domenica, gennaio 26, 2014

se....


 Se nutro buoni sentimenti, troverò buoni sentimenti anche nel mondo.  

Ogni virtù che io rendo realtà appartiene alla specie umana.         
Se accendo la lampada della bellezza, vi sarà bellezza nel mondo.  
“Quando un fiore sboccia, è primavera dappertutto”. 
Alejando Jodorowsky

Per non dimenticare....






Voce della memoria

Se ascolto
la voce del dolore
so che ha suoni
d'umanità,
lungo il cammino
d'ogni epoca
che ha costruito storie.
E sempre va quella voce
a raccontare i passi errati
dell'uomo
o gli eroici slanci
unici ad alleviare arroganze.
Se ascolto la memoria,
scruto in immagini
fatti di stupiti silenzi,
tutti gli spasmi di eventi
che piangono
ancora del buio feroce
di menti e fantasmi,
in lunghe file di martirio,
s'addensano in coro
a far risentire il canto della morte
tra un fumo
che non è nebbia di palude
ma eccidio di membra innocenti.

domenica, gennaio 19, 2014

La dolce storia tra il sole e la luna



Quando il Sole e la Luna si incontrarono per la prima volta,si innamorarono perdutamente e da quel momento
cominciarono a vivere un grande Amore... Allora il mondo non esisteva ancora e il giorno che Dio decise di crearlo, gli
donò il tocco finale... la bellezza! E decise anche che il Sole avrebbe illuminato il giorno e la Luna la notte, obbligandoli
senza volerlo a vivere separati. I due si intristirono molto quando capirono che non si sarebbero mai più incontrati. La
Luna diventava sempre più amareggiata malgrado la brillantezza che Dio le aveva donato, Lei soffriva di solitudine...Il
Sole, a sua volta, aveva guadagnato un titolo di nobiltà "Re degli Astri", ma anche questo non lo rendeva felice...
Dio li chiamò e li disse"non avete nessun motivo per essere tristi dopotutto avete una brillantezza che vi distingue l'uno
dall'altra.
Tu Luna, illuminerai le notti fredde e calde, incanterai gli innamorati e sarai molte volte motivo di poesia.. Quanto a te
Sole, sostenterai questo titolo perchè sei il più importante degli astri, illuminerai la Terra durante il giorno, fornirai calore
agli esseri umani e la tua semplice presenza farà le persone felici... La Luna si intristì molto per il suo terribile destino e
trascorreva i giorni piangendo. Il Sole soffriva per la tristezza della Luna, ma non poteva lasciarsi andare perchè doveva
darLe la forza di accettare il destino che Dio aveva deciso per loro. La sua preoccupazione era tanto grande che pensò di
chiedere un favore a Dio: "Signore, aiuta la Luna, per favore, lei è più fragile di me, non sopporterà la solitudine". E Dio
con la sua bontà creò le stelle per tenere compagnia alla Luna.
La Luna quando è molto triste ricorre all'aiuto delle stelle, che fanno di tutto per consolarla, ma quasi sempre non ci
riescono.
Tutt'oggi loro vivono così... separati.
Il Sole finge di essere felice, e la Luna non riesce a nascondere la Sua tristezza. Il Sole è ancora caldo di passione per la
Luna e Lei vive ancora nell'oscurità della solitudine.
Il desiderio di Dio era che la Luna dovesse essere sempre piena e luminosa, ma lei non riusciva ad esaudirlo.. Perchè è
una Donna e una Donna nella sua Vita ha delle fasi: quando è felice riesce ad essere piena e luminosa, ma quando è
triste è calante, e quando è calante non è nemmeno possibile vedere la Sua brillantezza.
Luna e Sole seguono il loro destino, Lui solitario ma forte, Lei in compagnia delle Stelle ma debole. Gli umani cercano in
tutti i momenti di conquistarLa, come se questo fosse possibile. Ogni tanto alcuni uomini La raggiungono ma ritornano
sempre soli, nessuno di loro è mai riuscito a portarLa fino alla Terra, nessuno di loro L'ha veramente conquistata, anche
se pensavo di averlo fatto. Dio ha deciso che nessun Amore in questo mondo fosse del tutto impossibile, neanche quello
tra la Luna ed il Sole ed è stato allora che ha creato l'eclissi.
Oggi Sole e Luna vivono nell'attesa di questo istante, unico momento raro che li è stato concesso. Quando guarderemo
il cielo e vedremo il Sole nascondere la Luna è perchè sdraiandosi su di Lei, incominciano ad amarsi.... La brillantezza
della loro estasi è così grande che gli occhi umani non possono guardare l'eclissi... gli occhi potrebbero rimanere
accecati... nel vedere tanto Amore.

