conso, poi, era l’antica divinità latina dalle “due facce”, “dio del tempo” e, specificamente, “dell’anno” ed il cui tempietto, a Roma, consisteva in un corridoio con due porte, chiuse in tempo di pace e aperte in tempo di guerra che, sulla base della sua ancestrale accezione, designa “l’andare” e , più particolarmente, la “fase iniziale del camminare” e del “mettersi in marcia”: regolava e coordinava l’inizio del nuovo anno, da cui Ianuarius, il mese di Gennaio”. (5) Come ci conferma Franz Altheim (6) “Ianus e Consus, nella realtà religiosa romana, si riferivano all’inizio ed alla fine di un’azione” e facevano ugualmente riferimento (… ) “ad eventi fissati nel tempo, ma che si ripetevano periodicamente”, quelli dell’eterno ritorno della luce a discapito delle tenebre. Non dimentichiamo, quindi, come la tradizione romana della festa del dies solis novi affondava le sue radici, sia nel passato preistorico delle genti indoeuropee, a cui i Romani e la maggior parte delle genti Italiche appartenevano, che in quello delle sue stesse basi cultuali: Julius Evola ci ricorda come “Sol, la divinità solare, appare già fra i dii indigetes, cioè fra le divinità delle origini romane, ricevute da ancor più lontani cicli di civiltà” (7). E’ fondamentale a questo punto comprendere come tale rinascita solare rappresenti “solo” il simbolo di una rigenerazione cosmica, in cui il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua seconda nascita spirituale, sviluppando e superando il proprio stato sottile, nella notte del solstizio d’inverno, quando è possibile accedere al deva-yana o “via degli dei” della tradizione indù, alla contrada ascendente e divina in cui l’uomo, restaurando in sé l’Adamo Primordiale, può intraprendere la strada dello sviluppo sovraindividuale. 
Questo è il momento in cui, quando la notte diviene padrona e il buio totale, è necessario mantenere accesa la fiamma della Fede, che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante. Nei tarocchi ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l'unione fra spirito e materia. Il Bagatto ha già davanti a sé tutti i simboli del potere materiale ed è il personaggio che intraprende l'Opera alchemica, lavorando con i tre principi e i quattro elementi (i tre piedi e i quattro angoli del tavolo), grazie alla quale ogni uomo è un metallo, che portato alla sua perfezione, viene chiamato Oro. Il senso più alto della carta è dato dal suo numero, che è l’uno e che indica il motore immobile, il Principio di tutte le cose, anche se il suo cappello a forma di otto allungato simboleggia il movimento d’elevazione spirituale che conduce alla quadratura del cerchio. Uscendo dalla Caverna Cosmica, con il Solstizio d'Inverno, perciò, si passa dal nulla all'unità, geometricamente cioè, dal divenire sensibile, rappresentato dal simbolo della circonferenza, si passa all’eterno presente, che nell’uno e nel centro si esplicita perfettamente.  Significativo è, inoltre, il passo evangelico in cui Giovanni Battista, nato nel giorno del Solstizio d’estate, rivolgendosi a Gesù, nato nel Solstizio d’Inverno, si pronunci in tal modo: “Bisogna che egli cresca e che io diminuisca”. Parimenti è la rappresentazione classica del dio iranico Mithra, raffigurato mentre uccide un toro, con due dadofori ai suoi fianchi, che simboleggiano il corso del Sole: Cautes con la torcia verso l’alto (21 Giugno) e Cautopates con la torcia verso il basso (21 Dicembre). Ecco il simbolismo tradizionale delle porte solstiziali, che corrispondono rispettivamente all’entrata e all’uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta, quella "degli uomini", corrisponde al Solstizio d'Estate, cioè all'entrata del Sole nel segno zodiacale del Cancro, la seconda, quella "degli dei", al Solstizio d'Inverno, cioè all'entrata del Sole nel segno zodiacale del Capricorno. Dal punto di vista iniziatico la caverna, per via del suo carattere di luogo nascosto e chiuso, rappresenta un momento di totale interiorizzazione dell'essere, vale a dire il luogo dove avviene, accedendovi, la seconda nascita dell’iniziato. 
La seconda nascita, corrispondente nel significato ai Piccoli Misteri, si differenzia dalla terza nascita, in uscita dalla porta solstiziale d'inverno, corrispondente, invece, ai Grandi Misteri. La seconda nascita si realizza sul piano psichico, definendosi come rigenerazione psichica; la terza nascita, invece, opera direttamente nell'ordine spirituale e non più psichico, in quanto l’iniziato deve a quel punto aver risolto la sua individualità, trovando così libero accesso alla sfera di possibilità della comprensione sovraindividuale. Qui l’iniziato rivive le tre tappe del processo alchemico: le tenebre s’infittiscono, l'alba s'imbianca, la fiamma risplende. In prospettiva macrocosmica, tutto ciò è simboleggiato dall'ingresso del Sole nel segno zodiacale del Cancro, con il Solstizio d'Estate. Il Solstizio d'Inverno corrisponde, invece, in senso microcosmico, alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto uscita nella luce. Durante questo processo la comprensione esoterica può essere visualizzata come un'illuminazione riflessa che rischiara il buio della caverna: un fascio di luce che penetra da un'apertura nel tetto della caverna e che genera quell'illuminazione di riflesso, descritta anche dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il "Sole Intelleggibile". Nell'ordine microcosmico, per quanto concerne l'organismo sottile individuale, tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il chakra della corona, il kether della Sefiroth. Esso rappresenta il settimo livello del sistema dei chakra e corrisponde a ciò che nella Cristianità viene indicato come il settimo cielo. E' lo stato di consapevolezza della libertà assoluta, la sede del Creatore. Secondo gli indù al chakra della corona si fondono la Prakriti , la sostanza primordiale, e il Purusha, lo spirito, l’essenza. Nel percorso rettilineo tra la seconda e la terza nascita, all'interno della Caverna Cosmica, tra le due porte solstiziali, l'illuminazione, dunque, penetra in noi dalla sommità del cranio, come, secondo i rituali operativi massonici, sulla sommità del cranio di ogni uomo è sospeso il filo a piombo del Grande Architetto, quello che segna la direzione dell'Asse del Mondo. Concludiamo questo nostro scritto col ricordare che la rigenerazione cosmica, di cui si è scritto, è sempre concepita con la discesa e con l’aiuto di un avatara, di cui il Cristo Redentore è l’ultimo e più splendente esempio:”Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.
Note:
1) tratto dall’articolo “Dies Natalis Solis Invicti”, Alberto Mariantoni, Identità, 2004;
2)
idem
3) idem
4) René Guénon, Alcuni aspetti del simbolismo del pesce, in Simboli della Scienza Sacra, ed. Adelphi;
5) tratto dall’articolo “
Dies Natalis Solis Invicti”, Alberto Mariantoni, Identità, 2004;
6) Franz Altheim, Storia della Religione Romana, Ed. Settimo Sigillo, Roma, 1996, pag. 69 e 70;
7) Julius Evola, La Tradizione di Roma, Ed. di Ar, collezione “Areté”, Manduria, 1977, pag. 138).
di Luca Valentini
http://www.disinformazione.it/




