mercoledì, novembre 26, 2014
domenica, novembre 16, 2014
E MENOMALE .....CHE CERTE PERSONE ....."RICCHE DI SPIRITO" DECANTANO CONTINUAMENTE....COME LORO INTENZIONE PRIMORDIALE IN QUESTA REALTA' TERRENA E MATERIALE....LA LORO PUREZZA DI ANIMA..E....COME VOLONTA'....ASSOLUTA......TRASFORMARE I LORO VIZI IN VIRTU'......
MA.......QUANTE BELLE PAROLE.....QUANTE BELLE... FUNZIONI....MA .....QUANTA PORCHERIA......D.O.....PERDONALI!!!!!!.
."Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” - Mt 5,3
"Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” - Lc 6,20
sabato, novembre 15, 2014
Guardatevi dai falsi profeti e dai falsi insegnanti
Verso la fine del ministero terreno del Salvatore i discepoli Gli rivolsero alcune domande
riguardanti il futuro: «Dicci . . . quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età
presente?»
riguardanti il futuro: «Dicci . . . quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell’età
presente?»
Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi seduca. Poiché molti verranno sotto il mio nome,
dicendo: Io sono il Cristo, e ne sedurranno molti. Or voi udirete parlar di guerre e di rumori di
guerre . . . ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che il
principio di dolori» (Matteo 24:3–8).
dicendo: Io sono il Cristo, e ne sedurranno molti. Or voi udirete parlar di guerre e di rumori di
guerre . . . ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che il
principio di dolori» (Matteo 24:3–8).
Guardatevi da coloro che parlano e scrivono opponendosi ai veri profeti di Dio.
martedì, novembre 11, 2014
Siamo tutti frammenti di anime più grandi che a loro volta sono frammenti di anime ancora più elevate, in una catena che ci riporta indietro fino all'anima primordiale, l'anima di Adamo, dalla quale hanno origine tutte le altre. Nessuno è così completo da starsene solo, in disparte. Le mancanze di uno vengono emendate da un altro, dove uno eccelle l'altro è in difetto. Solo insieme possiamo trovare unità nella nostra esistenza. Solo insieme possiamo fare in modo che D-o si riveli (Pensieri del Rebbe in "Il Cielo in terra per 365 giorni" ed. Mamash).
giovedì, novembre 06, 2014
mercoledì, ottobre 22, 2014
Ci sono due nomi per due tipi di energia: il giudizio e la misericordia. Il giudizio è l'energia della
Colonna Sinistra; è l'ordine dell'universo, la causa e l'effetto, l'energia del desiderio di ricevere. Noi non possiamo cambiarlo. La misericordia è l'infinito, è l'energia della Colonna Destra; il seme della creazione che è al di sopra della natura, l'energia di condivisione che si manifesta nel nostro essere misericordioso e indulgente - anche se uno non merita il perdono.
Ognuno di noi ha questi due tipi di energia, il giudizio e la misericordia. Ognuno di noi ha bisogno di imparare a lavorare con entrambe. Non esiste un metodo standard assoluto, ma all'individuo sono aperti molti modi per utilizzare questi due tipi di energia. Ad esempio, se uno utilizza solo l'energia del giudizio e ha ordine nella sua vita (ed è quasi come un robot), quando vede persone che operano in modo diverso da lui, egli si sentirà separato da loro e limiterà la sua capacità di lavorare e di impegnarsi con gli altri.
Al contrario, una persona che utilizza solo la misericordia, non limita la sua capacità di dare o condividere, non è molto strutturata o non ha confini tra sé e gli altri, e si ritrova sempre prosciugato e sfruttato. Ad un certo punto, questa persona dovrà solo interrompere di condividere e dare, o di essere frustrato nel rapporto con gli altri, rinunciando alla fine, a se stesso.
Quindi, come si vede in entrambi i casi, non è la via migliore. Ma la perfetta combinazione delle due energie dà ad un essere umano un desiderio inarrestabile e la capacità di conquistare qualsiasi obiettivo. Più in particolare, i propri obiettivi.
