venerdì, novembre 12, 2010

LA PASSIONE DI CRISTO

LO SCOPO DELLA VITA



Ogni essere vivente ha uno scopo nella vita e la conoscenza di questo scopo rende ogni anima capace di esaudirlo. Come viene detto nel Gayan: "Beato colui che conosce lo scopo della sua vita".
Non essere sorpreso quando trovi che tanti brancolano nel buio attraverso tutta la vita, facendo una cosa o un’altra, sempre insoddisfatti, sempre scontenti; e tutte le cose che fanno rimangono senza un risultato. La causa di ciò é l’assenza di quella conoscenza, la conoscenza dello scopo della vita.
Indipendentemente dagli individui, ogni oggetto ha il suo scopo. La missione della scienza é di scoprire lo scopo degli oggetti, ed é per questa ragione che la scienza é nata. Sia la scienza medica che quella filosofica, tutti i diversi aspetti della scienza, sono il risultato del desiderio di scoprire lo scopo delle cose. Ma lo scopo del misticismo é trovare lo scopo nelle vite degli esseri umani – lo scopo nella propria vita e lo scopo nella vita degli altri. Finché l’uomo non ha trovato questo scopo, anche se possa avere successo o fallire, nonostante possa sembrare felice o infelice, in realtà egli non vive; poiché la vita inizia nel momento in cui una persona trova lo scopo della propria vita.
C’é gente molto ricca, gente che ha una posizione ed ogni comodità e convenienza, a cui tuttavia manca qualche cosa, quella cosa principale che può da sola renderli felici: la conoscenza dello scopo della loro vita. Questa é l’autentica cosa che manca a loro. Eppure allo stesso tempo l’umanità ignora questo. Un uomo sarà interessato a mille cose, sarà interessato prima ad una cosa e poi passa ad un’altra, e così via, ma sembra che non arrivi mai al punto di trovare lo scopo della sua vita. Perché? Perché non lo cerca.
Per quanto riguarda l’educazione dei bambini, dei giovani, molto spesso i genitori non riflettono su questo problema. Qualunque cosa sembra loro sia utile al bambino, questi la deve fare. Non prestano attenzione al fatto che é durante la gioventù che si deve trovare lo scopo della propria vita. Quante vite sono state rovinate per questo motivo! E’ possibile che un bambino venga cresciuto nel benessere e tuttavia tenuto lontano dallo scopo della sua vita. Per quanto un uomo possa essere infelice, non appena si rende conto dello scopo della sua vita, é come se venisse girato un interruttore e la luce si accendesse. E’ possibile che non sia capace di compiere ogni cosa immediatamente, ma il fatto stesso di conoscere lo scopo gli dà tutta la speranza, il vigore, l’ispirazione e la forza di attendere quel giorno. Anche se si devono compiere degli sforzi per tutta la vita per raggiungere quello scopo, non é importante purché si sappia quale sia lo scopo. Dieci persone così hanno un potere molto più grande di mille persone che lavorino dalla mattina alla sera senza conoscere lo scopo della loro vita. Inoltre, ciò che chiamiamo sbagliato o giusto, bene o male, é diverso a seconda dello scopo della vita. Più si studia la vita, più si realizza che non é l’azione ma lo scopo che rende le cose giuste o sbagliate, bene o male. E progredendo diventiamo più svegli, e più grande diventa lo scopo davanti a noi.
Oltre a ciò c’é lo scopo di tutto, lo scopo ultimo. Iniziamo lo scopo della nostra vita con uno scopo individuale, ma arriveremo ad uno stadio dove lo scopo di ogni anima é uno e lo stesso. E questo può essere studiato osservando le inclinazioni degli uomini. Ogni uomo ha cinque inclinazioni. nascoste nella profondità del suo cuore. Essendo assorbito nella vita del mondo potrebbe dimenticare quell’ultimo scopo, ma allo stesso tempo c’é un’inclinazione continua verso questo scopo. Ciò dimostra che lo scopo ultimo della vita di tutti é uno e lo stesso.