IL CIELO DEL MESE:DICEMBRE 2010
Costellazioni,pianeti ed eventi astronomici






Le notti sempre più lunghe di Dicembre ci permettono, a patto di cominciare ad osservare appena tramontato il Sole, di rivolgere un ultimo sguardo alle costellazioni tipicamente estive, Cigno, Lira e Aquila, che declinano inesorabilmente verso occidente. Dalla parte opposta del cielo, ad Est, si fanno notare le luminose costellazioni invernali, con l’inconfondibile e bellissimo Orione. In queste lunghe notti il cielo terrà i più curiosi ben occupati con molti eventi celesti, a partire dalle congiunzioni mattutine (avvicinamenti prospettici di oggetti celesti) con protagonisti Venere, Saturno e la Luna, alle stelle cadenti Geminidi che ci regaleranno fino a 100 meteore/ora, fino al solstizio d’Inverno quando il Sole fermerà il suo progressivo abbassamento sull’orizzonte per ricominciare ad alzarsi nel cielo, ed il giorno ricomincerà a crescere a spese delle notte.
Approfittiamo per rivolgervi i nostri auguri di buone feste e felice anno nuovo!
(E non dimenticate di venirci a trovare all’osservatorio!)
Come regalo ecco il nostro consueto video sul cielo del mese:




