giovedì, novembre 18, 2010

I principi del pensiero ermetico



L’Alchimia deve essere intuita, più che compresa razionalmente. Sono intuizioni sacrificate sull’ara dell’inutile sofismo, tradotte in parole perché il serio ricercatore se ne costruisca un cifrario, decifrando sentimenti e conoscenze non comprensibili razionalmente. L’intento dell’Alchimia fu di trasformare il piombo dell’uomo volgare in pregiato Oro alchemico. Il Solvente adoperato fu la Pietra dei Filosofi ed i Ricercatori del mitico Vello d’Oro furono detti Argonauti, perché il Sole dell’Oro Spirituale brillava dietro le Vette dell’Argolide, dove i sogni degli antenati riponevano ogni loro aspirazione sovrumana. Solve et coagula!... fu l’adagio alchemico che i futuri distillatori dell’argento volgare avrebbero applicato alle loro miserie morali, dedicandosi alla sola ricerca materiale e dimenticandosi completamente dell’anima.
Il mio intento di abbreviare il percorso dello spirito ai miei amici, dovrà alimentarsi nella conoscenza dei principi dell’Alchimia. Non nell’illusione di poter riprodurre i pensieri antichi, decifrando l’indecifrabile; bensì nella certezza che, intuito il sogno alchemico, si possa tentare l’impossibile entrando con decisione nell’ideale ermetico, dove giacciono i postulati dell’Alchimia commisti all’Oro del Pensatore Kremmerz.

Vi sono paure, ereditate atavicamente, che appartengono agli abissi dell’astrale umano, sepolte sotto le forme accumulate nel corso dell’esperienza. Sono forze proiettive e devastanti, talora in grado di proteggere la vita come istinti di salvaguardia e di potere; altre volte potenzialmente rischiose, perché tendenti a sommergere l’ideale sociale, costringendo altre forze – socialmente utili – a disperdersi senza troppi complimenti per il sogno di un’esistenza serena.

Nell’Uomo Storico, solitamente identificabile attraverso i sogni e gli stati impulsivi, sono racchiuse le cause di ogni pensiero umano, credibile o assurdo che sia. In ogni stato interiore vibra l’incosciente e la scienza moderna ancora si interroga sul significato dell’anima e delle interazioni occulte (difficilmente esplorabili coi mezzi della moderna psicologia) tra inconscio e coscienza positiva, ossia edificata e potenziabile con l’esperienza.

Credo che ogni persona intelligente abbia sperimentato l’inquietudine dell’incertezza e il sofferto anelito, che talvolta si sprigiona dall’interiorità umana a dispetto di tutti i sogni e le illusioni dell’esistenza comune. Non si deve ritenere troppo semplicisticamente che si possa evolvere subendo le incresciose potenze della società, creando una potenziale frattura col proprio mondo interiore, che si protegge con la sofferenza e la frustrazione.

Il mio scopo é e sarà quello di far comprendere l’Ermetismo a coloro che, tra tante galline starnazzanti che affollano i recinti ermetici, vanno alla ricerca dell’autentico Gallo Alchemico, dalla cresta d’oro e le zampette d’argilla. Mi auguro che se sarete sensibili ai concetti ermetici, riflessi nelle mie parole, ci ritroveremo ben presto a parlare d’altro!...
Per ora approfondiamo il problema dell’Alchimia!


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Secondo i principi dell’Ermetismo, tutte le cose derivano da una Causa Prima o Unica Virtù, che si differenzia in miriadi di forme, che rappresentano la manifestazione, nell’Universo visibile, della capacità plastica di una materia eterea, primordiale, eterna, dalla quale scaturiscono gli elementi e che gli antichi iniziati appellarono Etere, sostanza astrale o Quintessenza.