Nella porzione dello Zohar di Noach, versetto 386 si afferma che, se uno ha il controllo assoluto sulla sua mente, oltre al suo pensiero, accompagnato da grande capacità emotiva, con cuore e fede, egli completerà la sua missione. Persone come Gandhi e Martin Luther King, hanno realizzato grandi e positivi cambiamenti nel mondo; avevano un obiettivo e l'avevano fissato nelle loro menti ed ebbero fede e ci credettero, mettendo insieme le due energie. Parlavano la stessa lingua spirituale e, alla fine, ottennero ciò che volevano. Come sappiamo, tutta la negatività è nella radice, che è anche il seme di distruzione di quella stessa cosa. Così cresce il seme della distruzione delle cose che stai tentando di creare. Immaginate - come Gandhi e Luther King - di avere uno scopo positivo e di mettere insieme qualche persona sulla stessa missione - che tipo di risultato potreste raggiungere?
Anche se fosse solo nella vostra vita, nel vostro business, anche se fosse solo col vostro coniuge o col vostro partner, pensare di mettere insieme questi due energie. Uno con ordine e struttura assoluta, e uno è ok, con errori e necessità di far più pratica. Guardo i miei maestri Rav e Karen Berg; insieme hanno creato una organizzazione inarrestabile che lavora per una sola missione: rimuovere il dolore, la sofferenza e la morte introducendo l'umanità alla saggezza della Kabbalah.
Questo può aiutare ad avere il controllo assoluto sulla mente, sulle emozioni e, in ultima analisi, sulla vita.
Questo può aiutare ad avere il controllo assoluto sulla mente, sulle emozioni e, in ultima analisi, sulla vita.
GIUDIZIO e MISERICORDIA
Concetti Kabbalistici
di Benjamin Malul.
Concetti Kabbalistici
di Benjamin Malul.
Il mondo è un luogo di continui cambiamenti e tumulti. Ogni attimo è distinto da quello che lo ha preceduto e da quello che lo seguirà. Ogni punto dello spazio è per se stesso un mondo, con le sue condizioni e il proprio modo d'essere. E' un universo di frammenti che si muovono costantemente in un traffico caotico. Osserva la tua vita, fai tante cose diverse, una dopo l'altra, senza apparente collegamento fra loro. La pace interiore si raggiunge quando anche le più piccole sfaccettature di te e della tua giornata si muoveranno nella stessa direzione. Avendo uno scopo, avrai la pace (Pensieri del Rebbe in "Il Cielo in terra per 365 giorni", ed. Mamash).
lunedì, ottobre 20, 2014
Tutto ciò che esiste nel tuo mondo è concesso alla tua relazione con l'infinito. Quindi, secondo tre diverse possibilità, ogni cosa che ti accade è un mezzo per comunicare, un cammino verso la perdizione, oppure terreno neutro in attesa che tu lo trasformi. Un fatto è certo, non esisterebbe se non fosse collegato allo scopo della tua vita (Pensieri del Rebbe in "Il Cielo in terre per 365 giorni", ed. Mamash).
domenica, ottobre 19, 2014
Ognuno è dov’è il suo
cuore. La distanza è fisica, l’amore è una carezza sul cuore, è un soffio di
vento che ti fa venire i brividi, anche se fuori c’è un caldo bestiale, e che
ti brucia dentro anche se sei in mezzo alla neve. E’ un sentimento che accorcia
qualsiasi distanza. Puoi stare immerso in una marea di gente eppure non essere
là…essere invece a migliaia di chilometri, laddove il tuo cuore ha deciso di
essere e il pensiero segue il cuore…sempre. Allora sentirai dentro di te la
persona che ha preso il tuo cuore. E niente è più vicino di qualcosa che senti
dentro di te. E se anche non facesse più parte della tua vita…il solo pensarci
te la farà sentire vicino. ღ
giovedì, ottobre 16, 2014
Si può invecchiare anche a vent’anni, quando si perde lo stimolo a cambiare. Quando si perde lo stimolo ad ampliare il proprio orizzonte. Quando si tende a vivere di rendita.