( autore sconosciuto )


Questa dolce favola, mi ha commossa, emozionata.
Che la magica luce della Luna dia colore ai nostri sogni…E il calore del Sole riscaldi i nostri cuori…perchè a volte i sogni si realizzano ed è....per incanto....Amore
Angela

sabato, gennaio 18, 2014

The Best of Rossini

dal Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov.


"Chi un giorno non si è improvvisamente entusiasmato all’idea del bene, della verità, della bellezza? Ma com'è difficile in seguito accordare i propri sentimenti con quell'idea, e ancor più difficile accordare le proprie azioni! E tuttavia occorre perseverare. Nutrendo ogni giorno un pensiero in noi, questo finisce per imporsi ai sentimenti, e i sentimenti a loro volta si impongono alle azioni. Ma se è sufficiente un giorno per cambiare filosofia, quanto tempo e quanto lavoro sono necessari per vincere un difetto o sbarazzarsi di una cattiva abitudine!
Per facilitare la discesa delle idee dal mondo spirituale fino al mondo fisico, il gesto e la parola sono tra i mezzi più efficaci. Ecco perché è così importante fare esercizi ogni giorno, e anche per questo il nostro Insegnamento ci presenta numerosi metodi. Tuttavia, un metodo di per sé non rappresenta gran che; se non si sa come metterlo all'opera, il metodo rimane inefficace. Sì, perché un metodo è solo uno strumento. Una parola o un gesto che vengono ripetuti liberano la propria potenza unicamente se si dà loro un contenuto, se si introduce in essi un pensiero e un sentimento. "

martedì, gennaio 14, 2014






Amato, non farmi mai immaginare di essere qualcosa.


Fa che io non dimentichi mai che non sono niente.



Quale Grazia hai fatto discendere sul mio essere,




 riempiendo questo spazio di te.

M.....I

lunedì, gennaio 13, 2014

NEL SILENZIO VIVO


.. Il silenzio è Mitezza quando non rispondi alle offese, quando non reclami i tuoi diritti, quando lasci la tua difesa a Dio. Il silenzio è Misericordia quando non infierisci sule colpe dei fratelli, quando dimentichi senza frugare nel passato quando il tuo cuore non condanna, ma perdona. Il silenzio è Pazienza quando soffri senza lamentarti, quando non cerchi d'esser consolato, ma consoli, quando attendi che il seme germogli lentamente. Il silenzio è Umiltà quando accogli nel segreto il dono di Dio, quando non opponi resistenza all'arroganza, quando lasci ad altri la gloria ed il merito. Il silenzio è Fede quando ti fermi a contemplare il Suo volto, quando ascolti la sua presenza nella bufera, quando taci, perchè Egli parli al tuo cuore. Il silenzio è Adorazione quando non chiedi il "perchè" nella prova, quando t'immergi nella Sua Volontà, quando dici: "Tutto è compiuto"


F.W.F.A.


E con questo concludo....SHALOM a tutti...a tutti.



LA CATTIVERIA



In questo post faccio riferimento al commento comparso sotto un mio video un po’ di tempo fa, con il fine di spiegarvi meglio un concetto essenziale nel Lavoro su di sé, che però spesso viene frainteso.
Nel commento in questione, la signora, dopo essersi espressa più volte contro la mia persona e il mio lavoro, a un certo punto dice (riporto a memoria, perché il commento non c’è più, e forse nemmeno il video): “Stavo per dire una cattiveria, una cosa proprio cattiva, ma mi sono trattenuta ...”.

In pratica questa persona ha espresso la sua antipatia nei miei confronti, poi a un certo punto le è venuta in mente una cattiveria più grossa delle altre, ma, appunto, si è trattenuta e non l’ha scritta. Ciò che mi interessa analizzare ai fini del nostro Lavoro è il perché lei non ha scritto la sua cattiveria.