Tutto nell’Universo può essere ricondotto all’unità perché, oltre la molteplicità delle forme visibili, non vi è che un Unico Principio, in grado di differenziarsi all’infinito e di riassorbirsi, riconvertendosi in pura essenza e potenzialità. Nelle migliaia di mondi che animano lo spazio infinito, nelle forme armoniose della Natura, come nel corpo dell’uomo, si ripete costantemente la stessa legge, che è legge unitaria perché sottesa dall’esplicazione di una Forza Unica e intelligente, eternamente in azione in quanto al di là di ogni umano concetto di relativo e temporale. La strada che porta alla comprensione dell’essenza dell’uomo passa dunque attraverso l’unitarietà dei fenomeni naturali e, quindi, della sublimazione del molteplice nell’unità sintetica dell’Unica Virtù.

Nei tempi antichi esisteva una comprensione delle leggi naturali molto più grande di quella odierna. Gli dei dell’antico Egitto o dell’Olimpo Greco-Romano non furono che figure simboliche, rappresentanti forze naturali colte in varie fasi del processo di creazione e dissoluzione delle forme visibili, le cui epopee o cicli epici celavano la spiegazione di fenomeni complessi, di segreti non altrimenti raffigurabili per menti semplici e poco avvezze ad elaborazioni astratte, ma straordinariamente sensibili alle suggestioni di immagini antropomorfe che riproducevano, in chiave misterica, le gesta di eroi e dei umanizzati.

Il Cristianesimo distrusse gran parte dei tesori della tradizione pagana, segnando come eresiache le antiche dottrine sacerdotali e trasformando l’uomo, re della terra, nel suddito di un Dio orientale il cui insegnamento, come torrente in piena, corrose la psicologia e la morale di una civiltà decadente, sovvertendo gli antichi valori della vita e sostituendo, all’ideale sublime dell’uomo divinizzato e dominatore della Natura, la concezione di un Dio assurdo che, in cambio di un’ipotetica felicità in una dimensione eterna, pretendeva un’esistenza di rinunce, di sofferenze e di dolore. Quando i successori di Pietro eressero la Chiesa di Cristo sulle macerie dell’Impero Romano, sembrò che anche gli antichi insegnamenti misterici andassero perduti, sepolti sotto il peso intollerabile dei dogmi, liquefatti dal fuoco corrompente dei roghi e dall’intolleranza dei Papi, profanati dall’odio e dal cieco furore di preti psicopatici e ignoranti; mentre l’Europa, fulcro dell’antica civiltà, sprofondava nelle caligini oscure dell’ignoranza e della superstizione.

Tuttavia, nel tentativo di creare una liturgia della Chiesa, molti riti e simbolismi pagani, indicanti le verità eterne, vennero introdotti nel Rituale Romano, mentre l’insegnamento esoterico, trasmesso da pochi Maestri, veniva reso incomprensibile tranne per coloro che vennero giudicati degni. Nacque cosi l’Alchimia, che non si proponeva di risolvere un problema chimico bensì spirituale, anche se gli sperimentatori, avidi di ricchezze, ne fraintesero il senso dell’enunciato fondamentale, cercando di convertire il vile piombo in oro, ma obliando che il piombo di cui si parlava non era che la mente dell’uomo; mentre l’oro alchemico non era quello convertibile in moneta sonante, ma l’oro dell’Intelligenza Mercuriale privata di ogni impurità metallica, ovvero del pensiero corrotto da influenze emotive, psicologiche e sensoriali.

I postulati della Scienza Alchemica erano:

– che nella materia tutti i metalli possono convertirsi in altri ed in particolare in oro e in argento;

– che negli uomini i tipi imperfetti possono raggiungere la perfezione;

– che nelle anime le intelligenze inferiori possono trasmutarsi in superiori.

E poiché, come ho detto, l’Universo è Uno (Materia e Spirito), deriva che la legge trasmutatoria alchemica dal meno perfetto al più perfetto deve potersi applicare sia in alto che in basso, sia nel campo spirituale che materiale, sia nella chimica dei fenomeni terrestri che nell’iperchimica delle trasmutazioni animiche. Di qui i due triangoli intrecciati del Sigillo di Salomone, che nasconde, in un simbolo apparentemente semplice, un arcano divino di valore universale.