Vivere di rendita non è soltanto l’aspetto parassitario dell’economia perché è improduttivo, ma è l’aspetto parassitario della nostra vita di soggetti.
“Lavorare stanca”, è un celebre titolo, ma stanca il lavoro ripetitivo, non il lavoro di ricerca.
Il lavoro di ricerca piú grande, piú importante che si possa compiere è il lavoro di ricerca all’interno di noi stessi.
In fondo vivere è cercarsi, anche se poi è pericoloso incontrarsi.
Vivere di rendita non è soltanto l’aspetto parassitario dell’economia perché è improduttivo, ma è l’aspetto parassitario della nostra vita di soggetti.
“Lavorare stanca”, è un celebre titolo, ma stanca il lavoro ripetitivo, non il lavoro di ricerca.
Il lavoro di ricerca piú grande, piú importante che si possa compiere è il lavoro di ricerca all’interno di noi stessi.
In fondo vivere è cercarsi, anche se poi è pericoloso incontrarsi.
(Aldo Masullo – da “L’Avventuroso Tempo del Nostro Vivere”)
Immagine: Dipinto di Jean Léon Gerome – “Diogene”
martedì, ottobre 14, 2014
Due cammini sono posti di fronte a te: uno più facile e uno più difficile. Sapendo che D-o è tutto si potrebbe essere tentati di rifiutare ciò che il mondo significa. Poiché tutto è vuoto potresti arrivare a negarti anche delle necessità, vivendo lontano e distaccato dalle banalità umane, occupandoti solo delle verità dello spirito, fuggendo dai limiti dell'esistenza fisica e materiale. Questo è il cammino più facile. All'opposto, sapendo che D-o può essere trovato in qualsiasi cosa potresti essere spinto a raffinare ed elevare il mondo, lottando per trovare il vero scopo, sfruttando ogni possibilità per fare emergere un poco del bene naturale in esso contenuto, conducendo una vita spirituale attraverso l'utilizzo delle cose materiali in modo illuminato. Entrambi i cammini sono veri e grandi saggi li hanno percorso ambedue. Ma il secondo, quello più difficile, è quello da cui specialmente oggi potremmo trarre maggiore giovamento (Pensieri del Rebbe in "Il Cielo in terra per 365 giorni" ed. Mamash).
lunedì, ottobre 13, 2014
Ogni via contiene ciò che manca all'altra. Se la divinità è tutto anche le tenebre ne fanno parte, ma il mondo rimane immutato perché non esiste mondo, solo divinità. Se tutto è divinità, il mondo si trasforma eliminando l'oscurità per trovare la scintilla che vi si nasconde. Le tenebre, però, rimangono accatastate fuori. Il percorso di Giacobbe è trovare "ciò che è tutto" in ogni cosa e portare in ciascuna cosa "ciò che è oltre tutte le cose". Giacobbe conosce un D-o che è al tempo stesso dentro e fuori. Per Giacobbe anche le tenebre sono luce (Pensieri del Rebbe in "Il Cielo in terra per 365 giorni" ed. Mamash).
domenica, ottobre 12, 2014
Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia. Il
silenzio illumina l'anima, sussurra ai cuori e li
unisce. Il silenzio ci porta lontano da noi
stessi, ci fa veleggiare nel firmamento dello
spirito, ci avvicina al cielo; ci fa sentire che il
corpo è nulla più che una prigione e questo
mondo è un luogo d'esilio.
Khalil Gibran
mercoledì, ottobre 08, 2014
Il Bà’al Shem Tov amava dire che per ogni domanda esiste una risposta, e che per ogni risposta c’è un’altra domanda ancora.
Siccome passiamo dal timore alla gioia, noi dobbiamo ricordare che in ogni istante noi acquisiamo un livello più alto di energia, ma dobbiamo anche capire che un livello superiore di energia ci sfugge. E’ come salire su una scala.
Quando lo Tzèmach Tzèdek, il terzo Rebbe di Chabad, era un bambino, stava salendo su una scala insieme ad altri bambini. Ognuno di essi salì fino a metà, mentre egli arrivò fino in cima.
