mercoledì, marzo 21, 2012

CITAZIONI


Scoprire significa vedere quello che tutti vedono e pensare quello che nessuno ha ancora pensato.   (A. von Szent-Gyorgyi)

Lo scienziato non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande.   (C. Lévi-Strauss)

Le verità superficiali sono quelle la cui negazione è contradditoria, e le verità profonde quelle la cui negazione è ancora una verità.  (N. Bohr)

La nozione di dimostrabilità è più debole di quella di verità.  (D.R. Hofstadter)

Più grande diventa l’isola della nostra conoscenza, più lungo diventa il confine con il mare della nostra ignoranza.  (John Wheeler)

Non so come il mondo potrà giudicarmi, ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l’oceano della verità giaceva insondato davanti a me.   (I. Newton)

Anche se può sembrare un paradosso, tutta la scienza esatta è dominata dall’idea di approssimazione.   (B. Russell)

Questa è l’essenza della scienza: fai una domanda impertinente e sei sulla strada della risposta pertinente.   (Jacob Bronowski)

Anche nei periodi meno appaganti, ho scoperto che lo sforzo di capire e di calcolare mi fa sentire maggiormente in contatto con il cosmo, che si può arrivare a conoscere l’universo non solo svelandone i misteri, ma anche immergendosi in essi.   … anche le risposte che vengono confutate rivelano una stretta comunione con il cosmo…   (B. Greene)

Io affermo che il senso religioso cosmico è il movente più forte e più nobile per la ricerca scientifica.  (A. Einstein)

Quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia dato di vivere. E’ l’emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza. Da questo punto di vista chi sa e non prova meraviglia, chi non si stupisce più di niente è simile a un morto, a una candela che non fa più luce.  (Einstein)

[…] poiché vi sono due tipi di difficoltà, la causa della difficoltà della ricerca della verità non sta nelle cose, ma in noi. Infatti, come gli occhi delle nottole si comportano nei confronti della luce del giorno, così anche l’intelligenza che è nella nostra anima si comporta nei confronti delle cose che, per natura loro, sono le più evidenti di tutte.   (Aristotele, Metafisica, 1, 993 b 6)
 
Il Dio che la scienza riconosce deve essere un Dio esclusivamente di leggi universali, un Dio che tratta afferri all’ingrosso, non al minuto. Egli non può adattare i suoi procedimenti alla convenienza degli individui.  (W. James)

Non è impossibile che per qualche essere infinitamente superiore l’intero universo sia come una pianura, con la distanza tra pianeta e pianeta pari a quella fra gli atomi di un granello di sabbia, e gli spazi tra sistema e sistema non più grandi degli intervalli tra un granello e quello vicino.  (Samuel Taylor Coleridge, “Omniania”)

La fisica quantistica restituisce alla mente una posizione centrale in natura... L’atto dell’osservazione nella fisica quantistica non è solo un elemento accidentale, un mezzo per accedere a informazione già esistente nel mondo esterno; l’osservatore entra nella realtà subatomica in un modo fondamentale, e le equazioni della fisica quantistica codificano nella loro descrizione l’atto stesso dell’osservazione.  (P. Davies)

Questi effetti quantistici non-locali sono invero una forma di sincronicità, nel senso che stabiliscono una connessione – più precisamente una correlazione – fra eventi per i quali qualsiasi forma di collegamento causale è interdetta.
(P. Davies)

Fredkin ha suggerito addirittura che l’informazione, e non la massa o l’energia, possa essere la sostanza ultima dell’universo, e che l’universo stesso potrebbe funzionare come un gigantesco computer. Questo stesso computer universale sarebbe composto a sua volta da gerarchie di automi cellulari.  (Edward Fredkin, MIT)

Il nulla è e rimane il nulla… La nostra mente limitata non è in grado di afferrare o scandagliarne il concetto, poiché esso si connette con l’infinito.  (Azrael di Gerona)

Infra le magnitudine delle cose che sono infra noi l’essere del nulla tiene il principato.  (Leonardo da Vinci)

Agli occhi dei fisici, il vuoto contiene allo stato latente ogni forza e ogni particella. Si tratta di una sostanza assai più ricca che non il nulla filosofico.  (Martin Rees)

Quello che noi chiamiamo spazio vuoto contiene un fondo immenso di energia e la materia come la conosciamo non è altro che una piccola eccitazione “quantizzata”, simile a un’onda, al di sopra di questo fondo... Qui si suggerisce, quindi, che quel che noi percepiamo attraverso i sensi come spazio vuoto è in realtà il pieno, che è il fondamento per l’esistenza di qualsiasi cosa, compresi noi stessi. Le cose che appaiono ai nostri sensi sono forme derivate e il loro pieno significato può essere colto solo quando consideriamo il pieno in cui esse sono generate e sostenute, e in cui devono infine svanire.   (David Bohm)

I campi morfogenetici sono comparabili ad altri campi di cui si parla in fisica, come un campo gravitazionale, o un campo magnetico. Sono invisibili e non percepibili dai nostri sensi, ma hanno la proprietà di essere schemi spaziali e di poter essere rivelati attraverso i loro effetti, un po' come un campo gravitazionale è invisibile e percepibile solo attraverso i suoi effetti.  (Rupert Sheldrake)