Gli uomini non sarebbero dunque che metalli vili (mentalità comuni) e per trasmutarli in oro (pure Intelligenze) occorre un processo trasformativo il cui fermento è una Pietra, capace, se assunta in piccole dosi, di trasmutare la materia umana in Spirito intelligente. La Pietra Filosofale, che generazioni di studiosi e soffiatori avidi d’oro hanno ricercato, è un’utopia e una realtà, una verità e un enigma, come la Sfinge egizia che nasconde, dietro il volto impenetrabile, difendendolo coi suoi artigli leonini, il segreto incomunicabile della divinità incarnata nell’uomo.

Intuire l’autentica natura della Pietra, fabbricarla dopo anni di studi, ricerche estenuanti e tentativi infruttuosi; comprenderne le leggi applicative alla natura umana e utilizzarla per trasmutare i metalli vili in oro (e gli Spiriti volgari in Angeli) è un’impresa sovrumana, nella quale pochissimi sono riusciti. Trasformare integralmente l’essere umano, cancellarne le imperfezioni, potenziarne le capacità psichiche fino all’inverosimile, così da renderlo capace d’ogni miracolo. Creare in lui un secondo corpo etereo, immortale e incorruttibile, in grado di attraversare il baratro della morte conservando integre l’intelligenza e la coscienza luminosa. Trasfondere in altri corpi, per segreta virtualità, i poteri così conquistati, in modo da trasmutare l’essenza umana in quella di un semi-dio o eroe. Questo è in sintesi il programma dell’Alchimia ed anche dell’Ermetismo, che ne costituisce la base dottrinaria e la via complementare.

Gli insegnamenti dei grandi Maestri, come le antiche verità templarie, non sembrano tanto assurde al giorno d’oggi, che la scienza delle Università proietta il suo sguardo risolutore nell’infra-atomico, mentre la materia viene indagata nella sua natura di energia vibrante. Il postulato alchemico di una quintessenza della materia-uomo suscettibile di tutte le trasformazioni, per crescita o sottrazione, appare pertanto più accettabile, per la mentalità moderna, di quanto non fosse un secolo fa. Esiste dunque nell’essere umano un’essenza sconosciuta, capace di penetrare tutte le cose, di trasformarsi plasticamente in ogni corpo, espandendosi all’infinito o contraendosi sino all’infinitesimo dell’atomo. Un nucleo originario di sostanza eterea allo stato radiante, vibrante, intelligente, eterna, fondamento dell’essere umano, che gli antichi ermetisti definirono Unica Virtù o Causa Prima, perché da essa tutte le cose discendono e per essa tutti i prodigi si compiono.

Nel Macrocosmo (o Universo) essi la identificarono col Sole, simbolo del Dio misterioso e inconoscibile, forza maschia, attiva e generante, che gli antichi egizi venerarono come Amùn e che inonda la terra coi suoi raggi benefici, animando gli esseri viventi nei tre regni della Natura. Nel corpo umano (o Microcosmo), immagine dell’Universo, la chiamarono Intelligenza Divina incarnata o Corpo Solare, che sul piano della materia tangibile si manifesta nel corpo fisico o saturniano, di cui l’aura magnetica, dai colori cangianti, riflette lo stato nelle più sottili e impercettibili emanazioni.

Nel cervello l’irradiazione solare genera il Corpo Mercuriale, primo fecondo adattamento della pura intelligenza allo stato di essere incarnato, vero spirito della materia, che attraverso la pura astrazione delle percezioni sensibili costituisce l’essenza di ogni virtù. Nel sistema nervoso neuro-vegetativo dà vita al Corpo Lunare, plastico, etereo, sensibilissimo, serbatoio immenso di immagini, ricordi, sensazioni, sede inesplorabile dell’inconscio personale e della memoria storica e istintiva, che i centri vorticosi dei chakra connettono all’Anima del Mondo.