La prima di queste cinque inclinazioni é l’amore per la conoscenza. Non sono soltanto gli essere intellettuali e intelligenti che ricercano la conoscenza. Perfino un bambino desidera sapere cosa é ogni piccolo rumore. Ogni bambino che vede un colore o una linea bella in un disegno indaga su questo: E perciò ogni individuo si sforza di raggiungere la conoscenza. Senza dubbio nella vita di oggi tanti si trovano in una situazione dove non hanno mai un momento per raggiungere quella conoscenza che cercano. Dalla mattina alla sera devono compiere il loro dovere; sono talmente assorbiti da questo che dopo qualche tempo quella fame per la conoscenza é persa e la loro mente non é più acuta. Ci sono migliaia di persone che la vita ha messo in una situazione dove non possono fare altro che concentrarsi su un lavoro particolare senza avere mai il tempo di pensare a quelle cose a cui piacerebbe loro pensare, che desidererebbero conoscere. Abbiamo creato questa vita. La chiamiamo il progresso, la libertà, ma non é la libertà della mente. La mente é imprigionata in un orizzonte limitato e chiamiamo ciò una sfera.
Se tutti i pensieri, tutta la vita consistessero nello studiare qualche cosa con il solo scopo di guadagnarsi il pane, allora quando ci si può concentrare con il pensiero e la mente su ciò che l’anima ricerca? Fra coloro che hanno un poco di libertà nella vita, che hanno tempo di pensare ad ottenere un pò di conoscenza, ci sono tanti che ricercano soltanto le novità. Pensano che imparare significhi soltanto ottenere la conoscenza di ciò che non hanno conosciuto prima. Molto pochi sono i ricercatori che scoprono che da ogni idea, per quanto semplice, viene una rivelazione quando si concentra la mente su di essa, e questa rivelazione comincia allora ad insegnare loro sempre più cose che non hanno mai conosciuto. Ho avuto io stesso questa esperienza. C’era una strofa di un verso persiano che conoscevo da dodici anni. Mi piaceva, era un semplice concetto quotidiano, ma dopo dodici anni un giorno mi venne un barlume d’ispirazione e quella stessa strofa diventò una rivelazione. Sembrava che ci fosse stato un seme e che poi fosse germogliata una pianticella, che poi cambiò in una pianta che produsse frutta e fiori.
La difficoltà che i cosiddetti cercatori della verità provano é che quando hanno poco tempo per cercare la verità sono irrequieti. Una sola cosa non li soddisfa e allora vanno da una cosa all’altra. Così invece di arrivare alla nozione vera della verità, si confondono.
Qualcuno chiese ad un artista se fosse in grado di produrre un disegno veramente nuovo. "Si", egli disse, "posso farlo". Così mise due corna e due ali sul corpo di un pesce, e la gente disse"Come é fantastico, questo é una cosa che nessuno ha mai visto prima!" Tutti hanno visto ali sugli uccelli e corna sugli animali; ma ci sono tante anime che hanno bisogno di questo genere di novità. Tanti le ammirano, pochi pensano, come Salomone, che non c’é nulla di nuovo sotto il sole, specialmente quando arriviamo al campo della saggezza, della conoscenza. E ciò perché non si arriva alla concentrazione, alla contemplazione o alla meditazione con lo studio di molte cose, né andando da un’idea all’altra. L’inclinazione successiva é l’amore per la vita, e questo non esiste soltanto negli esseri umani perché persino i piccoli insetti scappano quando si cerca di toccarli; anche loro ci tengono alla vita. Che cosa dimostra tutto ciò? Dimostra che ogni essere desidera vivere, per quanto possa essere infelice, per quanto difficile gli possa sembrare la vita. Forse in un momento di melanconia una persona potrebbe desiderare suicidarsi, ma se fosse nella sua condizione normale egli non penserebbe mai di lasciare questo mondo. Non perché il mondo gli sia così caro, ma l’inclinazione della sua anima é di vivere.
Nel Gayan si dice: "La vita vive, la morte muore". Poiché la vita vive, la vita desidera vivere, e nessuno si augura, nemmeno per un momento, che la morte ci prenda. I grandi profeti, i maestri, i santi, i saggi, i filosofi, i mistici, che cosa si sforzavano di raggiungere? Il loro sforzo fu di trovare un rimedio per curare l’uomo della sua mortalità. Ma la sua mortalità é la sua concezione o la sua condizione? L’anima considera il corpo fisico come una veste, solo fino a quando il suo scopo viene compiuto e poi desidera abbandonare questa veste. Poiché nessuno desidera portare sempre la sua veste pesante. Perfino il re si sente più comodo quando la corona é riposta nell’armadio.