Poco dopo, suo nonno, Rabbi Schneur Zalman di Liadi, che stava guardando dalla finestra, gli chiese: “Perché tu non hai avuto paura di salire fino in cima, mentre i tuoi amici si sono arresi?”.
Lo Tzèmach Tzèdek rispose: “Semplice. Non ho mai guardato giù. Io ho solo guardato in alto, e il fatto di essere in basso mi ha motivato a salire più in alto”.
Il problema è dove noi volgiamo lo sguardo. La differenza fra gli esseri umani e gli animali è che, generalmente, gli animali camminano a quattro zampe, e non guardano mai il cielo. Gli esseri umani camminano eretti, e ciò significa che le loro teste sono in alto, ed essi possono guardare verso il cielo. Dice il profeta Isaia: “Alza gli occhi al Cielo, e mira Colui che ha creato ogni cosa” (Isaia 40,26).
Il fatto che noi possiamo guardare in alto, ci spinge continuamente ad innalzarci per trascendere la nostra umile condizione.
In questo periodo di feste, noi acquisiamo tutti i mezzi che ci occorrono per l’intero anno. Sta a noi utilizzarli. Il nostro rapporto con D-o non è fuori dalla nostra portata: Il nostro rapporto con D-o è una collaborazione, una strada a doppio senso, e questo è un grande motivo per celebrare.
Che noi tutti possiamo trascorrere una luminosa, profonda ed edificante festa di Sukkot.
Per gentile concessione di Rav Simon Jacobson, dal suo libro “60 Days: A Spiritual Guide to the High Holidays” ©Copyright The Meaningful Life Center, 2013. Tutti i diritti riservati
domenica, ottobre 05, 2014
Lasciati cancellare dalla nebbia.
Non chiedere che ti amino,
tu sei l’amore.
Non chiedere che ti vedano,
tu sei la visione.
Tu sei colui che danza,
né sopra né sotto,
al centro.
Ogni rifiuto è un’opportunità,
ogni fine un cambiamento di strada,
ogni fine una festa.
(Alejandro Jodorowsky )
Immagine di Tomasz Alen Kopera
mercoledì, ottobre 01, 2014
Vi sono molte verità. Esiste una verità per ogni essere umano e per ogni particella dell'universo, perché ognuno riflette il Creatore in un modo diverso. Cercare la verità vuol dire di più che trovare la propria verità. Significa trovare una verità che funziona per te e per l'altro, per adesso e per sempre, in questo luogo e ovunque, per il corpo e per la mente, per il saggio e per il bimbo piccolo e innocente. Più alta è la verità, meno confini conosce (Pensieri del Rebbe in "Il Cielo in terra per 365 giorni" ed. Mamash).
martedì, settembre 30, 2014
Il concetto di “teshuvà” conosce due aspetti, due livelli di significato: pentimento e ritorno.
- “Pentimento” significa rinnegare ogni azione sbagliata, avendo il proposito di non ripeterla, chiedendo perdono e facendo ammenda.
- “Ritorno” vuol dire tornare alla propria anima, alla propria essenza Divina, alla nostra fonte che è D-o.
Il primo livello – che è quello che noi cerchiamo di mettere in atto durante il mese di elul – è solo il mezzo per giungere al secondo, durante i Dieci Giorni Penitenziali.
In questi giorni particolari, noi dobbiamo sforzarci di ritornare a ciò che veramente siamo, alla nostra quintessenza. “Teshuvà” (che letteralmente significa “ritorno”) implica che esiste una parte di noi stessi che è sempre stata buona e pura, come è detto nella preghiera: “L’anima che Tu mi hai dato è pura…”. E nonostante il male che può essere stato inflitto alla nostra vita – alla nostra personalità, o alla nostra dignità – e nonostante il male che noi abbiamo procurato, noi possiamo sempre “tornare” all’anima, che rimane intatta e pura.