Dal Corpo Solare il processo creativo procede inarrestabile dal semplice al complesso, dall’infinitamente piccolo alla materia organizzata, attraverso una serie infinita di trasformazioni, che rappresentano la manifestazione di un’unica legge evolutiva. Mentre al contrario nelle degradazioni della sostanza organica nei suoi componenti elementari, per effetto delle fermentazioni naturali o indotte, è riassunto il processo dissolutivo delle forme visibili, che prelude al ciclico rinnovarsi di ogni cosa in Natura. Ma sia nelle forme degradative, che nei processi di sintesi organica; nell’uomo nel pieno vigore della sua forza giovanile, come nella lenta e inesorabile trasformazione senile; in ogni processo naturale, sia nelle reazioni chimiche che nelle modificazioni biologiche, non agisce che un’unica forza, che opera in tutti i corpi modificandoli e determinandone il destino.

Questa forza straordinaria e sconosciuta, che gli Iniziati della Caldea e dell’antico Egitto appresero ad utilizzare conoscendone le leggi, è corrente vitale, è forza ignea intensamente magnetica, movimento vibratorio inarrestabile, che permea la materia, la dinamizza, ne determina e accelera i processi trasformativi. Nella Natura che si risveglia in primavera, segnando di verde i brulli paesaggi invernali; in un fiore che si schiude, nelle trasformazioni minerali, nella divisione delle cellule animali dall’ovulo primitivo all’individuo adulto ed integro; persino nel cadavere, che si decompone nei suoi componenti elementari non agisce che una sola forza, che è corrente di vita, che scorre inarrestabile ed eterna perché anche la morte non è che crisi trasformativa dal vecchio al nuovo e dal peggio al meglio.

Nell’uomo la corrente vitale produce la vita del corpo, la circolazione del sangue e della linfa, la respirazione ed ogni funzione metabolica essenziale. In campo psichico essa induce gli eventi maturativi propri dell’evoluzione psicologica segnando, attraverso la continua creazione e distruzione di idee, di articolazioni logiche, di stati emotivi e la modificazione progressiva dei meccanismi percettivi e di elaborazione sensoriale, la costituzione di un nucleo mercuriale, che rappresenta allo stesso tempo la sintesi dell’esperienza esistenziale e la preparazione all’ulteriore evoluzione dell’anima.

Non per questo si potrebbe attribuire alla corrente vitale una qualsiasi intonazione morale, per il suo carattere di forza neutra determinante i fenomeni psichici, le cui proprietà sono in rapporto al vissuto individuale ed all’applicazione, ai contenuti dell’esperienza, delle facoltà mentali superiori (volontà, ragione, etc.). Né sarebbe corretto definirla in termini di forza cieca e irrazionale, atteso che essa agisce in Natura secondo direttrici univoche e costanti potendo, in casi particolari, essere indirizzata verso la produzione di effetti voluti e tangibili. La possibilità di orientare la corrente vitale rappresenta campo di applicazione dell’Ermetismo e della Magia, intesa come la particolare facoltà, conquistata attraverso pratiche di ascenso psichico, a realizzare fenomeni non comuni in campo oggettivo e mentale.

L’attitudine a compiere piccoli o grandi prodigi, vera chiave dei poteri spirituali, è uno stato d’essere particolare, di intensa vibrazione interiore o di coscienza alterata, che molti hanno definito intermedio tra la vita e la morte o stato di trance lucida. La capacità di riprodurre a volontà tale stato esaltativo non è innata che in pochi casi, ma si ottiene in lunghi anni di pratiche iniziatiche agenti sul Corpo Lunare o, più rapidamente, impadronendosi del segreto iniziatico dei grandi Maestri, che nasconde un Arcano realizzatore dell’anima capace di trasformare l’uomo in un semi-dio. Un Arcano che gli alchimisti hanno sempre gelosamente custodito, arretrando inorriditi dinanzi alla possibilità di svelarlo, senza mai indicare nelle loro opere elementi concreti per la sua scoperta, anzi occultandolo ulteriormente con minacce di morte e di terribili sciagure per l’incauto che, anche solo intuendone la natura, avesse osato profanarlo. Non vi sono tuttavia ragioni perché il cifrario degli antichi Maestri non debba essere reso comprensibile anche agli uomini moderni, più avvezzi al ragionamento scientifico e meno al linguaggio contorto e ricco di simbolismi astrusi dei vecchi alchimisti, così da consentire loro, se meritevoli, maggiori possibilità di successo.