La felicità dell’anima viene quando questa é liberata dal fardello fisico; ella può solo essere felice quando può essere sé stessa. Finché l’uomo pensa di essere il suo corpo, egli é mortale, essendo soltanto conscio della sua esistenza mortale. Ma la comprensione intellettuale di ciò non é di aiuto. L’anima deve vedere se stessa, l’anima deve realizzarsi. E come? Nelle scritture si dice: " Muori prima di morire". Cosa é questo morire? Questo morire é giocare alla morte. Durante tutta la loro vita sulla terra i mistici hanno praticato il giocare alla morte; giocando con essa, furono capaci di veder cos’é la morte. Allora non era soltanto una conoscenza intellettuale; essi videro che l’anima esiste indipendentemente dalla sua veste fisica. Buddha chiamò ciò Jnana, che vuol dire realizzazione. L’essenza di questo é chiamato Ajnana, la mancanza di realizzazione.
Ogni persona premurosa si sente molto triste quando pensa al giorno in cui deve partire dalla terra dove ha i suoi amici che ama e i suoi tesori. Non solo questo, ma é ancora più triste sentendo che una volta andata, sarà andata per sempre, poiché la vita non desidera diventare morte; la vita desidera vivere: Ma questo dimostra l’ignoranza e una concezione falsa della vita, una concezione ottenuta tramite i sensi, tramite l’esperienza dei sensi. Colui che ha realizzato la vita e le cose tramite i sensi non conosce la vita. La vita può essere completamente diversa da ciò. La terza inclinazione che l’uomo mostra é quella di ottenere il potere. La ragione é che l’anima si sforza contro l’invasione della vita, poiché le condizioni della vita sembrano spazzare via ogni cosa che non ha forza. Quando la foglia ha perso la sua forza cade dall’albero; quando il fiore ha perso la sua forza viene buttato via. Naturalmente l’anima desidera mantenere la sua forza; quindi l’individuo cerca il potere. Ma lo sbaglio sta nel fatto che, per quanto potere un uomo possa avere, esso é limitato. Con l’aumento del potere, arriverà un momento in cui l’uomo si accorge che un altro potere può essere più grande di quello che possiede. Questa limitazione gli causa sofferenza; egli resta deluso. Inoltre quando si osserva la potenza dell’uomo, la potenza del mondo, cos’é? Le nazioni potenti che furono costruite mille anni fa possono essere distrutte in pochissimo tempo; allora cosa é il loro potere? Se ci fosse un potere, esso é la potenza nascosta, l’Onnipotenza. E venendo in contatto con quella potenza si comincia ad estrarre da essa tutta la potenza necessaria.
Il segreto di tutti i miracoli e di tutti i fenomeni dei saggi e dei maestri deve essere visto nel potere che essi sono capaci di ricavare dall’interiore.
Ci sono fachiri e dervisci che saltano nel fuoco o si tagliano e guariscono all’istante. Ma esiste una potenza ancora più grande di questa. Coloro che possono veramente fare queste cose non le fanno apertamente; ma allo stesso tempo c’é questa potenza che é la prova che lo spirito ha potenza sulla materia, nonostante lo spirito possa essere sepolto sotto la materia per un certo periodo – il che ci rende impotenti.
La quarta inclinazione che l’uomo mostra é di essere felice. L’uomo cerca la felicità nel piacere, nella gioia, ma queste sono soltanto le ombre della felicità. La vera felicità é dentro nel cuore dell’uomo. Ma l’uomo non la cerca. Per trovare la felicità egli cerca il piacere. Qualsiasi cosa che sia temporanea non é felicità. La felicità é proprio l’essere dell’uomo. I vedantisti hanno chiamato l’anima Ananda, felicità, poiché l’anima stessa é la felicità, ed é per questo che cerca la felicità. E poiché l’anima stessa non la può trovare, é sempre alla ricerca di qualcosa che la possa rendere felice; ma ciò che trova non può mai renderla veramente felice, perfettamente felice.