 
I memi ((=unità di trasmissione culturale delle idee)) potrebbero essere considerati strutture viventi, non solo in senso metaforico ma anche tecnico. Quando tu trapianti nella mia mente un meme fertile, tu letteralmente parassitizzi il mio cervello, trasformandolo in un veicolo di propagazione del meme, nello stesso modo in cui un virus può parassitare il meccanismo generico di una cellula ospite. E questo non è solo un modo di dire. Il meme, diciamo, per “credere in una vita nell’al di là” si è effettivamente concretizzato in modo fisico, milioni e milioni di volte, come una struttura del sistema nervoso di ogni singolo uomo in tutto il mondo.  (N.K. Humphrey)

L’esperienza di quella instabilità critica che conduce all’emergere della novità è solitamente legata a forti emozioni – paura, confusione, dubbio circa le proprie capacità, sofferenza -, e può anche portare a una crisi esistenziale.
Questo fu ciò che accadde alla piccola comunità dei fisici quantistici nel corso degli anni Venti…   (F. Capra)

Schroedinger aggiungeva poi due osservazioni sperimentali. Da un lato, che la coscienza soggettiva viene sempre sperimentata singolarmente e indivisibilmente. Dall’altro, che le varie coscienze individuali producono un’unica immagine del mondo. E da questi fatti deduceva: (PGO)
La sola possibilità è di accettare l’esperienza immediata che la coscienza è un singolare di cui non si conosce plurale: che esiste una sola cosa, e che ciò che sembra una pluralità non è altro che una serie di aspetti differenti della stessa cosa, prodotta da un’illusione (il maya indiano); la stessa illusione è prodotta da una galleria di specchi, e allo stesso modo Gaurisankar e il Monte Everest risultarono essere la stessa vetta vista da differenti vallate.  (Schroedinger)

In profondità, la coscienza del genere umano è una sola.   (D. Bohm)

... Quando nuovi insiemi di fenomeni inducono a cambiamenti negli schemi di pensiero... persino il più eminente dei fisici incontra difficoltà insormontabili. Poiché la richiesta di cambiamento degli schemi mentali può generare la sensazione che il terreno sfugga da sotto i piedi… Credo che a questo punto difficilmente le difficoltà possano essere sopravvalutate. Quando uno ha sperimentato la disperazione con cui intelligenti e concilianti uomini di scienza hanno reagito alla richiesta di un cambiamento dei propri schemi mentali, può solo rimanere stupito che simili rivoluzioni nella scienza siano semplicemente state possibili.  (W. Heisenberg)

La fisica è l’interrelazione di ogni cosa.  (Kirk Dilorenzo)

Chiunque non sia scioccato dalla teoria quantistica non l’ha compresa.  (N. Bohr)

La teoria dei quanti ci offre un esempio dei più clamorosi di come si possa capire a fondo una correlazione pur potendola solo descrivere ricorrendo a immagini e ad analogie.  (W. Heisenberg)

Credo di poter dire con sicurezza che nessuno ancora comprende la meccanica quantistica.  (R. Feynman)

 
Le nozioni di spazio e tempo potrebbero avere le ore contate.   (Ed Witten)

Sono quasi certo che lo spazio e il tempo sono illusioni.   (N. Seiberg)

La distinzione fra passato, presente e futuro è solo un’illusione, anche se ostinata.   (A. Einstein)

Il continuo quadridimensionale non può più ora venire scisso oggettivamente in sezioni, tutte contenenti eventi simultanei; il termine “adesso” perde per il mondo spazialmente esteso il suo significato oggettivo.   (A. Einstein)

Sei tu a fare il tempo: son i sensi le sfere dell’orologio. Arresta il bilanciere, e il tempo non c’è più.  (Angelo Silesio)

Non possiamo avere una percezione diretta né della simultaneità né dell’uguaglianza di due intervalli di tempo. Le persone che credono di poterci riuscire sono soltanto vittime di un’illusione.   (H. Poincaré)

Debbo dichiarare innanzitutto che a mio avviso l’introduzione della nozione di tempo o dell’idea di tempo non deve servire a spiegare la nozione molto più primitiva e generale del continuo; il tempo, a mio avviso, è un’idea che presuppone, per essere chiaramente spiegata, la nozione di continuità, indipendente da quella del tempo, e che, anche con tale nozione di continuità non può essere concepito né oggettivamente come sostanza né soggettivamente come un’idea necessaria a priori; quest’idea di tempo non è che un’idea ausiliaria e relativa, utile a stabilire il rapporto tra i diversi movimenti che hanno luogo nella natura e che noi percepiamo. Così nulla si presenta mai nella natura che assomigli al tempo oggettivo o assoluto, e di conseguenza non si può assumere il tempo come misura del movimento, ma al contrario si potrebbe considerare il movimento come misura del tempo, se non si fosse impediti dal fatto di non aver guadagnato nulla a considerare il tempo come un’idea soggettiva necessaria a priori.   (Cantor, Acta mathematica, 2)

Il tempo è il numero di un certo movimento o meglio ancora, più generalmente, è l’intervallo proprio alla natura dell’Universo.   (Simplicio)