Le Catene Magico-Terapeutiche, delle quali la Fratellanza di Miriam, creata da Giuliano Kremmerz, rappresenta un esempio emblematico, sono basate sulla cosciente utilizzazione delle correnti vitali dei loro componenti, facendole convergere, attraverso pratiche rituali, in un unico bacino di forza magnetica, da cui attingere per usi terapeutici o di evoluzione individuale. Affinché però il lettore non si illuda che il mio sia un corso accelerato di Magia dell’inverosimile e non una semplice introduzione alla vera Scienza dell’anima, voglio avvisarlo che nell’Ermetismo, come nell’Alchimia, non esiste altro modo di progredire che affrontare un duro tirocinio di studi e pratiche e un difficile allenamento mentale, che
costituisce la premessa e la condizione per ogni possibile successo. La via dell’Ermetismo è lastricata di sacrifici e di rinunce, dove il premio si ottiene solo dopo averlo meritato e non si incontrano Maestri ansiosi di donare a chiunque chieda, ma solo ai meritevoli che si siano resi degni di pervenire. Pertanto gli indolenti, gli avidi che per riempirsi i forzieri d’oro scomoderebbero gli Gnomi nelle loro miniere; i lussuriosi che evocherebbero i temibili Spiriti dell’Aria, pur di piegare qualche avvenente fanciulla; i filosofi parolai, i poeti dell’anima, i sognatori ad occhi aperti sono pregati di astenersi dal tentare.

Per percorrere la Strada Ermetica occorre umiltà, purità d’intenti, spirito di sacrificio e fede cieca nel Maestro, senza le quali doti non si riuscirà ad avanzare d’un sol passo. L’essenza di ogni Iniziazione (da in-itium, ossia il movimento generante il principio) consiste nel liberarsi poco per volta delle idee fatte, dei complessi psichici, delle forme mentali cristallizzate frutto dell’educazione e dell’eredità. Nel separare, per quanto possibile, l’attività mentale dall’interferenza perturbante degli istinti e delle emozioni, creando una coscienza superiore, che sia in grado di giudicare e guidare le fasi del processo maturativo. Ma questo bel programma non è possibile realizzarlo senza l’aiuto di un Maestro e di un insegnamento autentico, veritiero e tradizionale.

Non hanno quindi possibilità di riuscita gli incauti che cadono nelle mani di sedicenti maestri spirituali, uomini inetti e senza scrupoli interessati più allo sfruttamento e al dominio delle menti, che al nobile ideale del progresso spirituale dell’umanità. Diffidate dunque dei falsi profeti, di coloro che, millantando poteri che non si sognano di possedere, promettono la saggezza a buon prezzo e i miracoli dello Spirito in dieci lezioni per corrispondenza. Non fidatevi di chi si dichiara iniziato per grazia ricevuta o per investitura di un maestro invisibile, gridando al miracolo per ogni raffreddore guarito ed usandovi come il cavallo da tiro delle sue ambizioni, costringendovi ad avanzare a forza di bastonate e di qualche insipida carota.

Credete solo in ciò che la vostra vista interiore vi indica per vero e la vostra mente per logico e razionale e ricordate che, se incontrerete un vero Maestro la vostra anima lo capirà senza bisogno di prove inconfutabili, perché egli saprà parlarle col linguaggio degli dei mentre voi, ancora increduli, avvertirete un sentimento nuovo, sconosciuto ed autentico sbocciarvi nel cuore come la più profumata delle rose, della quale avvertirete il fragrante profumo, null’altro desiderando che di divenirne un petalo: l’Amore.

SCRITTI DI MARIO KREJIS