Il peccato e la virtù, il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, possono essere distinti e determinati su questo principio. La virtù é ciò che porta la vera felicita. Ciò che viene chiamato bene é quello che porta alla felicità. Ciò che é il bene é bene poiché dà la felicità; e se non fosse così non potrebbe essere il bene, non potrebbe essere la virtù, non potrà essere il giusto. Ogni volta che l’uomo ha trovato la virtù nell’infelicità si é sbagliato; ogni volta che era ingiusto egli é stato infelice. La felicità é l’essere dell’uomo; questa é la ragione per cui egli la desidera: La quinta inclinazione che l’uomo mostra é quella per la pace. Non é il riposo, la comodità o la solitudine che possono dare la pace. E’ un’arte che deve essere imparata, l’arte dei mistici tramite la quale si arriva alla pace. Ci si potrebbe chiede perché, se é naturale per l’anima provare la pace, ci si deve sforzare per raggiungere la pace tramite la pratica, la meditazione, la contemplazione. La risposta é che é naturale fare l’esperienza della pace, ma la vita nel mondo non é naturale. Gli animali e gli uccelli hanno tutti l’esperienza della pace ma l’umanità no, poiché l’uomo é il ladro della propria pace. Ha reso la sua vita talmente artificiale che non può mai immaginare quanto si sia allontanato da ciò che per lui può chiamarsi una vita normale e naturale. E’ per questa ragione che abbiamo bisogno dell’arte di scoprire la pace dentro di noi. Non potremo fare l’esperienza della pace migliorando le condizioni esteriori.
L’uomo ha sempre desiderato la pace e ha sempre causato la guerra; allo stesso tempo ogni individuo dice che sta cercando la pace: Allora da dove deriva la guerra? Esiste la guerra perché il significato della pace non é stato capito completamente. L’uomo vive in una agitazione continua, in una condizione inquieta, invece di cercare la pace cerca la guerra; se ciò continua non avremo pace finché ogni individuo non comincerà a cercare per primo la pace dentro se stesso.
Cosa é la pace? La pace é la condizione naturale dell’anima. L’anima che ha perso la sua condizione naturale diventa inquieta. La condizione normale della mente é la tranquillità; tuttavia allo stesso tempo la mente é tutt’altro che tranquilla; l’anima non prova nient’altro che pace.
La domanda che viene nella mente di ogni persona meditativa é quale é stato il motivo, lo scopo della creazione del mondo. La risposta é: per rompere la monotonia. Chiamarlo Dio, chiamarlo l’Unico Essere, chiamarlo la fonte e il fine di tutto; essendo solo, Egli desiderava che dovesse esistere per Sé qualcosa da conoscere. Gli Indù dicono che la creazione fu il sogno di Brahma. Si può chiamarlo un sogno, ma é lo scopo principale. I Sufi spiegano questo nel modo seguente: che Dio, l’Amante, desiderò conoscere la Sua Propria Natura; e che per questo motivo, attraverso la manifestazione, l’Amato fu creato. così che l’amore potesse manifestarsi. E in questa luce, allora tutto ciò che vediamo é l’Amato. Come dice Rumi, il più grande autore persiano:
L’Amato é tutto in tutti,
l’amante Lo vela soltanto;
L’Amato é tutto ciò che vive,
l’amante é una cosa morta.
I Sufi hanno perciò chiamato Dio, l’Amato. E hanno visto l’Amato in tutti gli esseri. Non pensavano che Dio fosse nel cielo, separato, lontano da tutti gli esseri. Hanno visto la bellezza di Dio in tutte le cose, in tutte le forme. E in questa realizzazione si compie lo scopo principale e lo scopo ultimo della vita. Come si dice nelle scritture antiche, quando Dio chiese ad Adamo: "Chi é il tuo Signore?", egli disse: "Tu sei il mio Signore". Questo vuol dire che lo scopo della creazione fu che ogni anima potesse riconoscere la propria fonte ed il suo scopo, arrendersi ad essi ed attribuire loro tutta la bellezza, la saggezza e la potenza, e che così facendo potesse perfezionarsi. Come dice la Bibbia "Siate perfetti come é perfetto vostro Padre in Cielo".
dal libro "L’ Alchimia della Felicità" di Hazrat Inayat Khan