Perché?
Quando voi dite una cattiveria di qualcuno o vi scagliate contro il lavoro di qualcuno, cosa sta accadendo esattamente?
(uso consapevolmente il “voi” e non il “noi” perché io ovviamente mi guardo bene dal dire cattiverie di qualcuno o dal criticare qualcuno... proprio perché conosco bene l’argomento di cui mi accingo a parlarvi)
(mi ci vedete ad andare sotto il video di un relatore a scrivere qualcosa di brutto contro quel relatore? Perché vi fa ridere anche solo il pensiero? E perché invece per alcune persone è un comportamento normale?)

Secondo il sentire comune – del terrestre medio – quando una persona male-dice qualcuno, cioè, detto in altro modo, quando “parla male” di qualcuno, sta facendo del male a quella persona. Detto per inciso, quando parlate male di una persona in verità la state male-dicendo, anche se a nessuno piace usare questo termine perché viene di norma ritenuto un po’ troppo forte. Però è questo che fate.

Sempre secondo il sentire comune, se l’altra persona non viene a saperlo in realtà non le state davvero facendo male, se invece il pettegolezzo o la critica vengono scritte o in qualche altro modo divulgate, esiste anche l’intenzione di “colpire” quella persona direttamente (“Se lo legge si offenderà, quindi starà male”) o indirettamente (“Quello che dico serve a divulgare delle critiche nelle orecchie delle altre persone che così cambieranno idea sul soggetto che a me sta antipatico”).

Infatti la reticenza della succitata signora nello scrivere la sua cattiveria nasce proprio da questo inconscio ragionamento: “Le mie critiche danneggiano la persona cui le rivolgo, e in questo caso non voglio danneggiarlo troppo”. Riassumendo, nella testa del terrestre medio accade questo: quando dice una cattiveria sta danneggiando l’oggetto della cattiveria, quando invece evita di dirla gli sta facendo un favore perché non lo danneggia come avrebbe potuto. Come quando uno decide di sparare o non sparare un colpo di pistola a un’altra persona. In questo caso io dovrei ringraziare la signora perché ha evitato di ferirmi con una cattiveria in più.

Ma non funziona proprio così.
Quando pensate, dite o scrivete una cattiveria contro qualcuno non è lui che state danneggiando, bensì voi stessi. Se il bersaglio a cui mirate vibra sulla vostra stessa lunghezza d’onda (da rissa di strada) allora può essere danneggiato dalle vostre maldicenze, altrimenti no. Ma in ogni caso – che l’altro sia sul vostro stesso livello oppure no – i primi a subire un danno siete voi, e questo non può essere evitato in alcun modo una volta che la maldicenza è stata inviata. Per questo motivo sto utilizzando l’esempio del commento al fine di mettervi in guardia.

Pensare, dire o scrivere sono tre gradi di profondità differenti della vostra maldicenza; il terzo grado è quello più pericoloso, quello che più lascia il segno dentro di voi, perché pensare è un attimo, dire la cattiveria può succedere a chi si controlla poco, ma se arrivate a scriverla è perché ci avete riflettuto su e avete preso un decisione ben precisa. Il potenziale danno che potreste arrecare al vostro nemico è più grande, quindi è più grande il danno che sicuramente arrecate al vostro Cuore.

La maldicenza, il giudizio, la critica... chiudono progressivamente il vostro Cuore. Non è una questione di “libertà di esprimere le proprie opinioni”, in quanto non potete essere liberi di essere meccanici! State rivendicando il diritto alla libertà della vostra meccanicità, vi rendete conto?
Scrivere sotto un video di Berlusconi che è un ladro e che andrebbe arrestato, significa manifestare la propria libertà di parola? Questa è libertà di parola? Io me la immaginavo diversa.

I terrestri sono i terrestri, e loro di critiche e lamentele si nutrono, ne traggono alimento e piacere. Ma per chi svolge un Lavoro su di sé è tassativo non poter parlare male di nessuno. Non trovate giustificazioni, perché c’è sempre una giustificazione valida per parlare male di qualcuno: voi siete sempre i paladini che stanno salvando il mondo parlando male di qualcuno. Ma se davvero volete contrastare il brutto dovete lavorare per il Bello, non potete mettervi a criticare il brutto per il gusto di farlo. A meno che questo non faccia parte del vostro mestiere: se, per esempio, siete degli architetti chiamati a decidere sulla fattibilità di determinate opere civiche allora dovrete essere irremovibili contro il brutto, ma capite quanto ciò sia diverso dallo scrivere i commenti sotto i video di youtube!