Il grande cabalista del XVI° secolo, Rabbi Moshe Cordovero di Safed, meglio conosciuto come Ramak, spiega che la strada migliore per tornare alla nostra pura essenza è quello di trovare, all’interno di ciascuno dei Dieci Giorni Penitenziali, un momento per isolarci, e nel quale riflettere sulle Dieci Sefirot, che egli chiama “Porte della Teshuvà”. In questo modo è possibile entrare in una “porta” diversa ogni giorno, così l’anima può unirsi alla sua radice nella sefirà data, ognuna delle quali serve come “canale” per l’energia Divina nella Creazione e, ovviamente, nell’anima.
Per gentile concessione di Rav Simon Jacobson, dal suo libro “60 Days: A Spiritual Guide to the High Holidays” ©Copyright The Meaningful Life Center, 2013. Tutti i diritti riservati
lunedì, settembre 29, 2014
"L'amore cosciente risveglia l'amore cosciente. L'amore emozionale evoca l'opposto. L'amore fisico dipende dal tipo e dalla polarità.
La fede cosciente e' liberta'. La fede emozionale e' schiavitu'. La fede meccanica e' stupidita'.
La speranza incrollabile e' forza. La speranza piena di dubbi e' vigliaccheria. La speranza piena di paura e' debolezza"
- Georges Ivanovic Gurdjieff
venerdì, settembre 19, 2014
Il verso è una ferita
sul seno immacolato di una vergine
L'instabile atto di coscienza
primo a solcare inesistenti perfezioni.
Ci si pensa immuni
tra l'anima spolpata e la carne unta al giogo
scavando alle radici come cani
nascondendo sillabari sotto il letto.
Ma in attesa s'acquatta la parola
con le sue crepe di silenzio scosse all'eco
scandendo al ramo cifre misteriose
E poi si prega
piegati cavalcioni sul taglio
scintillante della notte
ché la poesia si fa col sangue
e un vortice di vento fra i capelli
(Daniela Cattani Rusich – “Sul taglio della notte”)
venerdì, settembre 12, 2014
Quando il Rebbe Yosef Yitzchak era un bambino,
camminando un giorno in un giardino, strappò una
foglia e
la accartocciò fra le dita. Suo padre lo rimproverò: “Che
diritto hai di strappare una foglia da un albero e
maltrattarla
senza un motivo? Quando il Rebbe crebbe disse che
quell’episodio ebbe un profondo impatto sulla sua vita:
gli
insegnò a essere sensibile verso ogni cosa.
Se una persona è sensibile alla foglia di un albero,
senza
dubbio lo sarà per qualsiasi altra forma di vita, a
maggior
ragione per tutti gli esseri umani. Questa è l’essenza
della
tzedakà (carità), uno dei tre pilastri sui quali si regge il
mondo
(gli altri sono la Torà e la tefillà). La tzedakà è la
sensibilità
che diventa azione.
La sensibilità verso la vita è il traguardo di molte azioni
pratiche della Torà. Alcune di esse sembrano
apparentemente semplici, per esempio, dire una
benedizione
prima di mangiare.
A un primo livello, la benedizione sul cibo viene detta
per
ringraziare D-o. Questo ha un senso: tutte le volte che
qualcuno ti dà qualcosa, tu lo ringrazi. E se sei in grado
di
ringraziare il cameriere che ti porta del cibo, tu puoi
sicuramente ringraziare il Creatore che ha creato il cibo.
Ma a un livello più alto, la benedizione ha un significato più
profondo. Se tu hai fame, desideri mettere cibo nella tua
bocca immediatamente. Ma la Torà dice: “No, non puoi”
. Per
prima cosa tu devi essere attento all’ambiente, a ogni
fibra di
grasso, a ogni cellula di vita, perché ogni cosa che D-o
ha
creato è santa. Tu non puoi consumare una parte della
creazione senza che prima venga santificata.
E’ vero che molta gente benedice meccanicamente,
senza
sentimento. Questo è l’ebraismo meccanico. Ma se tu
capisci
e apprezzi il significato di una benedizione, tu sai che
una
piccola azione quotidiana come questa, può
sensibilizzare la
tua vita
.
Per gentile concessione di Rav Simon Jacobson, dal suo
libro “60 Days: A Spiritual Guide to the High Holidays”
©Copyright The Meaningful Life Center, 2013. Tutti i diritti
riservati