 
costellazioni e stelle
Andromeda e Perseo segnano lo Zenit, brillando alte nel cielo serale.
A Sud il quadrato di Pegaso ;  il Toro con la luminosa stella Aldebaran  e le Pleiadi sono  ben visibili, subito sopra la cintura di Orione.
Da Est, Procione e Sirio,cani fedeli, seguono il cacciatore Orione. Castore, Polluce, i due Gemelli, e Capella splendono nel cielo di questo mese.
A Nord l’Orsa Maggiore si è arrampicata a destra della Polare e con la coda tocca l’orizzonte.
 
pianeti
Mercurio è visibile nel cielo occidentale al tramonto durante i primi giorni di dicembre;  il primo Dicembre raggiunge la massima elongazione EST, ma sarà in ogni caso molto difficile da osservare, molto basso sull’orizzonte OVEST per appena un’ora dopo il tramonto del Sole. Il 7 dicembre, potremo usare una sottile falce di Luna come guida per individuare Mercurio, che si troverò poco sotto. Un binocolo faciliterà molto la ricerca. A metà mese il piccolo pianeta si troverà troppo vicino al Sole per essere osservato, riemergerà nella parte opposta del cielo, sopra l’orizzonte orientale, a partire dal 20 Dicembre e precederà il sorgere del Sole. Durante l’ultima parte del mese le apparizioni mattutine di Mercurio saranno le più favorevoli per l’osservazione, a partire dai primi giorni di Gennaio 2011 comincerà nuovamente la sua corsa di avvicinamento (prospettico) verso il Sole.
Venere brilla inconfondibile nel cielo mattutino. Raggiungerà nel corso del mese la magnitudine -4,7! Per fare un confronto Sirio, la stella più luminosa del cielo brilla di magnitudine -1,1. In luoghi eccezionalmente bui è possibile vedere le ombre generate dalla luce di questo splendente pianeta.
La dimensione del disco del pianeta si ridurrà sensibilmente da inizio a fine mese, passando da 42 a 24 secondi d’arco.

Marte ad inizio mese si troverà molto basso sull’orizzonte occidentale, quasi inosservabile.
Giove sarà l’unico pianeta ben visibile nel cielo serale, nel corso del mese anticiperà il suo sorgere di quasi un’ora, a fine Dicembre lo vedremo tramontare poco prima della mezzanotte. Lentamente questo gigantesco pianeta si sta allontanando dalla Terra, questo si traduce in una diminuzione della sua dimensione apparente del 10% tra inizio e fine mese.  La banda equatoriale sud, “scomparsa” qualche mese fa, sta lentamente riemergendo, un evento da non perdere, osservabile anche con strumentazione modesta. Durante il mese si sposterà dalla costellazione dei Pesci a quella dell’Acquario.
Saturno forse il più bello tra tutti i pianeti ci mostra in tutto il loro splendore i suoi splendidi anelli. È ben visibile per tutto il mese nella seconda parte della notte a partire dalle ore 2. Brilla nella costellazione della Vergine.
Urano continua ad accompagnare il ben più luminoso Giove, condividendono anche gli orari di osservabilità. È rintracciabile con un binocolo poco più ad EST rispetto a Giove.
Nettuno brilla di magnitudine 7,9 nella costellazione del Capricorno, non lontano dalla stella Mu Capricorni di magn. 5 che può essere utile come riferimento per rintracciare questo remoto pianeta. Si trova decisamente più ad Ovest rispetto alla coppia Giove-Urano, è visibile nella prima parte della notte.