L’essere cattivo danneggia il cattivo. La vostra attenzione si focalizza sui difetti degli altri e vi impregnate di quell’energia. Le malattie, gli incidenti, i dolori quotidiani... sono le conseguenze delle cattiverie che avete pensato, detto o scritto in passato. Perché se il Cuore si restringe l'Esistenza deve poi faticare di più per aprirlo e occorrono quindi lezioni più severe.Meno Bellezza cogliete nel mondo più il vostro Cuore si chiude, e più questo si chiude meno Bellezza potete cogliere nel mondo. È un circolo vizioso che vi conduce a diventare ciechi e rancorosi.

Salvatore Brizzi
NON DUCOR DUCO
(non vengo condotto, conduco)


Potremmo aggiungere.....

La vita non ti da le persone che vuoi.
Ti da le persone di cui hai bisogno:
per amarti,per odiarti,per formarti,
per distruggerti e per renderti la persona 
che era destino che fossi.

Noi vediamo, sentiamo, parliamo,
ma non sappiamo quale energia ci fa vedere,
sentire, parlare e pensare.
E quel che è peggio, non ce ne importa nulla.
Eppure noi siamo quell'energia.
Questa è l'apoteosi dell'ignoranza umana.
  Albert Einstein
da PensieriParole



sabato, gennaio 11, 2014

La Presenza Divina – La Shekhinà

   
Miriam Oryah
Al momento in cui nasciamo lo dimentichiamo, ma essenzialmente siamo anime/luce, emanazione divina (Ohr, pl. Orot) incarnate in un corpo (Sefirà o vaso, Klì, pl. Kelim) che funge da veicolo/veste/trono dell’anima, per compiere la nostra speciale missione divina in questa dimensione inferiore dell’esistenza. Il nostro lavoro consiste nell’espandere la nostra coscienza riguardo questa verità profonda, in grado di trasformare radicalmente la nostra vita.
Il nostro luogo di nascita rappresenta soltanto il punto di entrata dell’anima in questa dimensione terrena, ma la nostra vera origine è il mondo spirituale, l’En Sof, l’Infinito, a cui siamo destinati a ritornare, riunendoci ad esso ad un livello di consapevolezza più elevato di quello precedente la nostra “discesa”.
L’anima divina/Luce/Ohr che dimora nel nostro corpo è dunque la nostra vera essenza, il nostro vero Sé: il corpo è solo un veicolo che permette all’anima di esprimere i suoi poteri spirituali, che la protegge dalla materialità di questo mondo. Il corpo/vaso/kli è un servitore dell’anima/Luce e deve quindi sottostare al suo governo e non il contrario, come purtroppo spesso accade quando la nostra coscienza non è desta.
L’anima immanente pervade totalmente la nostra struttura fisica. I cabalisti usano la metafora della scarpa che avvolge il piede, l’estremità inferiore del corpo: allo stesso modo il corpo è un vaso per l’estremità inferiore del ramo dell’anima che si protende in basso dalla sua radice spirituale suprema. La Radice dell’anima è Luce trascendente (Y-K-V-K), mentre il suo ramo incarnato è Luce immanente (Shekinà-Elokim).
Il corpo fisico funge da barriera, filtro, tra l’anima immanente (l’aspetto di Dio chiamato Elokim, la cui ghematria (valore numerico) 86 corrisponde alla parola ebraica hateva, la natura) e l’anima trascendente, la nostra radice divina (il Nome Divino a quattro lettere, il Tetragramma, la radice di ogni realtà). Se non ci fosse la barriera del corpo [la cui funzione è analoga allo strato di ozono fisico che protegge la terra/Malkhut dalle radiazioni troppo intense della luce solare] l’anima immanente sarebbe travolta da un eccesso di Luce spirituale tale da disintegrare il corpo che la ospita.
Nel momento in cui veniamo estromessi dal grembo materno, l’anima dimentica la sua missione divina: dobbiamo quindi metterci in ascolto della nostra sottile voce divina interiore (Kol demama vedakà) per scoprire lo scopo della nostra vita. Purtroppo accade invece che ci lasciamo assordare dalla voce stridula dei nostri istinti più bassi, del nostro ego, che ci sfida alla crescita. Quando riusciamo a vincerlo l’anima sale di livello.
