domenica, maggio 15, 2011

Il Fiore di Loto


Tu puoi diventare un fiore di loto
Il fiore di loto è uno dei fenomeni più miracolosi che esistano, ecco perchè in Oriente è diventato il simbolo della trasformazione spirituale. Il Buddha è seduto su un loto, Visnhu è in piedi su un loto. Come mai? Perché il fiore di loto racchiude in sé un valore simbolico di estrema importanza: cresce nel fango. È simbolo di una trasformazione, è una metamorfosi. Il fango è sporco, potrebbe puzzare; il loto è fragrante, ed è affiorato da un fango puzzolente. Esattamente nello stesso modo, la vita comune è fango immondo, ma in essa è nascosta la possibilità di diventare un fiore di loto. Il fango può essere trasformato, tu puoi diventare un fiore di loto. Il sesso può essere trasformato e può diventare samadhi. La rabbia può essere trasformata e può diventare compassione. L’odio può essere trasformato e può diventare amore. Tutto ciò che ribolle in te e che in questo momento sembra qualcosa di negativo può essere trasformato. La tua mente rumorosa può essere svuotata e trasformata, allora diventa una musica celestiale.



pianta acquatica perenne, originaria dei tropici asiatici, del genere Nelumbo della famiglia delle ninfacee. Sbocciava nelle paludi e negli stagni ancora prima della comparsa dell’uomo; è citato in testi sacri come l’Antico Testamento, lo Shi-Kin (Libro di Canti Cinesi) e il Kojiki (antiche leggende del Giappone). Come la rosa per l’occidente, il loto è per l’oriente il più significativo e importante tra i simboli floreali, ricco di significati e riferimenti: ha un forte valore spirituale per via della sua particolarità di affondare le radici nel fango e di distendersi sulla superficie delle acque stagnanti, uscendo da esse immacolato e bellissimo; rimane, inoltre, asciutto anche se vive nell’acqua: per questo è il simbolo di chi, come il bodhisattva, vive nel mondo senza esserne contaminato, rimanendo imperturbabile tra gli affanni della vita; insegna che la bellezza può scaturire perfino dalle cose più vili. In India simboleggia fertilità, prosperità e longevità. Si dice che Brama, il creatore dell’universo, sia emerso da un fiore di loto. Il fiore era apprezzato anche per le sue proprietà curative: era usato come rimedio per i disturbi ai reni e allo stomaco; le foglie, invece, per fermare le emorragie. Nella letteratura sanscrita gli si paragonavano gli occhi di una donna per onorarne la bellezza. Il fiore di loto si chiude la notte e si apre all’alba: simboleggia l’aprirsi della mente al divino, la rinascita e, quindi, della vita eterna.
Il popolo Egizio lo considerava il simbolo dell’eloquenza, della speranza, e della rinascita. I suoi petali venivano pertanto posti nelle parti intime delle mummie delle donne, proprio come simbolo di purificazione e di rigenerazione. Il loto, dunque, rappresenta l’auto-creazione, la nascita della terra dal caos e, nello stesso tempo, la luce e l’ordine, l’aspetto evolutivo del mondo e degli uomini. Infatti secondo la loro antica cosmogonia, dal bocciolo di un fiore di loto nacque Ra. Il dischiudersi del bocciolo illuminò di luce divina le acque limacciose del Nun (il Caos Informe) che si ritirarono mostrando la terra asciutta. Ra se ne compiacque e salì verso le stelle per diventarne la più luminosa ed illuminare la terra che aveva appena creato. Egli divenne Aton, il disco solare. Ora non vi era più solo Caos ed Oscurità, poiché Ra aveva portato Luce ed Ordine nel mondo.
L’offerta del fiore di loto era considerata un atto sacro, per cui essa compare spesso nell’arte. Nelle scene di dipinti e rilievi si pone il loto in mano ad una donna e lo si offre poi sugli altari. Sulla tavola delle offerte, tra tutti gli oggetti e gli alimenti indispensabili per l’aldilà, ci sono anche i fiori di loto.
Presso i Greci era ritenuto il “fiore dei fiori”, nato dal sacrificio della ninfa Lotis la quale, piuttosto che cedere alle insane voglie del satiro Priapo, preferì gettarsi nelle acque di un fiume. Con i suoi petali si adornavano la fronte le giovani spose e le regine.
I Romani lo consideravano un simbolo di rigenerazione e di unione; lo chiamavano “junonia rosa”, in onore di Giunone, la regina degli dei olimpici.





Da: http://www.servercms.com/
Da: http://nettunodue.splinder..com

Nessun commento:

Posta un commento