eventi del mese
IN PRIMO PIANO: 13-14 Dicembre – Massima attività delle Geminidi.
Possiamo aspettarci un vero e proprio spettacolo, con 100 meteore visibili ogni ora durante la fase di massima attività. Purtroppo la Luna disturberà le osservazioni nella prima parte della notte, troveremo le migliori condizioni di osservabilità dopo la mezzanotte, quando la Luna comincerà a tramontare e la costellazione dei Gemelli, “punto di partenza” di queste meteore, sarà ben alta nel cielo.

Lo sciame delle Geminidi sarà attivo dal 6 al 19 Dicembre. Maggiori informazioni nell’articolo dedicato:
Geminidi stelle cadenti a Dicembre.


 
1 Dicembre, nel cielo mattutino, non molto prima dell’alba, una bella falce di Luna calante brilla poco lontana da Saturno.
Mercurio raggiunge la massima elongazione est, sarà separato dal Sole di 21°.

2 Dicembre, Venere, la stella Spica della Vergine e la Luna “compongono” uno spettacolare panorama celeste nel cielo mattutino.
3 – 10 Dicembre, un periodo non disturbato dalla luce lunare ci da l’occasione di esplorare gli oggetti  più deboli del cielo invernale.
4 Dicembre, Venere, che brilla nel cielo mattutino, raggiunge la sua massima luminosità per questo mese, magnitudine -4,7.
9 Dicembre, Giove, attorno alle ore 21,30, occulta la stella TYC5255-903-1 di magnitudine 10,5.
13 Dicembre, nel cielo serale la Luna al primo quarto si troverà poco lontana dal brillante Giove. Osservando Giove al telescopio possiamo trovare i 4 satelliti medicei su un solo lato del pianeta.
13 – 14 Dicembre, massima attività dello sciame meteorico delle Geminidi, attese circa 100 meteore/ora.
18 – 24 Dicembre, l’asteroide Iris, di magn. 8,6, passerà a circa un grado dall’ammasso aperto M67 nel Cancro.
20 Dicembre, Mercurio in congiunzione inferiore con il Sole.
21 Dicembre, Eclissi Totale di Luna, non visibile dall’Italia.

22 Dicembre, solstizio d’inverno alle ore 00h38m (Tmec), il giorno più corto con le ombre più lunghe.
Legenda:
Evento visibile ad occhio nudo Evento visibile con l’ausilio di un binocolo Evento visibile al telescopio.






Nel cielo notturno è possibile seguire il movimento di alcuni satelliti e della Stazione Spaziale.
Per sapere quando saranno visibili seguite la nostra guida su come osservare la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).



la luna
  • 5 Dicembre – Luna Nuova
  • 13 Dicembre– Primo Quarto
  • 21 Dicembre– Luna Piena
  • 28 Dicembre– Ultimo Quarto
La Luna è all’apogeo il 13 alle ore 11 e raggiunge il perigeo il giorno 25 alle ore 14.
Valore epatta anno 2010 = 14


il sole
05 Dicembre 2010 Sorge 07h45m | Tramonta 16h50m
15 Dicembre 2010 Sorge 07h54m | Tramonta 16h52m
25 Dicembre 2010 Sorge 07h59m | Tramonta 16h56m
Il primo Dicembre si avranno 9h22m di luce solare, il 20 Dicembre 9h07m, si perdono 15 minuti di luce.
Dopo il solstizio il giorno comincerà ad allungarsi, il 21 dicembre si avranno 9h06m, il 31 9h10m, si guadagneranno 4 minuti di luce.

Il Sole transiterà per la prima parte del mese nella costellazione dell’Ofiuco, entrerà nella costellazioni del Sagittario il giorno 18 Dicembre 2010.
Fonte Effemeridi: Almanacco 2010 dell’Osservatorio Astronomico Comunale “G.D.Cassini” di Perinaldo ed. Stellaria