L’anima è la nostra coscienza, il nostro livello di consapevolezza di Dio [i cinque livelli dell’anima si riferiscono ai vari livelli di coscienza del divino, la cosiddetta “scala dell’anima” che appoggiata alla terra sale verso il Cielo]. Il primo livello di base dell’anima è Nefesh – anima immanente/vitale, poi salendo di un gradino troviamo Ruach – spirito, soffio, e quindi Neshama – anima divina, respiro, Chayà – essenza vivente, per arrivare alla radice/sorgente della nostra anima – Yechidà, Dio, essenza unica, il massimo livello dell’anima in cui siamo tuttora uniti a Dio, la nostra sorgente], l’anima è la catena dei nostri pensieri, sentimenti, parole, idee, valori, atteggiamenti e comportamenti.
È importante dunque mantenere puro il nostro pensiero (che influenza l’universo spirituale di Bryiah, l’universo delle anime), il nostro linguaggio (che si riflette nell’universo spirituale di Yetzirà, l’universo degli angeli) e le nostre azioni che influiscono su Asyah, l’universo fisico.
Solo la parte non ancora spiritualmente corretta della nostra anima si incarna in un corpo, la parte già rettificata resta in Alto. Infatti tutti nasciamo con un livello molto basso della parte di anima che ancora dobbiamo correggere spiritualmente ed elevare con i nostri pensieri, parole ed azioni.
È necessario quindi trasformare il nostro corpo in un luogo estremamente puro e santo, affinché la Shekhinà, l’anima divina, possa dimorarvi dignitosamente: è impensabile far dimorare la Presenza Divina/anima in un luogo sporco ed inquinato, impuro e contaminato da pensieri, parole e atteggiamenti negativi, e dal cibo dannoso e assunto in eccesso, fumo, alcol, vizi sfrenati, etc. Il corpo è il tempio dell’anima divina, un santuario interiore in cui l’anima divina può dimorare in tutta purezza. Quando non ci prendiamo cura del nostro tempio/corpo/malkhut trasformandolo in un luogo impuro, la Shekhinà ci abbandona e la nostra anima ne esce danneggiata gravemente.
La volontà, il Ratzòn, è l’espressione della più profonda santità della nostra anima. Come dice il versetto, “Ner Hashèm nishmàt adàm” cioè “L’anima dell’uomo è la Luce di Dio” (Proverbi 20:27). L’anima ci illumina interiormente come una candela, eliminando l’oscurità. E come il Ratzòn–la Volontà Divina è la radice dell’intera Creazione, così il Ratzòn-Volontà è la radice della personalità umana, la nostra volontà esprime la nostra personalità.
Il Ratzon-Volontà, la sefirah di Keter – Corona (corrispondente all’organo fisico cranio) – illumina le altre due Sefirot che con Keter formano la triade delle Sefirot mentali: Chokhmà-Sapienza e Binà-Intelligenza (emisfero cerebrale destro e sinistro) diramandosi poi in basso in quelle che sono le sette Sefirot/Midot/emozioni, corrispondenti ai sette tratti fondamentali della personalità.
Questi sette tratti corrispondono alle sette braccia della menorà del Tempio di Gerusalemme. La loro luce spirituale, come la luce della menorà, sconfigge i 7 aspetti negativi della personalità. Attingendo al potere del nostro Ratzòn-vlontà, “la luce di Dio” siamo così in grado di eliminare la negatività, superando ogni ostacolo.
Le sette sefirot/qualità/middot dell’anima che dobbiamo riparare e correggere spiritualmente, sono:
Chesed – Amore di Dio e del nostro prossimo (che è la stessa cosa, visto che il Creatore è tutto ciò che esiste, En Od), Ghevurà – Timore/Rispetto di Dio, Tiferet – Armonia, Netzach – superare e vincere ogni ostacolo spirituale, Hod – esprimere gratitudine, Yesod – stabilire relazioni sacre e Malkhut – preghiera e unificazione a Dio, a livello macrocosmico riconoscimento della Sua sovranità e governo sul Suo universo, e conquista dell’auto-padronanza di se stessi a livello micro-cosmico.
Malkhut è una parola codice per la Shekinà, la rivelazione della presenza divina nascosta nella Creazione. Il principale lavoro di correzione spirituale riguardante Malkhut è rivelare la presenza di Dio in questo mondo materiale (tramite la preghiera, lo studio della Torah/Kabbalah, la meditazione, il comportamento pro-attivo).
Nostro compito spirituale è riunire Keter, Y-H-V-H, l’En Sof a Malkhut, la presenza divina nascosta nel creato [e nei nostri corpi, la nostra anima immanente].
L’anima scende in questa dimensione inferiore dell’universo, stage per il lavoro di creatori che siamo venuti a realizzare sulla terra, al fine di emulare Dio e diventarGli simili in essenza, per riunificate il Cielo e la Terra, lo spirito e la materia.
Mantenere pura la nostra anima determina il ricevimento di un livello superiore di santità, che ci riveste di luce superna per comparire di fronte all’Eterno. Tramite questo vestito spirituale otteniamo la beatitudine e percepiamo il divino attraverso una lente chiara.
Alla fine della nostra esistenza ci liberiamo del nostro vaso fisico, il corpo, che si ricongiunge alla terra e la nostra anima ritorna a Dio, la Sua sorgente.
Il corpo è un involucro, è Luce ispessita, opaca, in origine faceva parte dell’anima e un giorno ne verrà riassorbito.
Tutta la materia nell’universo ha un’anima/luce, che la fa vivere. Il vaso/kli pianta la possiede, come il vaso/uccello, erba, cane, auto, tavolo.
Per mantenere l’anima pura un metodo ideale è quello di memorizzare preghiere e salmi, così da poterli richiamare quando la nostra mente è travolta da ogni genere di messaggi dannosi e negativi. Richiamando alla memoria un salmo e recitandolo mentalmente recuperiamo subito una sensazione di pace, tranquillità e benessere mentale.
Non bisogna farsi sviare e distrarre dalle banalità e piccolezza della vita che ci inducono a dimenticare che siamo anime. Bisogna espandere la propria coscienza, così da eliminare ogni sensazione di separazione da Dio: infatti siamo tutti parte di una sola grande anima emanata dall’En Sof, l’Unità Infinita di Dio.
L’anima è la causa, il corpo è l’effetto: cerchiamo di essere sempre la causa della nostra vita e non l’effetto di comportamenti reattivi e negativi. Cerchiamo di vedere il bene in ogni persona perché questa è la chiave per vivere in pace ed armonia con il resto del creato.
Quando preghiamo dovremo sentire, percepire, la Shekinà, la Presenza Divina nel mondo, davanti e intorno a noi.
Libera il tuo cuore e la mente da tutti i pensieri estranei e visualizzati di fronte alla Presenza Divina, scorgi davanti e intorno a te la Luce della Sua Presenza.
Il Salmo 67 – Il Salmo della Menorà è un ottimo salmo da memorizzare e recitare come mantra per calmare e rilassare la mente.
SALMO 67 – LA MENATZEACH
Intestazione, le fiammelle della menorà: Lamnatzéach binghinòt mizmòr shir.
[Al maestro del coro, con lo strumento neghinot, un canto con accompagnamento musicale]
da sinistra:
1° braccio: Elohìm iechonnénu vivarechénu iaér panav itànu séla.
[Il Signore abbia compassione di noi e ci benedica! Egli Faccia risplendere su di noi il Suo volto per sempre!]
2° braccio: Ladaat baàaretz darkécha bechol-goìm ieshu’atècha.
[Così che sulla terra sia riconosciuto il Tuo modo di agire e la Tua salvezza tra tutti i popoli!]
3° braccio: Iodùcha amìm Elohim iodùcha amìm kullàm.
[Allora, o Signore, le nazioni ti riconosceranno, tutte le nazioni Ti riconosceranno!]
Braccio centrale: Ismechù virannenù leumìm ki-tishpòt amìm mishòr ul’umìm ba’àretz tanchém séla.
[Possano i popoli gioire e giubilare perché Tu governi il mondo con giustizia e guidi tutti i popoli sulla terra per sempre]
5° braccio: Iodùcha amìm Elohìm iodùcha amim kulàm
[Pertanto, o Signore, le nazioni Ti riconosceranno, tutte le nazioni Ti riconosceranno!]
6° braccio: Eretz natenà ievulà ievarechènu Elohìm Elohénu
[La terra ha dispensato il suo prodotto! Possa benedirci il Signore, il nostro Signore!]
7° braccio: Ievarechénu Elohìm veire’ù kol-afsè-àretz 
[Possa il Signore benedirci e tutti i più remoti confini della terra Lo temeranno.]